Cambio della guardia ad Agrinsieme, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, dove Franco Verrascina ha ricevuto il testimone della presidenza da Giorgio Mercuri.
 

Il nuovo coordinatore

Nato a Grottole, in provincia di Matera, nel 1956, Verrascina è stato vicepresidente dell'Unione di produttori olivicoli Unasco e presidente dell'Unace, l'Unione nazionale del comparto dei cereali, nonché componente del Comitato nazionale Inps coltivatori diretti, del Comitato grandi colture arabili della Commissione europea e dell'esecutivo dell'Effat, la Federazione europea dei sindacati dei settori alimentari, agricoltura e turismo.

Dal 2010 è presidente di Copagri, organizzazione professionale agricola a vocazione generale presente su tutto il territorio nazionale, che rappresenta inoltre in seno al Cnel, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro.
 

L'unione che fa la forza

Nato all'inizio del 2013 e giunto al sesto anno di attività, Agrinsieme rappresenta oltre i due terzi delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata e oltre 800mila persone occupate nelle imprese rappresentate. Come aggregazione economica, rappresenta il 35% del fatturato agroalimentare italiano.
Frutto della buona volontà e degli sforzi dei suoi componenti di dare al settore una voce quanto più possibile unica, Agrinsieme continua la propria attività all'insegna di una comunanza di intenti e di lavoro tra soggetti che rappresentano l'intera filiera e che vogliono trovare nuovi modelli di sviluppo rispetto alle sfide del mercato: dalla produzione alla trasformazione, alla fase commerciale.

Agrinsieme si propone come portatore di un nuovo modello di rappresentanza, che integra elementi e valori eterogenei che si esaltano in una strategia unitaria fortemente orientata a un futuro comune che va costruito proponendosi come interlocutore unico e deciso nei confronti della politica e delle istituzioni nazionali e comunitarie. In questa ottica va inquadrato l'articolato programma d'azione del coordinamento nel 2018 e nel 2019.
 

Le nuove sfide

Nell'attuale delicata fase che vede il Governo nazionale appena insediatosi e in vista delle elezioni europee del 2019, Agrinsieme si impegnerà fortemente per la stabilità di governo e parlamentare, rimarcando che le imprese hanno bisogno di saldezza di politiche e di intenti. 
Il settore agroalimentare deve essere considerato centrale e nevralgico, e dovrà essere supportato e protetto intervenendo sui mercati in crisi, rilanciando i consumi, rafforzando l'export, rinsaldando le filiere e proponendo nuove politiche di green economy, produzione sostenibile e gestione del territorio. Non dovrà essere trascurato il lavoro per favorire il ricambio generazionale e l'innovazione tecnologica delle aziende agricole italiane, nonché l’accesso al credito delle imprese del primario.

"Il lavoro di Agrinsieme vuole dare il giusto contributo alla discussione sull'agricoltura che abbiamo, guardando all'agricoltura che vogliamo e alle sfide che ci attendono, iniziando con l'avviare una seria riflessione sul modo con il quale ci poniamo e ci presentiamo ai nostri associati", ha detto Verrascina.
 

Europa

Per Agrinsieme essere "uniti nella diversità" deve tornare a essere il principale obiettivo dell'Unione europea e bisogna pertanto lavorare per fare sintesi tra gli interessi diversi dei diversi Stati membri puntando a obiettivi comuni. Il peso della rappresentanza italiana in ambito comunitario deve aumentare. "Senza Europa non c'è futuro per il paese, - ha detto Verrascinacosì come senza regole comuni non c'è futuro per l'Europa. Vanno però rivisti gli automatismi e i troppi vincoli finanziari che hanno fin qui regolato i rapporti di forza all'interno dell'Unione europea. Diciamo no al solo rigore e sì alla flessibilità e a scelte politiche coraggiose".
 

Pac post 2020

Per Agrinsieme è fondamentale partecipare da protagonista al dibattito aperto sul Quadro finanziario pluriennale e sulle proposte di regolamenti presentate della Commissione europea, schierandosi nettamente contro i paventati tagli al bilancio agricolo comunitario. E' assolutamente necessario che venga mantenuto un budget adeguato per la Pac post 2020, sulla quale non può ricadere il conto della Brexit.

