"Combi Mais è partito nel 2014 puntando sulla qualità e sulla produttività. Oggi, grazie ai continui miglioramenti, risulta essere anche un protocollo attento all'ambiente ed alla ricerca, capace di dare vantaggi in termini di redditività ai produttori e di qualità e salubrità ai consumatori" ha esordito Mario Vigo, presidente di Innovagri e ideatore del progetto, che coinvolge in qualità di partner l'Università degli Studi di Torino e le aziende KUHN, Deutz-Fahr, Syngenta, Netafim, Cifo e Unimer.
Mario Vigo ed i partner del progetto Combi Mais Idrotechnologies 4.0
"Novità di quest'anno sono la produzione di polenta con farina di Combi Mais - ha aggiunto Vigo - e la partecipazione di Combi Mais 4.0 al festival Cerealia e al progetto Mais in Italy di Syngenta".
Risultati 2017 soddisfacenti
Considerando le condizioni climatiche sfavorevoli di quest'anno, i promotori di Combi Mais Idrotechnologies 4.0 non si possono lamentare. La resa media del mais - raccolto tra il 5 e l'8 settembre scorsi - è stata pari a 14,9 tonnellate di granella per ettaro contro le 15,9 tonnellate per ettaro della raccolta 2016 e contro le 15,3 tonnellate per ettaro prodotte nel 2014.Il calo produttivo registrato nell'azienda Folli rispetto all'anno passato, pari al 5,4 per cento, non è poi così grave se confrontato con il calo produttivo medio osservato nelle zone circostanti, variabile tra il 12 ed il 15 per cento.
Superfici e rese del progetto Combi Mais dal 2014 al 2017
"Siamo soddisfatti dei risultati 2017 anche perché le quattro parcelle hanno mostrato una percentuale di nascite intorno al 95-97 per cento - ha dichiarato l'agronomo Leonardo Bertolani - e, in particolare, una parcella ha prodotto 17,6 tonnellate per ettaro al 15,5 per cento di umidità, una resa inferiore del 3,2 per cento rispetto alle 17,7 tonnellate per ettaro del 2016, ma non lontana dal nostro obiettivo di 20 tonnellate per ettaro".
Rese parcellari 2017 del progetto Combi Mais 4.0. Clicca sull'immagine
Se le rese sono diminuite a causa principalmente della forte siccità, la qualità e la sicurezza del cereale sono rimaste alte grazie all'attenta osservazione del protocollo Combi Mais 4.0. Infatti le analisi condotte dall'azienda Neotron sulle spighe campionate prima della raccolta di mais ibrido Syngenta SY Brabus hanno messo in luce l'assenza di micotossine quali fumonisine B1 e B2, deossinivalenolo, zearalenone e aflatossine B1, B2, G1 e G2.
2017, una campagna mais da dimenticare
"Combi Mais è stato in grado di affrontare efficientemente le problematiche agronomiche di quest'anno tramite l'adozione di un approccio colturale di sistema - ha affermato Amedeo Reyneri, professore di agronomia all'Università di Torino e coordinatore delle attività in campo del progetto - che prevede la partecipazione di tutti i fornitori di mezzi tecnici all'intero percorso produttivo e la combinazione razionale degli interventi nell'ambito della genetica, della lavorazione del terreno, della nutrizione, dell'irrigazione e della difesa".Solo in questo modo - secondo il docente - è possibile fare innovazione in maiscoltura e sostenere il ruolo chiave del mais nella filiera anche in un contesto di cambiamenti climatici come quello attuale.
Il 2017 ha presentato infatti - ancor più degli anni passati - frequenti stress dovuti prima alle gelate primaverili, poi alle temperature elevate (con picchi di 46 gradi) e alle precipitazioni ridotte registrate in tutta la Pianura Padana, dove le produzioni attese di mais dovrebbero riportare un calo del 12-18 per cento rispetto al 2016 e del 10-14 per cento rispetto al periodo 1999-2017.
Si prevede che il rallentamento delle rese si traduca in un'ulteriore allarmante riduzione dell'autoapprovvigionamento sotto al 50 per cento, con un conseguente aumento della percentuale di importazioni di granella di mais.
Calo della produzione nazionale e aumento delle importazioni di mais dal 1997 ad oggi
Se gli stress abiotici si sono manifestati con forza dappertutto, lo stesso non si può dire degli stress biotici, che sono risultati più gravi nella parte orientale della Pianura Padana e hanno contribuito - insieme alla forte siccità ed alla scarsa piovosità - all'aumento di mais danneggiato da Piralide, Elmintosporiosi e Aspergillus, responsabile della contaminazione da aflatossine, grande problema del mais italiano.
