Emerge dalle parole del ministro la consapevolezza innanzitutto di una macchina "complessa da governare" e di una materia che richiede il coinvolgimento delle istituzioni e del mondo delle imprese per promuovere l'eccellenza del made in Italy nell'ottica di crescita e di sviluppo, anche all'estero.
Sette punti chiave
In particolare, il ministro Centinaio articola il proprio programma secondo linee guida ben definite. Eccole: semplificazione e organizzazione; agricoltura, ricerca e formazione; la Politica agricola comune; il made in Italy; il sistema dei controlli agroalimentari; la pesca marittima; le altre politiche internazionali.Innanzitutto, semplificare
Il primo punto richiamato da Centinaio è un patto per la semplificazione tra governo e regioni, finalizzato a ridurre al minimo il peso della burocrazia, vero e proprio costo occulto per le aziende.È questo un passaggio prioritario, che coinvolge più livelli: l'organizzazione complessiva del ministero, per favorire un'interlocuzione semplice diretta con gli operatori, il mondo delle imprese agricole delle loro associazioni per muovere dalle loro istanze e dare risposte in tempi rapidi, ma anche i rapporti con l'Europa, che per Centinaio vanno resi più snelli e realmente funzionali al sostegno delle politiche agricole.
Ricerca e formazione
Quanto a ricerca e formazione, il ministro richiama la necessità di rendere la produzione più sostenibile dal punto di vista ambientale e i prodotti alimentari sempre più salubri e di qualità. Motivi che spingono la politica ministeriale verso una nuova stagione di sostegno all'innovazione, con una visione operativa del sistema della ricerca, favorendo modelli a rete, percorsi strategici verso l'agricoltura di precisione e progetti di ricerca per valorizzare il made in Italy e contrastare la contraffazione.Ne consegue una doverosa attenzione alla formazione professionale, necessaria presenza di tecniche produttive sempre più complesse e specifiche. "Bisogna investire in ricerca e innovazione in modo mirato, con lo scopo di fronteggiare le sfide del sistema agroalimentare", dice Centinaio. In questo contesto, un ruolo fondamentale lo possono giocare il Crea, il principale ente di ricerca applicata operativo a servizio delle aziende agricole e una maggiore incisività nell'intercettare le risorse per la ricerca nell'ambito dell'Unione europea, a partire da Horizon 2020.
Pac 2021-2027 bocciata
Bocciatura netta da parte del ministro Centinaio alla prossima riforma della Politica agricola comune, così come presentata dalla Commissione europea. "La proposta non è all'altezza delle sfide da affrontare - spiega - perché non tutela sufficientemente il reddito degli agricoltori sia per i tagli di bilancio sia per la mancanza di solidi meccanismi di protezione dei settori più esposti alla volatilità dei mercati. I tagli alla Pac danno un segnale politico sbagliato".In una fase peraltro di volatilità dei prezzi, di crisi internazionali e di variabilità climatica, il ministro ricorda che in Italia il 28% del reddito degli agricoltori deriva proprio dal sostegno della Pac, ridurlo sarebbe un suicidio. "Se gli incentivi finanziari diminuissero - dice infatti - si assisterebbe inevitabilmente a una preoccupante fuoriuscita di aziende dal circuito produttivo, con effetti negativi sull'ambiente e sulla struttura sociale, soprattutto nelle aree più fragili".
Respinti con forza anche i tagli delle risorse finanziarie proposti dalla Commissione. L'Italia è stata fortemente penalizzata nella fase 2014-2020 e dunque, chiosa, "non ci sono ragioni economiche per giustificare il processo di allineamento del valore dei contributi per ettaro, se i costi di produzione continuano ad essere fortemente disallineati tra paesi".
Anche se la riforma della prossima Pac sulla carta è un processo lungo e complesso e in primavera sono programmate le elezioni del Parlamento europeo, il ministro Centinaio non esclude che si raggiunga un'intesa prima della prossima primavera, tanto che si è reso disponibile a un confronto immediato con il Parlamento, per tradurre sui tavoli comunitari una posizione chiara dell'Italia.
Valorizzazione del made in Italy
Per valorizzare il made in Italy agroalimentare, che nel 2017 ha raggiunto i 41 miliardi di euro all'esportazione, occupa 800mila lavoratori solo nel settore primario e coinvolge 70mila aziende agricole under 40, il ministero delle Politiche agricole si concentra su alcune linee strategiche che vanno dal marketing territoriale come chiave di sviluppo sostenibile all'abbinamento di agricoltura e turismo (competenze congiunte in questo governo), passando per il rafforzamento delle politiche di filiera e l'integrazione di agricoltura e trasformazione."Dire 'Prodotto in Italia' non basta - esordisce Centinaio sul tema -. Per noi è prioritario riuscire a garantire rapporti migliori tra produttori agricoli e trasformatori, favorendo un aumento dell'utilizzo di materie prime nazionali da parte di questi ultimi e lavorando con strumenti che possono agevolare rapporti più forti, come i contratti di filiera per il sostegno di alcune aree produttive che attraversano fasi difficili come il latte, il riso, la carne, fino al pomodoro, gli agrumi, il grano". E nemmeno saranno lasciate indietro le filiere minori, dove l'Italia svolge un ruolo da protagonista, come ad esempio il florovivaismo.
