Il programma che il ministro per le Politiche agricole Gian Marco Centinaio ha presentato alle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato nei giorni scorsi e che ha declinato in sette punti chiave (semplificazione e organizzazione; agricoltura, ricerca e formazione; la Politica agricola comune; il made in Italy; il sistema dei controlli agroalimentari; la pesca marittima; le altre politiche internazionali), divide gli addetti lavori tra promozioni, critiche e suggerimenti.
 

Mondo bio diviso

Federbio esprime soddisfazione sui temi che riguardano la sostenibilità ambientale, la tracciabilità, i contratti di filiera e i distretti del cibo che comprendono anche il biologico, così come la spinta del ministro Centinaio verso la semplificazione burocratica e la creazione di una rete nazionale sulla ricerca e il consolidamento di un sistema di controlli efficace, dei quali anche il biologico ne trarrà benefici.

"Siamo fiduciosi sull'intenzione di rivedere e potenziare il Piano strategico nazionale per il settore biologico, purtroppo solo annunciato e lasciato privo di risorse dal precedente governo - commenta il presidente di Federbio Paolo Carnemolla -. Riteniamo positiva anche l'intenzione di aprire un confronto con le rappresentanze delle imprese su temi normativi anche a livello europeo, avendo come punto di riferimento primario la tutela del made in Italy agroalimentare. Chiediamo anche che si intervenga velocemente sul Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile degli agrofarmaci.
Per rispondere alle esigenze legate al crescente interesse da parte dell'agricoltura convenzionale alla conversione verso il biologico, riteniamo necessario dotare il paese di un sistema adeguato di formazione, linee tecniche e consulenza supportato dalla ricerca. L'obiettivo è consolidare ulteriormente, con le massime garanzie, la leadership italiana sui mercati europei e mondiali dei prodotti biologici, riducendo le importazioni di materie prime bio da paesi terzi"
.

Per Aiab, invece, sono "deludenti" in molti passaggi le linee programmatiche illustrate dal ministro Centinaio. Molti i punti che suscitano la preoccupazione dell'Associazione per l0agricoltura biologica. Tra questi, i riferimenti alla legge sul caporalato, l'apertura agli Ogm, la mancanza di ogni riferimento al settore del biologico e al suo ormai conclamato valore, sia in termini economici sia in termini ambientali.

"Non una parola è stata spesa - dice Vincenzo Vizioli, presidente di Aiab - su come mettere a valore questa risorsa che oltre ad avere grandi potenzialità di mercato porta un indiscusso e scientificamente provato contributo al contrasto ai cambiamenti climatici, un tema che sarà il cuore della nuova Pac.  Anche sulla ricerca si parla solo di agricoltura di precisione e non di sblocco delle risorse per il biologico, inspiegabilmente ferme da due anni. Sembra che al ministro non siano stati consegnati i numerosi dossier sul biologico e che non sia a conoscenza del dibattito in corso al Parlamento europeo sul nuovo Regolamento sul bio, che necessita di una presenza italiana chiara e molto determinata".
 
Tra i primi punti presentati da Aiab agli uffici del Mipaaf ci sono la messa in pratica delle linee guida sulla ricerca partecipata per il bio, la definizione di modi e tempi per un Piano sementiero nazionale per l'agricoltura biologica, un intervento sul decreto controlli, il chiarimento delle incongruenze del Registro sui mezzi tecnici autorizzati, l'apertura di un ragionamento sul biologico del futuro.
 

Olio, ok da Cno

"Gli olivicoltori italiani accolgono con soddisfazione le dichiarazioni del ministro Gian Marco Centinaio, che ha indicato tra le priorità del governo la tutela dei prodotti del made in Italy contro le frodi e l'italian sounding, maggiori controlli su qualità e tracciabilità, il rafforzamento della filiera olivicola e della cooperazione a tutela dei produttori e dei consumatori".

Così affermano i presidenti del Consorzio nazionale degli olivicoltori (Cno) e di Unasco, Gennaro Sicolo e Luigi Canino, che insieme rappresentano il 60% della produzione olivicola italiana.
"Questo cambio di passo nell'azione di governo, già registrato in questi giorni con la presa di posizione forte nella battaglia contro la Xylella - proseguono - era ciò che gli olivicoltori attendevano da tempo per rilanciare e valorizzare uno dei settori più importanti dell'economia agricola italiana".
 