Per il coordinamento serve una presa di posizione forte sui tavoli comunitari, che garantisca maggiore equilibrio tra paesi del Mediterraneo ed Europa continentale poiché la pressione di questi ultimi si è rivelata spesso schiacciante. Per farlo si dovrà portare avanti e rafforzare l'azione di coordinamento, avviata a settembre 2016, che coinvolge le organizzazioni del mondo agricolo e cooperativo di cinque paesi dell'Ue (oltre all'Italia, Spagna, Francia, Portogallo e Grecia), che da soli rappresentano il 45% del valore della produzione agricola e della spesa comunitaria per il settore. 
La politica europea andrà orientata verso le esigenze dell'economia reale, del sistema delle imprese, dell'occupazione e di una nuova politica sociale. La nuova Pac dovrà favorire l'innovazione, l'aggregazione, il legame con il territorio, l'orientamento al mercato interno e internazionale, l'efficace gestione del rischio e la tutela del reddito anche rispetto alla instabilità e alla volatilità dei prezzi.

Agrinsieme esprime forte preoccupazione per i Piani strategici nazionali, che meritano una più approfondita riflessione, con particolare riferimento al rischio di una possibile rinazionalizzazione della Pac e di far venire meno i principi sui quali si basa il mercato unico. La flessibilità lasciata agli Stati membri rischia di generare irreparabili distorsioni di mercato; in questo senso, secondo il coordinamento, l'esecutivo comunitario si troverebbe a dover interpretare il ruolo di controllore. Altre perplessità sono generate dal capping e dal meccanismo della convergenza esterna, che nelle intenzioni dell'esecutivo comunitario mira a uniformare i livelli dei pagamenti diretti tra gli Stati membri, ma che va a discapito del valore dei titoli nazionali.


Psr

Per Agrinsieme va istituita una cabina di regia nazionale, che delinei un piano finalizzato alla completa e qualificata spesa dei fondi Psr evitando il rischio di disimpegno. A tale cabina di regia, che nelle intenzioni di Agrinsieme deve riunirsi con cadenza regolare, devono partecipare rappresentanti del Mipaaf, delle regioni, delle organizzazioni agricole e di tutti gli stakeholder.

Per quanto riguarda la semplificazione amministrativa del Psr, Agrinsieme ritiene di fondamentale importanza che le banche dati siano aggiornate, accessibili, accreditate dai sistemi e armonizzate a livello regionale.
 

Scambi commerciali

Agrinsieme continuerà a lavorare per la valorizzazione delle produzioni nazionali, con particolare attenzione all'impatto sui mercati e sul reddito degli agricoltori di eventuali nuove concessioni commerciali. Favorevole a tali accordi, il coordinamento chiede però che si conduca sempre un'analisi preventiva sull'impatto di eventuali nuove concessioni commerciali per un costante monitoraggio degli effetti sui mercati e si valutino meglio le condizioni che i paesi terzi impongono all'import di prodotti agricoli e a tutte le barriere tariffarie e non tariffarie che i nostri operatori si trovano a fronteggiare.
"Essendo cresciuto molto l'import di materie prime e prodotti agricoli, va necessariamente condotta un'analisi di competitività sulla situazione attuale dei mercati" ha spiegato Verrascina. "Si è arrivati al caso paradossale di una produzione tipicamente italiana, come quella agrumicola che negli ultimi dieci anni è stata costretta a ridurre la produzione di agrumi del 16%, mentre è aumentato l'import del 145%, spesso anche con notevoli problematiche fitosanitarie. E' necessario dunque promuovere una nuova consapevolezza e mantenere alta l'attenzione del Governo e delle istituzioni comunitarie".
 

Internazionalizzazione

Per Agrinsieme è fondamentale perseguire una politica di internazionalizzazione delle imprese agroalimentari, che definisca chiaramente e nel dettaglio obiettivi, strategie, strumenti e soprattutto risorse ed è necessario a tal fine gestire gli strumenti di sostegno economico, sia nazionali che europei, finalizzati all'internazionalizzazione, così come le iniziative di accompagnamento delle imprese nei mercati esteri.
 