Gli sforzi del ministero andranno anche nella direzione di garantire un percorso trasparente di formazione dei prezzi e di tracciabilità dei prodotti. Così, Centinaio annuncia iniziative a tutela del made in Italy, per adottare un sistema di etichettatura corretto e trasparente, che garantisca una migliore tutela dei consumatori e intervenendo sul regolamento 775 del 2018, approvato dal precedente governo, ma troppo debole. E sul versante dell'informazione ai consumatori Centinaio boccia la cosiddetta etichetta nutrizionale semaforo, ritenuta potenzialmente ingannevole e fuorviante.
Guardia alta dal Mipaaf anche per la difesa delle circa 900 indicazioni geografiche protette italiane relative a cibi e vini, attraverso il sostegno di progetti promozionali in Italia e all'estero.
Allo stesso tempo, il ministro punta a rafforzare il Piano strategico nazionale sul biologico, proprio allo scopo di sostenere "un settore in crescita, che oggi vede 1,8 milioni di ettari coltivati, 80mila operatori coinvolti e una crescita dei consumi del 20%".
Sulla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, il ministro ritiene necessario pianificare l'intervento fino al 2020, di concerto con il ministero dello Sviluppo economico, e favorendo una linea di sviluppo delle agroenergie, sfruttando il potenziale di valorizzazione degli scarti, dei residui della produzione agricola e della gestione forestale sostenibile.
Controlli e semplificazione
Il tema della semplificazione e della cooperazione degli operatori viene richiamato dal ministro Centinaio per promuovere "un sistema dei controlli agroalimentari che sia rigoroso, ma non vessatorio, funzionale alla tutela dell'identità del cibo italiano, in quanto gli stessi controlli sono diventati sempre di più fattore di marketing attivo, capace di posizionare verso l'alto la reputazione dei prodotti italiani".In quest'ottica l'attuale governo punterà a rafforzare la struttura di controllo antifrode, sviluppando parallelamente formule di comunicazione del sistema anche a livello internazionale.
La pesca
Su un tema di particolare rilievo, ma di competenza esclusiva dell'Unione europea, come la pesca marittima, il ministro Centinaio punta a sostenere la partecipazione dell'Italia nelle sedi dell'Ue e della Fao.L'Italia, anche attraverso le risorse finanziarie del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp), "ha tutte le potenzialità per riconquistare gli spazi di mercato oggi occupati dalle importazioni dai paesi terzi".
Le politiche internazionali
Sul versante delle politiche internazionali, in una fase molto delicata a livello mondiale, fra dazi annunciati e applicati, prove di forza tra superpotenze e debolezze dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), il ministro Centinaio promette forte attenzione agli aspetti agricoli degli accordi internazionali, che la Commissione europea sta negoziando con paesi terzi o associazioni regionali, affinché le esigenze del comparto siano pienamente rappresentate.Se l'accordo con il Giappone in fase di prossima stipula da parte dell'Unione europea sembrerebbe consentire una buona penetrazione nel mercato nipponico delle produzioni agroalimentari italiane, "il negoziato con i paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay), che è tuttora in corso, verrà seguito con grande attenzione dall'Italia, anche perché i miglioramenti tariffari proposti per alcuni prodotti potrebbero impattare negativamente sul alcuni settori".
Il ministero delle Politiche agricole intende sviluppare rapporti con le organizzazioni agricole, a partire da quella delle Nazioni Unite, e difendere gli interessi dei settori agricoli nell'Organizzazione mondiale del commercio e nel G-20.
"L'obiettivo strategico - rimarca il ministro - è quello della crescita delle nostre esportazioni in campo agricolo e alimentare, facendo leva sull'eccellenza, tipicità e autenticità delle nostre produzioni. In questo contesto, un punto fermo senza dubbio ancora una volta è la difesa e la valorizzazione del made in Italy, autentica ricchezza del nostro paese, che nasce dall'impegno dei nostri agricoltori, allevatori e dei trasformatori. Per fare questo - conclude Centinaio - dobbiamo ancora una volta contrastare in modo deciso le contraffazioni e i tentativi di imitazione come l'Italian sounding, fenomeno che danneggia pesantemente anche le nostre esportazioni".
Altrettanto chiaro sembra essere l'impegno del ministero a tutelare le indicazioni geografiche, uno dei punti di forza del nostro sistema, così come è stata già posta con forza a Bruxelles dal ministro Centinaio l'esigenza di proteggere quei prodotti sensibili e quei settori produttivi in maggiore difficoltà di fronte a forme di concorrenza sleale, come ad esempio il settore del riso o quello saccarifero, confrontato alla situazione di offerta eccedentaria conseguita alla liberalizzazione delle quote.
La ricchezza del patrimonio alimentare agricolo italiano rappresenta, per Centinaio, una chiave di volta non soltanto per incentivare le esportazioni, ma anche in termini di promozione turistica, che anche in forza di numerosi riconoscimenti Unesco assegnati ai paesaggi rurali, alla qualità del cibo e del vino, "rappresentano una fortissima attrattiva per i cittadini di tutto il mondo".
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