Questo quanto emerso nel convegno sul melo che si è tenuto a San Michele all'Adige lo scorso 14 novembre ed in cui sono stati presentati i bilanci fitosanitari delle province autonome di Trento (a cura di Claudio Panizza, Cristina Tomasi e Matteo De Concini) e Bolzano (a cura di Peter Runggatscher e Robert Wiedmer), e delle regioni Friuli Venezia Giulia (a cura di Barbara Oian, Giorgio Malossini, Luca Benvenuto, Chiara Zampa), Veneto (a cura di Lorenzo Tosi, Nicola Varalta e Raffaele Ferraro), Emilia Romagna (a cura di Riccardo Bugiani e Alda Butturini), Lombardia (a cura di Paolo Culatti e Martino Salvetti), Piemonte (a cura di Luca Nari) e Valle d'Aosta (a cura di Rita Bonfanti e Sandro Dallou).
Nel 2018 e nel 2019 le frequenti precipitazioni primaverili hanno favorito numerose infezioni primarie di ticchiolatura, ma complessivamente le strategie di difesa messe a punto negli ultimi anni e la puntuale applicazione dei prodotti fitosanitari disponibili hanno consentito di contenere sufficientemente la patologia.
Globalmente nella norma e senza criticità la difesa dall'oidio e dai cancri rameali, mentre tra le patologie da evidenziare l'alternaria, più preoccupante nel 2018, ma ben contenuta nel 2019. Ancora senza soluzione la patina bianca, anche se negli ultimi due anni i danni sono stati sufficientemente contenuti.
Tra i fitofagi, pur con strategie diversificate nelle diverse regioni, la carpocapsa è stata ben contenuta con un diffuso impiego della confusione sessuale, che è stata prevalentemente attuata attraverso aerosol. Il 2019, che è conciso con l'uscita dal mercato dei neonicotinoidi, è stato un anno difficile per gli afidi anche a causa del particolare andamento climatico della primavera con temperature alte inizialmente e poi con fioritura prolungata che, dopo i trattamenti pre-fiorali, ha ritardato la tradizionale applicazione post-fiorale. Ancora aperto il tema dell'afide lanigero, in crescita anche nell'ultimo periodo, ma che diventerà molto problematico nei prossimi anni per i quali è ancora in discussione la possibilità di poter impiegare il Clorpirifos etile e il Clorpirifos metile.
Tutto sommato non particolarmente problematici tutti gli altri fitofagi, quali la Cydia molesta e la mosca, mentre sono sostanzialmente scomparsi i ricamatori.
Ma come anticipato in apertura la cimice asiatica ha pesantemente colpito le diverse aree produttive e di conseguenza tutte le strategie di difesa sono state riviste aumentando l'impiego dei prodotti attivi nei confronti della cimice, che hanno finito per limitare anche lo sviluppo degli altri fitofagi. Nei prossimi anni da seguire con attenzione l'evoluzione degli acari che potrebbero non essere più adeguatamente controllati dai loro predatori a causa dell'incremento del numero dei trattamenti con prodotti ad ampio spettro utilizzati per la difesa dalle cimici.
Le relazioni saranno disponibili in questi giorni sui siti dell'Aipp e delle Giornate fitopatologiche, mentre una sintesi delle relazioni verrà presentata alle prossime Giornate fitopatologiche che si terranno tra il 3 e il 6 marzo a San Lazzaro (Bologna).