In Germania va tutto come previsto, o quasi. L'uscita di scena di Angela Merkel, cancelliera a Berlino e fra i pilastri fondanti dell'Unione europea, consegna la vittoria ai socialdemocratici di Olaf Scholz. La Cdu, partito di Governo nella Grosse Koalition guidata fino a pochi giorni fa da Angela Merkel, con il successore "gaffeur" Armin Laschet ha perso. Certo, la Cdu/Csu ha tenuto, non è stata una disfatta, ma a quanto pare il partito che fu di Adenauer nel Dopoguerra e di Kohl all'epoca della riunificazione non andrà al Governo e sarà all'opposizione. Alla guida di una Germania per qualcuno non ancora del tutto unificata (l'indizio sta nella forza dell'estrema destra a Est) dovrebbe andare una coalizione formata da socialdemocratici, verdi e liberali, con la vicepresidenza ai verdi, ma non alla leader contestata Annalena Baerbock.

Il ministro uscente all'Agricoltura, Julia Klöckner ha perso il mandato diretto a Bad Kreuznach in Renania-Palatinato, ottenendo solamente il 29,1% dei voti lì e conquistando il mandato parlamentare in quanto capolista per la Cdu nella sezione statale in Renania-Palatinato. Analoga parabola per il segretario di Stato parlamentare al ministero federale dell'Agricoltura, Uwe Feiler della Cdu, che stacca il pass per il Bundestag grazie alla lista del Lander del Brandeburgo.

Come saranno le politiche agricole impostate dal nuovo Governo? Una domanda tutt'altro che banale, tenuto conto che la Germania è uno dei grandi paesi dell'Unione europea agricola insieme alla Francia (che andrà ad elezioni nella primavera del 2022). Quanto peseranno gli orientamenti dei verdi nell'agricoltura tedesca del futuro? Ad oggi è difficile dare una risposta definitiva e certa, visto anche l'elevato tasso di incertezza su chi guiderà il Governo (potrebbe non essere Olaf Scholz) e su chi chiamerà alla testa del ministero dell'Agricoltura.

Possiamo però affidarci alle indicazioni della vigilia delle elezioni contenute nei programmi, presumendo una nuova rotta con un Governo a trazione socialdemocratica. Maggiore attenzione al benessere animale (si arriverà a un'etichetta obbligatoria?) e alle sfide del climate change, con una Pac più orientata allo sviluppo rurale che agli aiuti diretti e, dunque, probabilmente con una maggiore attenzione al Secondo pilastro rispetto al Primo.

Quanto poi sarà forte l’alleanza con i Gruenen tanto più il ministero dell'Agricoltura tedesco assicurerà attenzione alla transizione ecologica e al biologico. La convivenza con i liberali della Fpd potrebbe al contrario privilegiare una certa attenzione al tema della food security, rilanciato prepotentemente dalla crisi covid-19 e dall'assalto ai supermercati nei primi momenti del lockdown che, come si è visto, è stata una dinamica diffusa in tutto il mondo occidentale.


I commenti del mondo agricolo: fate presto!

La prima reazione del presidente della DBV, l'Associazione degli agricoltori tedeschi, Joachim Rukwied, all'esito delle elezioni federali, è stata di accelerare sulla formazione di un nuovo Governo, avviando rapidamente colloqui esplorativi.
"Noi agricoltori abbiamo bisogno di chiarezza e prospettive politiche" ha affermato Rukwied. "Sia la Commissione per il futuro dell'agricoltura che la Commissione Borchert hanno proposto soluzioni, che devono essere riprese dalle parti. La priorità è garantire il futuro dell'agricoltura e delle zone rurali e l'obiettivo primario deve essere quello di prevenire una rottura strutturale e di far sì che gli allevamenti abbiano prospettive future e siano più valorizzati".

Sollecita attenzione sulla Politica agricola comune Martin Schulz, presidente dell'Associazione dei piccoli agricoltori tedeschi (ABL), raccomandando al nuovo Governo di "avere come priorità i regolamenti sulla Pac approvati dal Bundestag lo scorso giugno".

La celerità nella formazione di un Esecutivo è una priorità anche per Franz-Josef Holzenkamp, numero uno della DRV, la Federazione delle cooperative tedesche, in quanto "il profondo processo di trasformazione che sta interessando l'industria agroalimentare non lascia spazio a lunghe trattative di coalizione".

La "ristrutturazione del sistema alimentare, dal campo alla tavola" sarà il compito al quale il Governo tedesco sarà chiamato, secondo il presidente della Federazione dell'industria alimentare biologica (BOELW), il principe Felix Zu Loewenstein.

Le sfide dell'agricoltura tedesca impegnano il settore su più fronti, dalla riduzione delle emissioni e dell'impatto ambientale, con la questione del carico dei nitrati ancora da risolvere. Vi sono poi sfide di natura economica, con la crisi della suinicoltura dovuta ai focolai di peste suina africana, in seguito ai quali la Cina ha bloccato le importazioni dalla Germania, facendo così crollare il prezzo delle carni.
Le catene di approvvigionamento hanno cercato di fare quadrato, favorendo l'acquisto di prodotti tedeschi, ma i grandi numeri del paese impongono inevitabilmente strategie di sostegno all'export in grado di garantire un maggior valore aggiunto delle produzioni agroalimentari.

Un'altra emergenza che in Germania si fa sentire è quella dei cambiamenti climatici, fra siccità e inondazioni che, con la portata dei grandi corsi d'acqua tedeschi, creano ingenti danni su aree molto estese.
Poi c'è la questione del bio. La Germania rappresenta uno dei mercati più sviluppati per le filiere organic e l'obiettivo di raggiungere il 25% della Sau a biologico, come auspicato dalla strategia Farm to Fork.
Una delle soluzioni rilanciate a più riprese dal ministero dell'Agricoltura è legata allo sviluppo dell'agricoltura di precisione, ma per l'innovazione digitale – come nel resto d'Europa, d'altronde - serve una più ampia diffusione della banda larga, senza la quale le aree rurali continueranno ad avere difficoltà di collegamento.