Il Cib promuove il ministro

"Accogliamo positivamente le parole del ministro Centinaio. Puntare sulle bioenergie come fonte di integrazione al reddito delle imprese agricole è un segnale di attenzione importante verso un settore che ha investito negli ultimi anni oltre 4 miliardi di euro e creato 12mila posti di lavoro. Non possiamo che essere soddisfatti delle indicazioni date da Centinaio.
Come sempre auspicato dai produttori, il ministro ha definito necessaria la pianificazione, di concerto con il Mise, di un intervento sugli incentivi al settore di medio lungo periodo, almeno fino al 2020. Crediamo che questo sia l'approccio corretto, che riflette il ruolo strategico che la digestione anaerobica ha oggi in agricoltura, quale tecnologia in grado rafforzare la competitività e la sostenibilità ambientale delle aziende agricole, in particolare degli allevamenti zootecnici.
Attendiamo ora passi avanti nella stesura del cosiddetto decreto FER 2, per poter consolidare un settore, quello del biogas agricolo, secondo in Europa per numero di impianti"
, commenta il numero uno del Consorzio italiano biogas (Cib), Piero Gattoni.
 

Agromeccanici alla finestra

Per Gianni Dalla Bernardina, presidente della Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani, "Cai guarda con interesse il programma del ministro Centinaio, in particolare in merito al rilancio dell'agricoltura di precisione, della difesa della Pac e del made in Italy".
"La nostra organizzazione, che rappresenta 18mila imprese agromeccaniche su tutto il territorio nazionale - precisa - si rende disponibile a collaborare, dopo che sarà riconosciuto il ruolo sul fronte giuridico delle imprese agromeccaniche professionali, con il Mipaaf e gli enti di ricerca per una diffusione ampia di un modello di gestione del suolo e dell'attività agricola in grado non soltanto di favorire la sostenibilità, ma anche di certificare in maniera incontrovertibile l'origine della materia prima".
 

I parlamentari

Sul versante della politica, non sono molti i commenti, che potrebbero essere riassunti nella formula "promozione con riserva".

Anna Lisa Baroni (Forza Italia) si dice soddisfatta in quanto "tutti gli argomenti elaborati dal nostro dipartimento di Mantova sono stati portati all'attenzione del dicastero Agricolo, grazie anche all'esposizione del mio capogruppo Raffaele Nevi".
Baroni confessa che "l'analisi del ministro è stata ampia e completa, salvo che su un punto, quello dei voucher, per il quale Centinaio si è riservato di approfondire il discorso in un secondo tempo. E tuttavia manca, a mio avviso, l'individuazione di un metodo per risolvere i problemi, ma d'altronde il ministro si è insediato appena un mese fa e non possiamo pretendere di più".
È positivo, per la parlamentare mantovana componente della Commissione Agricoltura della Camera, l'obiettivo di dare semplificazione alle politiche agricole nazionali. "Oggi - aggiunge - si impone anche di puntare i piedi in Europa per rivedere tutta la Pac".

La vicepresidente della Comagri alla Camera, Susanna Cenni, invoca chiarezza sulla legge sul caporalato e sulle aziende agricole confiscate alla mafia. Inoltre Cenni ritiene "apprezzabili" le intenzioni del ministro, ma, "è necessario destinare più risorse alla ricerca sulla biodiversità, non solo alle biotecnologie".
Su alcuni aspetti, come l'attenzione al made in Italy e le etichette trasparenti"il ministro Centinaio fa benissimo: è giusto proseguire il lavoro del suo predecessore Martina". Tuttavia, secondo l'esponente Pd, "il ministro ha messo sul tavolo tanti temi, ma poi mancato di indicare le soluzioni".
 

Pressioni sul vino

Nel frattempo, su un tema molto caldo come quello del vino, alle prese con i ritardi del Testo Unico e le nomine del Comitato nazionale vini, Confagricoltura, Cia, Aci agroalimentare, Unione italiana vini e Federvini hanno chiesto un incontro proprio con il ministro Centinaio, confidando che si tratti di "un'occasione per confrontarsi e portare sul tavolo istituzionale le priorità d'azione che la filiera del vino ritiene necessarie e, a questo punto, irrevocabili. Le urgenze maggiormente sentite e non più prorogabili per il mondo del vino italiano riguardano - si legge in una nota - principalmente i decreti di attuazione del Testo Unico, provvedimenti necessari per implementare le semplificazioni e innovazioni introdotte dalla legge quadro entrata in vigore nel 2017. La filiera, in particolare, chiede che questa armonizzazione legislativa sia messa all'ordine del giorno dei lavori del ministero, soprattutto per gli effetti che tali provvedimenti possono avere in materia di controlli e certificazioni delle Dop e Igp, di anticontraffazione di schedario viticolo".