Porterò avanti a Bruxelles una grande sfida, chiedendo una normativa che identifichi in modo evidente l’origine dei prodotti, anche per quelli trasformati. Si tratta di una battaglia etica, oltre che economica e culturale”.
Il ministro delle Politiche agricole Mario Catania ha annunciato, durante l'assemblea nazionale Coldiretti svoltasi a Roma al Palalottomatica alla presenza di quindicimila delegati delle federazioni regionali e provinciali, di voler difendere in ambito europeo e nel mercato globalizzato, il valore aggiunto dell'agricoltura italiana, troppo spesso non riconosciuto alle aziende attraverso un equo corrispettivo economico.

Secondo il ministro, il consumatore deve essere messo in grado di riconoscere il prodotto italiano identificandone la qualità così da operare una scelta sicura e consapevole all'atto dell'acquisto.

 

Etichettatura e consumo di suolo

Il grande lavoro fatto dal dicastero di via XX Settembre per portare in primo piano a livello comunitario la questione dell'etichettatura dei prodotti è, assicura Catania, solo l'inizio di una lunga strada attraverso la quale si dovrà lavorare per riportare l'agricoltura, troppo a lungo considerata "settore residuale", al centro del modello di sviluppo nazionale arrivando a riconoscere anche il ruolo degli agricoltori nel mantenimento del patrimonio paesaggistico tanto caro al turismo.

A questo riguardo – ha annunciato il ministro - mi impegnerò anche perché l’Expo di Milano sia in grado di dare il giusto messaggio e un’adeguata immagine dell’agroalimentare italiano”.

Ridistribuire il valore lungo la filiera con responsabilizzazione della Gdo; conciliare agricoltura ed energie rinnovabili; portare le risorse della politica agricola a chi vive di agricoltura e generare un nuovo slancio al comparto mettendo mano anche alla pubblica amministrazione e alle regioni, gli obiettivi messi sul piatto da Catania.
A questi, il ministro ha aggiunto una nota sul consumo di suolo agricolo divenuto drammatico nel nostro paese. “Con Carlo Petrini e Sergio Rizzo il 24 luglio prossimo presenteremo un dossier contenente proposte concrete per fermare questo processo prima che sia troppo tardi. E' una questione cruciale - ha aggiunto -, soprattutto pensando al futuro e sono certo che l’intero Governo darà la massima attenzione al problema”.s

 

Made in Italy, ricetta vincente

La capacità imprenditoriale e l'unità di intenti dimostrate dal comparto agricolo esprimono, secondo il ministro dello Sviluppo economico Passera, l'identità nazionale il cui valore proprio perché "molte cose che mandano avanti il mondo non si comprano e non si vendono", è maggiore anche del contributo generato dal Pil agricolo che costituisce un pezzo importante dell'economia italiana.
Il ministro ha inoltre affermato di sentirsi  “molto impegnato nei confronti dell'agricoltura” settore che, grazie alla presenza di organizzazioni come Coldiretti, in un mercato globale '"goloso' di “prodotti particolari”, detiene una grande ricetta per la crescita rappresentata dal made in Italy. “Per questo – ha concluso -, abbiamo ricostruito l'Ice dove ora il settore agroalimentare è rappresentato direttamente”.

La presenza del ministro Passera ha spinto Franco Manzato, assessore della Regione Veneto all'Agricoltura, ad augurare che il suo intervento non sia un atto formale ma che serva ad acquisire alcuni dati di realtà quali ad esempio la condizione di sempre maggiore povertà delle famiglie italiane che non possono, quindi, sopportare ulteriori 'vessazioni' come l'aumento dell'imposta sul valore aggiunto di cui si è recentemente parlato.

 

Dal dire al fare

Annoto quanto è stato detto che basta per i prossimi mesi – ha affermato il presidente Coldiretti, Sergio Marini, sancendo gli impegni presi dai ministri con un elenco nel quale ha inserito etichettatura, semplificazione e internazionalizzazione. Facciamole insieme fino in fondo – ha aggiunto – e su questo misureremo la vostra azione”.

"A Bruxelles per la riforma della Pac - sottolinea Marini - si sta facendo il possibile e l'impossibile, ma, le parti importanti di questo governo, mantengono una insufficiente consapevolezza del ruolo dell'agricoltura” e subito dopo ha citato la mancata convocazione di una rappresentanza agricola al tavolo sulla riforma del lavoro.

Secondo l'analisi del presidente, all'agricoltura italiana non servono dimensioni, economie di scala e bassi costi di produzione ma un impianto legislativo che sappia dare il giusto valore al comparto e sappia promuoverne la penetrazione nei mercati internazionali.

In linea con i principi Coldiretti anche Slow Food che ha partecipato all'incontro nella persona di Carlo Pedrini, suo fondatore e presidente, il quale ha centrato un punto chiave sottolineando la differenza tra 'prezzo' e 'valore' dei cibo.

Importante il messaggio di un futuro di collaborazione e coimprenditorialità di Vincenzo Tassinari, presidente di Legacoop che ha colto l'occasione per annunciare il lancio - a settembre nell'ambito di una giornata di confronto con l'agricoltura italiana -, di progetti concreti per il settore.

Non è mancata, anche se non in diretta ma proveniente da un messaggio scritto e inviato al presidente Marini, la voce di Giorgio Napolitano che ha sottolineato il ruolo chiave tanto di Coltiretti quanto delle altre associazioni, in una difficile contingenza quale quella in cui versa l'Italia oggi.