Consumi

Secondo Agrinsieme è necessario un tangibile impegno anche per promuovere i consumi interni e la produzione made in Italy. Bisogna perseguire una politica della qualità, che attraverso accordi di filiera e con la grande distribuzione avvicini i consumatori alle eccellenze agroalimentari nazionali, rendendole maggiormente accessibili a una più ampia platea di cittadini.
 

Semplificazione

Agrinsieme continuerà a portare avanti una sistematica azione per una sempre maggiore semplificazione burocratica e amministrativa. Secondo il coordinamento si dovrebbe cercare di adeguare gli adempimenti alla tipologia di realtà aziendale, differenziando complessità ed eccessiva onerosità per aziende piccole e grandi. Strade da percorrere sarebbero quelle di un buon coordinamento basato sullo scambio di dati informatizzati e dello strumento del registro unico: elementi con cui si può monitorare lo stato di ogni azienda evitando di sottoporla a ridondanti controlli di organismi diversi che ne bloccano di fatto l'attività.
 

Occupazione

Ad avviso di Agrinsieme vanno sviluppate misure che da una parte favoriscano l'incontro tra la domanda e l'offerta di lavoro in agricoltura e dall'altra il reperimento di manodopera specializzata e qualificata. La strada per uscire dal tunnel della crisi passa per la specializzazione e l'innovazione, temi sui quali si dovrà necessariamente puntare.

Sul fronte del lavoro agricolo, Agrinsieme è favorevole al ripristino del voucher, uno strumento che si è rivelato di fondamentale importanza per molte forme di lavoro stagionale.
 

Ricerca

Per Agrinsieme non è più rinviabile l'avvio di una seria e proficua riflessione sul ruolo della ricerca e dell'innovazione nel comparto primario, che indirizzi il dibattito al miglioramento della qualità, della redditività e della produttività. Si dovrebbe instaurare un rapporto diretto e biunivoco in quei settori ove il progresso tecnico, lo sviluppo di nuove tecnologie e l'applicazione di queste nuove metodiche, frutto di un trasferimento di esperienze continuativo tra mondo della ricerca e mondo dell'agroalimentare, possa consentire un reale progresso del settore agroalimentare e un vantaggio per l'agricoltura intera.
Il coordinamento ritiene necessario sgombrare il campo da tutte quelle idee preconcette che in questi ultimi decenni hanno bloccato lo sviluppo della ricerca in Italia, impedendo di fatto un progresso che avrebbe potuto contribuire allo sviluppo agrario in modo molto più significativo e con enormi vantaggi anche per la nostra bilancia agroalimentare.
 

Frammentazione

Per Agrinsieme è fondamentale continuare a lavorare per superare l'attuale frammentazione all'interno della rappresentanza e promuovere una sempre maggiore e più coesa aggregazione, per presentarsi in maniera compatta e unitaria sui tavoli delle trattative nazionali e comunitarie. 
"Dobbiamo far affermare la concreta idea di un settore agroalimentare fondato su una logica di vero sistema" ha spiegato Verrascina. "Se il prodotto finito s'identifica con un buon nome del made in Italy, riconosciuto unanimemente a livello internazionale, è perché nell'idea collettiva lo stesso prodotto è portatore di valori che richiamano la sua origine, la produzione agricola nazionale, il legame con il territorio italiano, con quel patrimonio di varietà che è una realtà unica al mondo. Occorre quindi remare con eguale, intensa energia per risultati che rechino a cascata concreti benefici per tutti i suoi artefici, dall'impresa al territorio, passando per il centrale benessere del cittadino-consumatore. Tutto ciò significa dare risposte in termini di redditività per gli agricoltori".

Di fondamentale importanza è anche continuare a lavorare sugli obiettivi stabiliti dall'Unione europea per costruire una rete efficace di Organismi interprofessionali e Organizzazioni di produttori, in grado di garantire una maggiore integrazione tra i vari anelli della filiera alimentare, allo scopo di migliorare la competitività dei produttori primari. Oltre alla semplificazione delle procedure amministrative, il risultato si può raggiungere, secondo Agrinsieme, favorendo l'orientamento al mercato, le logiche imprenditoriali e il ruolo degli agricoltori. Gli Organismi interprofessionali rimangono comunque fondamentali per realizzare una integrazione maggiore tra i vari anelli della filiera.