L’opinione pubblica è preoccupata dell’impatto che gli erbicidi possono avere sulla salute umana e sull’ambiente. Per questo motivo, nel corso degli anni, il legislatore ha vietato le molecole più pericolose, mentre sono aumentate le restrizioni per quelle rimaste. Caso emblematico è il glifosate, un erbicida molto discusso sebbene giudicato sicuro dall’Efsa, la cui autorizzazione è in scadenza il prossimo 15 dicembre.

 

In questo contesto trovano spazio le soluzioni alternative al diserbo chimico, come ad esempio quello meccanico, oppure il pirodiserbo, ma anche l’uso di acqua ad alta pressione, l’impiego di schiume o di composti di derivazione naturale, come l’acido pelargonico.

 

Un interessante settore è quello rappresentato dalle macchine per il diserbo elettrico, il cui meccanismo di funzionamento si basa sul far passare nelle malerbe una corrente elettrica abbastanza potente da innescare processi elettrochimici che distruggono le membrane cellulari, devitalizzando l’infestante.

 

Durante il World Agri-Tech Innovation Summit, evento di cui AgroNotizie è partner, erano diverse le startup che hanno presentato la propria soluzione. Ad esempio RootWave ha sviluppato un attrezzo trainato per lavorare il sottofila dei vigneti e dei frutteti, mentre Crop.Zone ha puntato sulle colture estensive.

 

RootWave, una scossa per liberare il sottofila

RootWave è una startup britannica che ha sviluppato diverse soluzioni per il diserbo, sia in pieno campo che in vigneto e frutteto. Nel 2024 saranno commercializzati i primi esemplari destinati agli impianti arborei per il diserbo del sottofila.

 

Il sistema di funzionamento è semplice: l'attrezzo trainato (pesa 1.200 chili) viene collegato al trattore tramite l’attacco a tre punti e alla Pto. La presa di potenza della trattrice (minimo 75 cavalli, sino a 125) aziona il generatore elettrico che poi invia gli impulsi elettrici a quattro serie di elettrodi che poggiano al suolo.

 

Lo stand di RootWave durante il World Agri-Tech

Lo stand di RootWave durante il World Agri-Tech

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani)

 

Gli elettrodi sono montati su braccia estensibili che possono lavorare in impianti con distanza tra le file da 1,8 a 4 metri. Il mezzo deve avanzare a circa 5 chilometri orari per dare tempo alla corrente di eliminare le erbacce.

 

Per quanto riguarda la sicurezza dell’attrezzatura, da Rootwave fanno sapere che hanno brevettato un sistema ad alte frequenze, pari a 18 mila Hz, che sarebbe intrinsecamente più sicuro rispetto alle basse frequenze. Infatti, dicono dall’azienda, è 10 mila volte meno probabile causare un arresto cardiaco con i 18kHz rispetto ai 50Hz, e 2.500 volte meno probabile rispetto alla corrente continua (DC).

 

Come per il diserbo meccanico le braccia sono rientranti, mentre l’energia elettrica prodotta, dicono sempre dalla startup, non danneggia gli alberi da frutto né l’entomofauna utile presente nel suolo.

 

Gli elettrodi strisciano al suolo per trasmettere l'elettricità alle infestanti

Gli elettrodi strisciano al suolo per trasmettere l'elettricità alle infestanti

(Fonte foto: Tommaso Cinquemani)

 

Crop.Zone, l’alternativa al glifosate

Parla chiaramente di alternativa al glifosate la tedesca Crop.Zone che ha inventato un sistema per il diserbo elettrico delle colture estensive. Un diserbo non selettivo che può essere usato per liberare dalle infestanti il letto di semina, oppure può essere impiegato per il disseccamento delle colture pre-raccolta, come ad esempio nel caso della patata.

 

La soluzione si compone di tre moduli:

  • Volt.cube, un generatore che produce elettricità utilizzando la potenza della Pto del trattore. I generatori sono oggi disponibili per alimentare barre da 12 e 9 metri.
  • Volt.fuel. Si tratta di una barra irroratrice classica, che per facilitare il disseccamento della coltura irrora sul campo una soluzione che aumenta la conducibilità elettrica. La barra viene posta frontalmente, mentre i moduli elettrici sono montati anteriormente.
  • Volt.apply. L’elettricità viene applicata alla pianta attraverso degli elettrodi che strisciano al suolo. Il sistema funziona con una potenza compresa tra 1.600 e 5.500 volt e con un massimo di 10 kW/75 per centimetro. 

 

Secondo i costruttori, con una larghezza di lavoro di 12 metri e una velocità di lavoro fino a 8 chilometri orari, è possibile raggiungere una resa di superficie di 4-5 ettari ora. La macchina pesa 2,4 tonnellate e richiede una potenza di 145 kW (sistema da 12 metri) alla PTO.

 

 

Diserbo elettrico, un nuovo mercato

Sul fronte del diserbo elettrico sono diverse le aziende che stanno lavorando a nuove soluzioni. CNH Industrial, tramite il suo marchio Agxtend, ha in portafoglio una diserbatrice elettrica per il vigneto, denominata XPower XPS, che è stata presentata per la prima volta al Sima 2019 ed era presente anche all’ultima edizione di Enovitis in campo.

 

La diserbatrice per il vigneto/frutteto lavora con 6 mila volt di tensione e 24 KW di potenza. È marchiata CE e offre un diserbo efficace e sicuro per le piante e per l’operatore.

 

Ma è in fase di lancio anche XPower XPR, per il diserbo elettrico delle colture sarchiate (mais, barbabietola da zucchero, etc.). L’attrezzatura ha una larghezza di lavoro fino a 3,7 metri e una interfila regolabile da 25 a 40 centimetri, a seconda della tipologia di coltura.

 

La diserbatrice elettrica realizzata da CNH Industrial insieme a Zasso

La diserbatrice elettrica realizzata da CNH Industrial insieme a Zasso

(Fonte foto: Zasso)

 

Riassumendo, i vantaggi del diserbo elettrico sono:

  • Nessun uso di prodotti erbicidi di sintesi;
  • Possibilità di impiego anche per chi opera in regime di biologico;
  • Controllo anche delle infestanti resistenti agli erbicidi;
  • Questo approccio non inverte gli strati di suolo (preserva la sostanza organica) e, secondo i produttori, non danneggia il microbiota e l’entomofauna del terreno.

 

Sul fronte opposto, gli svantaggi del diserbo elettrico sono:

  • Necessità di acquisto di nuove attrezzature;
  • Maggiore costo di trattamento e di manutenzione;
  • Utilizzo di attrezzature ad alto voltaggio;
  • Consumo addizionale di carburante per far funzionare il generatore atto a produrre energia elettrica;
  • Da valutare la qualità del diserbo, che dipende dalla specie infestante (ad esempio se rizomante), dal suo stadio di sviluppo (ad esempio se ha lignificato) e dalla presenza o meno di bagnatura fogliare e in generale dalla sua idratazione.

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