Uno spiraglio di luce buca la coltre di amarezza e malcontento che oscura, ormai da tempo, il cielo della filiera bieticolo saccarifera italiana. A rischiarare - seppur con cautela - gli orizzonti è il ministro Galan che, lo scorso 7 maggio, ha annunciato di aver autorizzato l'Agea - l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura - ad utilizzare 21 milioni di euro, presenti in un fondo già esistente nel bilancio per il sostegno al settore, per le finalità previste dall'Ocm Zucchero già approvate dalla Commissione europea.
“Questi 21 milioni” ha affermato Galan, “sono la prima risposta che ho potuto dare a un settore provato dalla crisi di mercato”. Il ministro ha inoltre annunciato come i 65 milioni di euro mancanti “per completare l'impegno che questo ministero ha nei confronti del settore” pari a 86 milioni, verranno reperiti con un emendamento all'atto della Camera 22/60 recante disposizioni per fornire competitività al settore agroalimentare.
La risposta del titolare del dicastero segue di poco il mancato inserimento nel decreto 'incentivi' dell'emendamento che doveva stanziare gli 86 milioni di euro per il Fondo bieticolo-saccarifero.
A decretare l'esigenza di un regime temporaneo per la ristrutturazione dell'industria dello zucchero nella Comunità europea e, quindi, di un aiuto aggiuntivo al regime di pagamento unico e accoppiato (per la produzione di barbabietole), volto ad incentivare la riconversione degli impianti industriali di trasformazione e alla 'rottamazione' dei macchinari utilizzati per il raccolto di barbabietole, era stato il Regolamento CE 320 del 20 febbraio 2006.
“L'impegno all'erogazione degli aiuti al settore, era stato assunto da questo Governo in sede comunitaria con il Regolamento 320 del 2006 ed era stato ribadito in numerosissimi provvedimenti normativi nazionali” aveva tuonato la filiera (Unionzucchero, Anb, Cnb, Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil). “Lo scorso 3 marzo” si legge in una nota “il Comitato interministeriale per la gestione della ristrutturazione del settore bieticolo-saccarifero, presieduto dal sottosegretario Gianni Letta, aveva indicato dove erano già state reperite le risorse per la copertura finanziaria. L'impegno era stato poi confermato da diverse risposte del Governo” dallo stesso ex ministro Zaia, il quale aveva assicurato che gli aiuti sarebbero stati erogati - senza ulteriori ritardi - con la legge di conversione del dl incentivi.
“Prendiamo atto del tempestivo interessamento del ministro Galan” ha annunciato Pierluigi Talamo responsabile Uila, “alla ormai annosa questione degli aiuti al settore sempre promessi dal governo ma mai effettivamente resi disponibili. E' una prima risposta, anche se solo parziale, che andrà verificata nei prossimi giorni” ha continuato Talamo, “restiamo però in attesa della soluzione definitiva al problema”. Ovvero, del finanziamento totale degli 86 milioni di euro che andrebbero a coprire le due annualità 2009 e 2010.
“Il settore ne ha bisogno con la massima urgenza” ha proseguito Talamo, “in ballo c'è la sopravvivenza della filiera e il lavoro di migliaia di persone”.
Il rischio, stando a quanto dichiarato da Tiberio Rabboni, assessore all'Agricoltura della Regione Emillia Romagna, è quello della chiusura definitiva di un comparto di primaria importanza per l'economia nazionale che occupa nell'indotto migliaia di lavoratori.
Il 30% dello zucchero consumato in Italia è infatti prodotto in quattro stabilimenti industriali, due dei quali in Emilia Romagna, che trasformano barbabietole prodotte da 10 mila aziende agricole italiane operanti su 62 mila ettari dislocati in 11 Regioni. Rabboni ha anche invitato il sottosegretario alle Attività produttive, Stefano Saglia, a prestare maggiore attenzione prima di fare affermazioni nelle quali sostiene che gli esponenti del Governo che hanno promesso risorse per il comparto bieticolo saccarifero nel decreto incentivi “si sono sbagliati” proseguendo che “sarebbe opportuno chiarire rapidamente il livello di attendibilità di alcuni tra i massimi esponenti del Governo che 'si sbagliano' su aspetti di questa rilevanza”.
“Pieno apprezzamento per l'intervento del ministro” arriva anche da Confagricoltura. “Finalmente fatti concreti” ha dichiarato il presidente di Vecchioni che ha proseguito: “si tratta di una prima iniezione di risorse e di fiducia per un comparto già provato dalla riforma comunitaria e che non può subire ulteriori ritardi nella liquidazione delle somme spettanti, ora confidiamo si perfezioni l'erogazione”.
Come ricorda Verrascina, presidente di Copagri, “l'impegno del ministro è quello di chiudere la partita delle pendenze per 85 milioni con un altro stanziamento di 65 milioni di euro da inserire in un provvedimento all'esame della Camera. Atti e intenti positivi ai quali auspichiamo che seguano tempi rapidi per una responsabile convergenza da parte delle forze politiche che siedono in parlamento”.