Il momento del nuovo trilogo sulla Pac si avvicina, dopo la fumata nera di fine maggio.
 
Il momento sarà fondamentale anche per capire che direzione prenderà la gestione del rischio agricolo con la nuova Politica agricola comune che entrerà in vigore a partire da gennaio 2023.

Intanto, alla terza edizione dell'AgriRisk Festival, tenutosi a Riva del Garda e organizzato da Asnacodi con la collaborazione di Codipra e Condifesa Bolzano, l’europarlamentare Herbert Dorfmann, seppure in collegamento video con la platea di agricoltori ed addetti ai lavori riuniti fisicamente al Centro congressi, ha dato anticipazioni sulla direzione che si sta prendendo per quanto riguarda la gestione del rischio agricolo.

Tutto dipende ovviamente dall'esito del trilogo ma, se tutto dovesse andare come si spera e l'esito questa volta fosse positivo, la nuova gestione del rischio prevederà obbligatoriamente la contribuzione da parte degli agricoltori a un Fondo di mutualità nazionale per i rischi catastrofali (gelo, siccità, alluvioni) tramite il Primo pilastro della Pac. A questo fondo, per la parte privata, contribuirebbero con un 3% di prelievo degli aiuti tutti gli agricoltori che ricevono sostegni economici tramite il Primo pilastro. D'altra parte, gli eventi catastrofali stanno diventando sempre più frequenti e, come noto, le aziende agricole italiane non hanno grande propensione ad assicurarsi: secondo l'ultimo rapporto Ismea, nel 2020, le aziende assicurate erano 76mila contro 705mila aziende agricole che beneficiano di pagamenti Pac.
 
"La vera novità - ha detto Dorfmann in collegamento con la platea - è la questione del 3% dal Primo pilastro, soldi che potranno essere utilizzati per la gestione del rischio. È una proposta italiana, è ormai accettata nell'ambito del trilogo quindi non se ne parlerà più, il passaggio è consolidato ed è una proposta affascinante". Ovviamente, perché diventi realtà, è necessario che il trilogo vada a buon fine.

Anche Paolo De Castro, coordinatore S&D della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, ha confermato l'orientamento. "Voglio sottolineare l'impegno - ha detto in un messaggio registrato per gli intervenuti all'AgriRisk Festival di Riva del Garda - del 3% dal Primo pilastro per sostenere le assicurazioni e per creare un circuito virtuoso che possa spingere gli agricoltori ad assicurarsi, solo questo può permettere di abbassare i premi e rendere più ampia la possibilità per gli agricoltori di affrontare drammi legati ai cambiamenti climatici".

Anche Albano Agabiti, presidente Asnacodi, ha commentato la possibile novità in tono positivo, una precisa scelta anche di Asnacodi. "In pratica - ha detto - si arriverebbe a una gestione del rischio obbligatoria, pensiamo sia una scelta importante, non possiamo trovarci ogni anno che, davanti a calamità importanti, c'è un tessuto di imprese che rischia di saltare e non avere continuità".