Quanto ne sappiamo sulle Tea, le Tecnologie di Evoluzione Assistita? Veramente poco.
In Italia la divulgazione scientifica (con poche rilevanti eccezioni) viaggia da sempre a velocità bassissima. Certi argomenti poi rimangono un tabù: le Tea sono uno di questi; eppure saranno uno dei grandi temi dell'agricoltura e dell'alimentazione nei prossimi decenni.
Certo l'accettazione delle Tea in Italia (e in generale in Europa) dovrà vedersela con la pessima percezione che si è avuta degli organismi Ogm, organismi frutto di una tecnologia molto più primitiva ed assai differenti da quelli ottenuti con le più evolute Tea.
Un recente e interessante studio di mercato dell'Università Federico II di Napoli ha messo in luce come l'informazione sia fondamentale per le scelte del consumatore. Se poco o mal informata, una solida maggioranza di consumatori di vino preferiva di gran lunga prodotti ottenuti con uva da agricoltura tradizionale. Una volta edotti a riguardo della maggiore sostenibilità delle uve resistenti ai patogeni ottenute con Tea, tra i consumatori si manifestava un'impennata di preferenze verso i vini ottenuti con queste.
L'introduzione di nuove varietà evolute dovrà quindi prima di tutto fare i conti con il mercato ma soprattutto con la demonizzazione ideologica e la tecnofobia, nel nostro paese mezzi spesso impunemente utilizzati per meri e bassi motivi politici. Però intanto qualche timido passo, diremmo quasi in carboneria, lo abbiamo fatto anche in Italia: le cronache riportano che dopo 20 anni di ferma lo scorso 13 maggio sono state trapiantate in campo ben 400 piantine di riso editate Tea per resistere naturalmente al brusone.
Sempre per la cronaca: negli stessi giorni in Cina sono state autorizzate e dotate di certificato di biosicurezza la prima varietà di grano e la prima di mais ottenute con tecniche di gene editing, portando il totale delle autorizzazioni cinesi a 5.