Come mai è nato il progetto Vino patrimonio comune
La banca dati isotopica è stata sviluppata da tempo dal legislatore europeo con finalità di controllo nel settore vitivinicolo, ma questo strumento, implementato e gestito dalle autorità nazionali di controllo degli Stati membri Ue, non è consultabile dagli operatori privati.Nel settore privato, sempre su base europea, alcune insegne del commercio hanno avviato progetti di profilazione delle caratteristiche analitiche dei vini per tutelare principalmente i propri interessi contrattuali.
I percorsi avviati sino ad oggi, pertanto, o non sono consultabili dagli operatori privati o, quando promossi dal settore privato, prevedono la proprietà dei dati in capo a soggetti diversi dai produttori di vino: la mancanza di dati e riferimenti condivisi rispetto alla banca dati a cui tali sistemi privati attingono, aggiunge incertezze sulle rilevazioni.
Da queste considerazioni hanno preso spunto le imprese associate di Federvini e di Alleanza delle cooperative italiane-Agroalimentare, unite nell'esigenza di sviluppare percorsi comuni per garantire l'autenticità delle proprie produzioni.
Con la vendemmia 2020 sono stati mossi i primi passi quando, grazie alla collaborazione delle aziende e delle cooperative aderenti, sono stati effettuati i primi campionamenti dall'Università di Parma, partner scientifico dell'iniziativa. È stato così possibile realizzare la "Banca dati isotopica mosti/vini per la vendemmia 2020" costituita da dati relativi agli isotopi stabili dell'ossigeno e dell'idrogeno di campioni di mosti e vini provenienti da varie località italiane. La banca dati sarà progressivamente implementata per poter disporre di uno strumento sempre più performante e completo.
Da sinistra: Sandro Boscaini, presidente Federvini e Luca Rigotti, coordinatore settore vino Alleanza cooperative
Sandro Boscaini, presidente di Federvini dichiara: "Valore e autenticità: è da queste due parole che siamo partiti ed è a questi due aspetti che il nostro progetto guarda. L'appuntamento odierno offre una bellissima testimonianza: stiamo posando la prima pietra di una casa comune, che nasce sotto l'impulso dei nostri associati, ma la cui porta è aperta sin d'ora a tutti. Il nostro auspicio - anzi il nostro invito - è che nel progetto possano presto riconoscersi altri nostri colleghi, che possano aderire più enti ed organismi scientifici per lavorare insieme alla valorizzazione e tutela dell'autenticità del vino".
Il coordinatore del settore vitivinicolo dell'Alleanza delle cooperative agroalimentari Luca Rigotti dichiara: "L'obiettivo di questo importante progetto è raggiungere un più elevato livello di conoscenza delle nostre produzioni vitivinicole territoriali, un percorso che ci consente di mettere a disposizione delle associate uno strumento di autocontrollo e di maggiore consapevolezza. Consideriamo la firma di oggi - ha proseguito Rigotti - il punto di partenza di un'iniziativa e di una strada ambiziosa, che riteniamo necessaria perché in grado di contribuire alla maggiore tutela ed alla valorizzazione dei vini sui mercati".
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