Dal meccatronico al tecnico delle “nuove frontiere” esperto in linguaggi macchina, dall'esperto di agroenergie al venditore 2.0, per i giovani aumentano le possibilità di inserimento professionale nella filiera agromeccanica italiana.

Infatti, secondo stime dell'Unacma, l'unione nazionale commercianti macchine agricole, il comparto potrebbe generare, in un arco di tempo di tre anni, una domanda potenziale di circa mille nuove figure professionali ad alta specializzazione, che potrebbero essere inserite all’interno delle  imprese costruttrici di macchine agricole, della rete distributiva dei dealer e dei centri di assistenza. Ad essere richiesti sono soprattutto i tecnici meccatronici, speciaizzati nello sviluppo di soluzioni integrate tra meccanica, informatica ed elettronica, e i venditori 2.0, dotati di forti competenze in ambito tanto commerciale quanto tecnico.

Insomma, a differenza di quanto accade in altri settori economici del nostro Paese, l'agromeccanica continua, malgrado la crisi, a caratterizzarsi per una domanda di lavoro piuttosto vivace. Ciononostante, il sistema formativo italiano non sembra avere le carte in regola per orientare i giovani verso tali opportunità.

Ed è proprio per questo, vale a dire per agevolare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro nella filiera e per indirizzare i giovani verso percorsi formativi in linea con le richieste dal settore, che Enama e Unacma hanno promosso Mech@griJobs. L'iniziativa, lanciata nel corso dell'edizione 2013 di  Agrilevante, la rassegna barese dedicata alle tecnologie per l'agricoltura, ha subito riscosso un grande successo con la partecipazione di 300 studenti. E anche per la tappa bolognese di Mech@griJobsS si preannuncia il tutto esaurito grazie a più di 650 prenotazioni raccolte tra studenti e docenti.

"Nonostante la crisi della domanda interna, il comparto agro-meccanico si conferma come uno dei settori di punta del nostro Paese – spiega il direttore dell'Enama, Sandro Liberatori -; basti infatti pensare che nel 2013, grazie alla competitività delle nostre imprese sui mercati esteri, il valore complessivo della produzione ha raggiunto i 7,8 miliardi di euro, avvicinandosi così ai valori record toccati nel 2008. Insomma, l'industria agromeccanica italiana gode di buona salute ed è in grado di offrire importanti opportunità di inserimento e di crescita professionale alle giovani generazioni. Tuttavia è fondamentale che i ragazzi abbiano le idee chiare sul proprio futuro e sulle possibilità di offerte dal settore. Con particolare riguardo alla meccatronica, alla tecnologia Isobus e all’internazionalità".

Da questo punto di vista, l'agricoltura in generale e l’agromeccanica in particolare hanno vissuto, sull’onda dell’innovazione tecnologica, una profonda trasformazione. L’exploit delle energie rinnovabili; il “boom” della robotica, dell’elettronica e della meccatronica; il peso crescente della multifunzionalità (imprese con attività anche in settori extra-agricoli) e la crescente automazione delle operazioni colturali hanno lanciato nuovi profili professionali. Come il tecnico “nuove frontiere”, specializzato nei linguaggi macchina; il meccatronico, che sviluppa soluzioni basate sulla sintesi tra meccanica, informatica ed elettronica, o l’esperto di agro-energie.

"L’agricoltura 2.0 non ha soltanto determinato la nascita di nuovi figure professionali; ha cambiato radicalmente quelle “tradizionali” - osserva Gianni di Nardo, segretario generale Unacma –. I dealer, ad esempio, sono diventati veri e propri consulenti d’acquisto, con una conoscenza del prodotto così approfondita e specializzata da orientare i propri clienti sui modelli più in linea con le diverse esigenze operative. Ma penso anche ai meccanici, che oggi devono essere in grado di intervenire su macchine molto complesse ed avanzate che integrano meccanica, elettronica, informatica. Noi vogliamo assecondare il cambiamento. Ed è proprio per questo che, oltre agli incontri formativi, nello spazio di Mech@griJOBS è stata allestita un’area dedicata alle alle richieste e offerte di lavoro".

"La vera partita – aggiunge Liberatori – si gioca sul medio-lungo periodo: l'incremento della popolazione mondiale, e quindi della domanda globale di cibo, non potrà che spingere verso un settore primario sempre più sostenibile e ad alto rendimento. Ed è in questo campo che, a fronte di risorse limitate, le nuove professioni dell'agro-meccanica possono alzare l'asticella della produttività"

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