Ieri, 12 dicembre 2023, la plenaria del Parlamento Europeo ha approvato quella che in gergo è stata battezzata la direttiva breakfast, per garantire una maggiore trasparenza e chiarezza per le etichette del miele, delle marmellate e dei succhi di frutta.

 

Con 522 voti a favore, 13 contrari e 65 astensioni gli eurodeputati hanno proposto che il paese di origine del miele debba essere riportato in etichetta e lo stesso debba esser fatto per i paesi di produzione della frutta per i succhi e le marmellate.

 

Poi, nel caso che il miele o la frutta provenga da più paesi diversi, in etichetta i vari paesi dovranno essere menzionati in ordine da quello che ha fornito più prodotto a quello che ne ha fornito meno.

 

Ad esempio se un vasetto di miele contiene una miscela di mieli serbi, ungheresi e italiani, dove però la maggior parte del miele è ungherese, seguito da quello serbo e poi da quello italiano, sull'etichetta dovrà esserci scritto: paese di origine, Ungheria, Serbia e Italia.

 

Lo stesso varrà per la frutta dei succhi di frutta e delle marmellate.

 

Per i succhi di frutta è stato proposto anche di introdurre la dicitura "contiene solo zuccheri naturali" nel caso non siano stati aggiunti zuccheri, ma siano presenti solo quelli contenuti nella frutta.

 

Per limitare le frodi sul miele il Parlamento ha anche proposto di realizzare un sistema di tracciabilità che consenta di rintracciare l'origine del prodotto e ha chiesto che sia creato un laboratorio di riferimento europeo per migliorare i controlli e individuare le adulterazioni attraverso test sistematici.

 

Soddisfazione è stata espressa dall'eurodeputato austriaco del partito popolare europeo Alexander Bernhuber, che ha dichiarato: "Oggi è un buon giorno per un'etichettatura più trasparente. Un'indicazione più precisa dei paesi di origine dei prodotti renderà più facile per i consumatori scegliere prodotti più sani e locali. Fermeremo le pratiche fraudolente sulle etichette del miele, che in futuro dovranno indicare chiaramente i paesi di origine e, nel caso di mieli miscelati, le rispettive proporzioni dei paesi di origine. Questo, insieme ad altre misure, proteggerà i consumatori e gli apicoltori dal miele adulterato e faciliterà le scelte informate dei consumatori".

 

Parole di apprezzamento sono arrivate subito anche dall'Italia, in particolare dalla Fai, la Federazione Apicoltori Italiani, che in un comunicato stampa ha sottolineato il contributo che ha dato nel seguire il dossier e l'iter parlamentare che ha portato al voto di ieri e che andrà a modificare delle norme, quelle sull'etichettatura del miele, che sono vecchie ormai di 22 anni.

 

Apprezzamento per la decisione di Strasburgo è arrivato anche da Confagricoltura e dalla Cia, la Confederazione Italiana Agricoltori, che ha parlato di buone notizie per la tutela di uno dei prodotti più adulterati al mondo, quale è il miele.

 

Ma il voto di ieri non è ancora legge.

 

Ora  il Parlamento Europeo dovrà avviare i colloqui con i governi degli stati membri sulla forma definitiva della normativa.