La gestione del rischio in agricoltura rischia di finire nel caos: è questa l'impressione che si ricava dando uno sguardo ai commenti delle organizzazioni agricole territoriali rispetto alle ultime iniziative del Governo: dalla riduzione degli aiuti alle polizze assicurative danni incentivate all'accorpamento, grazie alla Legge di Bilancio, di pescatori e agricoltori sotto lo stesso cappello del Fondo di Solidarietà Nazionale. In ogni caso provvedimenti che si risolvono con un taglio di fondi alle categorie interessate: palese, come nel caso delle assicurazioni incentivate, occulto, come in quello del Fondo di Solidarietà Nazionale, che viene diviso tra una moltitudine di potenziali beneficiari ben più grande dei soli agricoltori, considerato che sono stati aggiunti pescatori ed allevatori ittici. Stessa operazione è stata fatta con il neo costituito Fondo per le Emergenze in Agricoltura, esteso anche ai pescatori, e che interviene sugli investimenti danneggiati da eventi imprevedibili.

Leggi anche Gestione del rischio, Fondo AgriCat ai raggi X

Il definanziamento delle polizze incentivate

Nonostante la Legge di Bilancio dello Stato per il 2024 contenga un finanziamento di 100 milioni all'anno per la gestione e la copertura del rischio in agricoltura, annunciato già la sera del 29 dicembre 2023 dallo stesso ministro per l'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il contributo pubblico per le polizze assicurative agevolate destinato alle aziende agricole scenderà - per mano di un decreto ministeriale - dal 65-70% praticato nell'ultima campagna al 37-40% della prossima.

 

Questo accade in parte anche perché i costi per la sottoscrizione delle polizze sono lievitati, stante la concentrazione dei sottoscrittori in limitate aree geografiche (Nord Ovest e Nord Est) e su pochi comparti produttivi (vitivinicolo e ortofrutta).

 

"In realtà un taglio era già avvenuto nei fatti sulla campagna 2022 - spiega il professor Fabian Capitanio dell'Università degli Studi Federico II di Napoli ed esperto di gestione del rischio - solo che non era stato preventivato; in questo caso al Masaf si sono solo accorti per tempo dell'insufficienza dei fondi a disposizione rispetto al monte polizze e hanno messo in preventivo il taglio per la campagna 2023: il che conferma che il mercato complessivamente è troppo asfittico, concentrato su poche aree geografiche e colture, e che c'è bisogno di una gestione partecipata del fondo da parte anche delle regioni del Centro e del Sud Italia, al fine di rendere il mercato più profondo e, in prospettiva, i prezzi delle polizze meno cari".

 

Cia, no ai tagli

"I tagli operati dal Ministero dell'Agricoltura sui contributi-polizze erogati da Agea sono devastanti. Questo significa una sola cosa: di fronte agli eventi climatici estremi sempre più costanti e frequenti, saranno ancora di meno le aziende agricole che potranno assicurarsi e, dunque, attutire almeno in parte le enormi perdite derivanti da grandinate, alluvioni e altre calamità. Perdite che, inevitabilmente, porteranno alla scomparsa di molte aziende. La situazione è davvero preoccupante". È Cia - Agricoltori Italiani di Puglia, attraverso le parole del presidente regionale e vicepresidente nazionale Gennaro Sicolo, a lanciare l'allarme relativo ai pesanti tagli operati dal Masaf sui contributi per le polizze assicurative agevolate erogati da Agea.

 

"Se, per assicurarsi, un'azienda agricola è chiamata a sostenere un aumento di un terzo dei costi finora sostenuti, è chiaro che più difficilmente quell'impresa potrà garantirsi una copertura accettabile dal rischio di perdere in un colpo solo il lavoro di un intero anno", aggiunge Sicolo. "I tagli operati dunque, vanno nella direzione opposta alla sostenibilità economica del fare impresa nel settore primario".