"Nonostante i rischi di contaminazione del cereale, a settembre 2017 il listino granaglie della Borsa di Milano mostra un aumento del 12 per cento del prezzo del mais alimentare e del 5 per cento del prezzo del mais nazionale zootecnico rispetto allo standard, ovvero il mais ibrido comune nazionale - ha aggiunto Reyneri. Ciò significa che il mais da granella prodotto quest'anno in Italia è caratterizzato da contaminazioni contenute e quindi da una qualità elevata, anche se ci sono ancora margini di miglioramento".
Valutazione del mais da granella nel listino della Borsa di Milano
Combi Mais 4.0: un protocollo virtuoso e tecnologico
"I risultati positivi ottenuti da Combi Mais sui 25 ettari seminati con l'ibrido SY Brabus lo scorso aprile sono dovuti al lavoro di squadra - ha spiegato Francesco Scrano, head of customer marketing Syngenta Italia - e all'adozione rigorosa del protocollo, quest'anno articolato in 12 punti".L'innovativo protocollo ha potuto contare su diverse attrezzature KUHN, tra cui il coltivatore polivalente a denti Cultimer 300, utilizzato per la minima lavorazione in fase di preparazione del terreno, e la seminatrice di precisione Maxima 2, che - accoppiata alla trattrice Deutz-Fahr 5115.4 G - ha distribuito in modo preciso la semente in modo tale da assicurare una corretta emergenza delle piante di mais.
KUHN ha messo a disposizione per la prima volta anche lo spandiconcime a doppio disco Axis 20.2 per garantire alta precisione e ridotto scarto tra dosaggio teorico ed effettivo durante la distribuzione in presemina di 300 chilogrammi per ettaro del fertilizzante Unimer Flexifert 10.0.20.
Spandiconcime a doppio disco KUHN Axis 20.2
Il trattore maggiormente usato è stato Deutz-Fahr 6185 TTV, che - appartenente alla Serie 6 - si avvale della variazione continua e del motore di nuova generazione per assicurare un notevole risparmio di carburante e una netta riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera.
Oltre ad adottare le efficienti macchine agricole KUHN e DF, Combi Mais 4.0 ha garantito alle piante di mais un apporto nutrizionale mirato distribuendo il concime organo-minerale azotato Unimer Super Azotek N32 e alcuni prodotti Cifo in fertirrigazione. Al cereale non è mancato neanche il trattamento biostimolante, eseguito con il concime organico liquido Cifo Sinergon 2000.
Fondamentali per ottimizzare le risorse idriche e non nel corso della difficile stagione 2017 sono stati i sensori e la stazione di rilevamento Netafim per il monitoraggio della disponibilità idrica e dell’umidità del terreno e le nuove piattaforme digitali DSS - Decision Support System Netafim uManageTM e Syngenta Opti Mais, accessibili da pc, smartphone e tablet.
Sulla base degli alert ricevuti via sms o mail dalle stazioni, dai satelliti e dalle banche dati, uManageTM e Opti Mais hanno indicato quando eseguire gli interventi irrigui e di protezione e come pianificare azioni per la salvaguardia del potenziale produttivo dell'ibrido SY Brabus.
Le due app si sono rivelate particolarmente utili nella gestione della subirrigazione, che ha fornito 459 millimetri di acqua contro i 220 del 2016, e dei cinque interventi d'irrigazione a scorrimento, che hanno fornito oltre 300 millimetri di acqua contro i 180 millimetri dell'anno passato. A causa delle temperature elevate, gli interventi irrigui sono stati necessari fin dagli ultimi giorni di maggio.
Stazione di rilevamento Netafim
L'innovazione assicura redditività
Il protocollo Combi Mais permette di aumentare la resa e la qualità del mais grazie all'impiego dei migliori mezzi tecnici disponibili. Sorge però spontaneo chiedersi se Combi Mais risulti conveniente e sostenibile anche dal punto di vista dei costi."Nonostante un incremento del costo medio per ettaro del 6 per cento rispetto al 2016 imputabile ai maggiori interventi irrigui eseguiti per combattere gli effetti del caldo eccessivo, stimiamo di ottenere ricavi totali pari a 77mila euro a fronte di 47mila euro di costi totali" ha risposto Bertolani. Ne deriva un guadagno di 1.200 euro per ettaro, che rende Combi Mais quattro volte più profittevole del mais coltivato in modo convenzionale.
Analisi dei costi e dei ricavi del progetto Combi Mais 4.0
"In un momento in cui è assolutamente necessario trovare un equilibrio di sistema lavorando sui costi e in cui molti agricoltori si interrogano sul futuro della coltivazione di mais spesso meno conveniente del riso o di altre colture - ha dichiarato Giovanni Fava, assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia - Combi Mais, incentrato sul miglioramento qualitativo e sul contenimento dei costi, è un progetto da incentivare per invertire la tendenza".
Infatti - a detta dell'assessore - se fosse adottato non solo dall'azienda agricola Folli, ma anche da altre aziende, Combi Mais Idrotechnologies potrebbe accedere ai finanziamenti del Psr della Regione Lombardia e svilupparsi ulteriormente.