Aumenta ancora il prezzo del Pecorino romano Dop sulla piazza di Milano, mentre resta stabile il latte di pecora all'ovile in Sardegna. L'ultimo aumento di prezzo per il formaggio sardo è avvenuto lo scorso 25 gennaio, con un rialzo di 10 centesimi che lo ha portato sui valori massimi a 8,15 euro al chilogrammo (+1,3% sul 18 gennaio 2021). Il tutto mentre i prezzi del latte ovino sardo sono di nuovo completamente fermi. Intanto il Consorzio tutela del Pecorino romano Dop celebra la campagna di produzione 2019/2020 come preziosa e portatrice di grande equilibrio tra domanda e offerta: occasione da sfruttare per consolidare i mercati dove già il formaggio è presente e aprirne di nuovi.
 

Sale ancora il prezzo a Milano

Il Pecorino romano Dop - stagionatura di cinque mesi e oltre da produttore - e alle condizioni di "franco magazzino di stagionatura", e Iva esclusa, il 25 gennaio 2021, alla Borsa merci di Milano è stato fissato a 7,95 euro al chilogrammo sui minimi e 8,15 euro sui massimi, registrando un ulteriore incremento sulla seduta del 18 gennaio.
Si tratta del settimo aumento dal 28 settembre registrato sul valore di mercato a Milano del tipico formaggio sardo, dopo la lunga stasi ed un prezzo che si era mantenuto sui 7,20-7,50 euro al chilogrammo dalla seduta del 30 marzo 2020 in poi. Da quei valori il prezzo medio si attesta ora a 8,10 euro al chilogrammo, denotando un tasso di crescita del 10,2%.
 

Prezzi e statistiche

Secondo il Clal, il Pecorino romano, il cui prezzo è tradizionalmente la base di calcolo di quello del latte ovino sardo, ha ora - su gennaio 2021 - un valore medio mensile di 7,95 euro al chilogrammo: superiore a quello di gennaio 2020 del 11,71%, quando il prezzo medio mensile era attestato a 7,12 euro al chilo. E il prezzo medio del tipico formaggio sardo tra gennaio e dicembre 2020 - pari a 7,37 euro al chilo - risulta maggiore del 14,96% rispetto allo stesso valore calcolato nel medesimo periodo del 2019. Con la fissazione dei prezzi di ieri, il formaggio della Sardegna si tiene ben al di sopra del livello medio raggiunto a dicembre 2018 - 5,60 euro al chilo - quando era ormai iniziata la crisi del prezzo, culminata poi con le manifestazioni degli allevatori del 2019.
 

Latte ovino, in Sardegna prezzi stabili a gennaio

Intanto, il prezzo del latte ovino in Sardegna - a campagna lattiero casearia 2020/2021 entrata nel vivo - perviene alla stabilità rispetto all'ultimo monitoraggio di AgroNotizie relativo ai prezzi rilevati da Ismea tra l'8 ed il 15 gennaio, che erano risultati in lieve flessione su fine novembre e prima decade di dicembre 2020. Ecco le ultime due distinte rilevazioni effettuate di recente e nello stesso giorno dall'Istituto, relative a condizioni territoriali e di mercato diverse.

Secondo Ismea, il prezzo al lordo dell'Iva e franco azienda nella rilevazione del 22 gennaio 2021 oscilla tra un minimo di 75 centesimi di euro al litro ed un massimo di 82 centesimi, per un prezzo medio di 78,5 centesimi (stabile sul 15 gennaio) ed un valore prevalente di 80 centesimi.

Sempre il 22 gennaio scorso Ismea rileva poi su base settimanale i prezzi del latte ovino in Sardegna, in una diversa situazione territoriale e di mercato, tra gli 80 e gli 85 centesimi al litro di massima quotazione, per un prezzo medio di 82,50 euro. Sono quelli più alti rilevati, e Ismea li qualifica come stabili sulla settimana precedente.
 

Consorzio tutela Pecorino romano, campagna 2019/2020 senza eccedenze

La campagna 2019/2020 ha restituito 285mila quintali di Pecorino romano Dop da immettere sul mercato. Di questi, 110mila quintali saranno venduti negli Stati Uniti, 55mila in Europa, 4.500 in Canada, 2.500 in Giappone, 2.000 nel resto del mondo, circa 100mila in Italia e, infine, 15mila quintali sono stati destinati ai bandi Agea per indigenti. "La campagna si è conclusa positivamente, la produzione è stata adeguata al fabbisogno del mercato senza che si siano generate eccedenze - dice il presidente del Consorzio di tutela, Gianni Maoddi -. Questo significa che il sistema è in equilibrio, ed è un risultato fondamentale, i consumi e i prezzi di vendita in crescita lo dimostrano".
 

Inizio di campagna 2020/2021 con sprint

Non preoccupa il dato del primo trimestre della campagna di produzione 2020/2021 (che corrisponde all'ultimo trimestre dell'anno), che registra un incremento della produzione pari all'81%. "E' un dato che per il momento non ci spaventa, perché se in termini percentuali è alto, in quantità assolute rappresenta 10mila quintali in più, che in un mercato in equilibrio è una quantità gestibile", spiega Maoddi.

"Sono dati che vanno visti in prospettiva, vanno cioè spalmati sull'intera produzione dell'anno e non rispetto al singolo mese o trimestre - aggiunge il presidente - L'incremento è dovuto prima di tutto alle condizioni climatiche, abbiamo avuto un autunno eccezionale, mite e piovoso. Mi risulta poi che il bestiame in diverse zone dell'isola è entrato in produzione in anticipo, con condizioni climatiche particolarmente favorevoli, ma sono convinto anche - come stanno dimostrando i numeri della prima metà di gennaio - che questo aumento si ridimensionerà parecchio. Anche perché - ricorda Maoddi - l'inizio anticipato della produzione presuppone anche una fine anticipata".
 

Le conseguenze del lockdown

"La necessità di fare la spesa con meno frequenza possibile ha indotto i consumatori a comprare prodotti stagionati e dunque è aumentata la vendita di Pecorino romano nella grande distribuzione - ricorda Maoddi - dove è stata rilevata una forte attenzione da parte dei clienti nei confronti delle Dop, considerate garanzia di qualità".
In ogni caso, secondo il presidente del Consorzio "le giacenze di magazzino devono essere considerate una opportunità e non un limite, anzi, una risorsa su cui poter contare per affrontare mercati diversi e sviluppare nuovi progetti: ovviamente, è fondamentale la programmazione finanziaria".
 

Gli obiettivi per il 2021 alla conquista del Belpaese

E, a proposito di mercati, l'obiettivo del Consorzio per questo 2021 è già fissato: espandersi e consolidarsi sul mercato italiano. "Quest'anno vogliamo crescere a casa nostra, nel nostro paese, per far scoprire ancora di più il nostro prodotto in tutte le sue caratteristiche e per aiutare l'economia nazionale dopo i danni dovuti alla pandemia", sottolinea Maoddi. "Continueremo a curare i mercati esteri e a incrementarli, ma nei prossimi mesi l'Italia sarà l'obiettivo centrale. Il Pecorino romano non è più solo un ingrediente o un prodotto da grattugia: grazie all'evoluzione degli ultimi anni, può vantare caratteristiche di prodotto da tavola eccellenti, ed è anche su questo che vogliamo puntare - conclude Maoddi - per conquistare nuovi palati fra aperitivi, antipasti e spuntini".