 

Dopo due annate agrarie difficilissime, con la produttività e i redditi delle aziende letteralmente in balia di eventi climatici di natura catastrofale, Cia - Agricoltori Italiani aveva già chiesto al Governo, nelle scorse settimane, di continuare a garantire il sostegno del 70% per il 2023 e le annate precedenti. Ora il rischio sarà quasi totalmente a carico delle aziende perché le polizze, già onerose con il contributo del 70%, diventeranno veramente proibitive.

 

Cia Agricoltori Italiani di Puglia, inoltre, torna a ribadire le proprie preoccupazioni per le criticità che riguardano il Fondo Agricat, uno strumento per la gestione dei rischi in agricoltura inserito dall'Italia nella nuova Pac. Le risorse economiche del Fondo derivano in parte dai fondi comunitari e in parte dal prelievo del 3% dell'importo dell'aiuto diretto (Pac) che viene riscosso dagli imprenditori beneficiari. Cia Puglia rileva come si tratti di un prelievo che rappresenta un ulteriore aggravio finanziario in capo alle aziende, peraltro nell'ambito di un sistema piuttosto farraginoso e complicato la cui efficienza effettiva resta ancora tutta da valutare.

 

"Bisogna modificare il Decreto Legislativo 102/2004, istituire un nuovo e più corposo fondo nazionale per i danni da calamità naturali, prevedere un più ampio e agevolato accesso alla copertura assicurativa per le imprese agricole danneggiate da eventi estremi", aggiunge Sicolo. "Inoltre, occorre semplificare le procedure burocratiche per permettere, ad aziende e lavoratori, di usufruire nell'immediato degli aiuti previsti. È drammatico quanto sta succedendo negli ultimi anni, ma le istituzioni, al di là delle parole, fanno come se nulla fosse cambiato. Gli eventi calamitosi si susseguono ormai con intervalli di tempo sempre minori. La nostra proposta è di costituire un fondo assicurativo per tutelare le aziende agricole dagli eventi naturali e dalle crisi di mercato, in parte coperto dalla fiscalità generale e in parte dai fondi del Complemento di Sviluppo Rurale".

 

Fondo Emergenze, i pescatori di Coldiretti Campania si smarcano

Sempre in tema di gestione del rischio, con la Legge di Bilancio per il 2024 è stato istituito il Fondo per le Emergenze in Agricoltura: finalizzato ad interventi in situazioni di crisi di mercato per il sostegno degli investimenti delle imprese che operano nell'ambito agricolo, agroalimentare, zootecnico e in quello della pesca e dell'acquacoltura. La dotazione finanziaria è di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024-2025-2026. Al contempo, il Fondo di Solidarietà Nazionale è stato esteso anche a pescatori ed allevatori ittici.

 

Fulvio Giugliano, coordinatore di Coldiretti Impresa Pesca Campania, sul Fondo per le Emergenze in Agricoltura e Pesca, dice: "La filiera ittica ha esigenze specifiche che vanno considerate nella loro complessità. In particolare, nel bacino del Mediterraneo e in Campania si stanno facendo i conti con il cambiamento climatico che crea danni importanti al settore. Per questo chiediamo al Governo di predisporre stanziamenti specifici per il comparto rispetto ai danni derivanti da calamità naturali". Coldiretti Impresa Pesca, si sottolinea, ha "già fatto sentire la propria voce chiedendo di diversificare gli stanziamenti per la pesca da quelli per l'agricoltura". Un ragionamento speculare potrebbe farsi anche da parte degli imprenditori agricoli, anche perché la stessa coperta per due settori invece di uno diventa corta.

 

Ma sempre Coldiretti Impresa Pesca Campania ha invece ritenuto positivo l'inserimento nella Legge di Bilancio dell'articolo 74 bis che prevede che anche le imprese, i consorzi di acquacoltura e della pesca rientrino tra i beneficiari degli interventi compensativi per contribuire a far fronte ai danni alle produzioni "anche derivanti dalla diffusione di specie aliene invasive come il granchio blu, articolo che va a modificare il D.lgs 29 marzo 2004 n.102".

 

Questo articolo è stato modificato dopo la pubblicazione il 16 gennaio 2024: è stato aggiunto un paragrafo sulla campagna 2022