A livello globale la domanda di proteine sta crescendo. Proteine per l'alimentazione umana, ma anche per la zootecnia e l'acquacoltura. La fonte oggi più diffusa è la soia e le farine di pesce. Ma con una popolazione in aumento e un clima sempre più imprevedibile è necessario cercare nuove fonti di approvvigionamento. Le alghe possono essere la risposta.

Le microalghe sono organismi unicellulari che vivono in tutti i corsi d'acqua e i mari. Assorbono l'anidride carbonica e usano la luce del sole per crescere. E come le piante producono carboidrati, proteine più altri elementi nutritivi come gli Omega-3. Sono estremamente efficienti e in natura rappresentano la base della catena alimentare degli oceani. Perché allora non coltivarle?

In Texas, al confine con il Messico, ci sono due grandi fattorie che producono proprio alghe usando acqua salata e terreno desertico. "Il nostro obiettivo è produrre proteine e Omega-3 in modo sostenibile per il pianeta", spiega ad AgroNotizie Miguel Calatayud, manager spagnolo e ceo di Qualitas health, durante il World Agri-Tech Innovation Summit (di cui AgroNotizie è partner). "Abbiamo due strutture con circa cento ettari di terreno desertico sommerso da acque saline nei quali produciamo microalghe".

Perché proprio in Texas?
"Perché qui c'è tanto sole, che alle alghe serve per crescere. Il terreno semi-desertico non è adatto all'agricoltura e l'acqua che usiamo è salata e quindi non potrebbe essere utilizzata per irrigare. Insomma, utilizziamo risorse senza entrare in competizione con altre attività produttive".

Coltivare alghe, ma per fare cosa?
"La nostra missione è produrre in maniera sostenibile cibo salutare per una popolazione mondiale in aumento. Nel 2050 saremo 10 miliardi di persone e per sfamare tutti dobbiamo trovare fonti alternative di cibo. Le alghe sono una delle risposte. Sono efficienti nell'utilizzo delle risorse e producono proteine di qualità e micronutrienti fondamentali per avere una vita salutare, come gli Omega-3".

Come quelli contenuti nel pesce?
"I pesci sono ricchi di Omega-3 perché si nutrono di microalghe che sintetizzano questo acido grasso benefico per il nostro organismo. Oggi molte persone assumono integratori che però sono prodotti in modo poco sostenibile a partire dal krill, che a sua volta assume Omega-3 dalle alghe".

Perché non coltivare più soia o altre leguminose invece delle alghe per avere le proteine?
"Perché non ci sono più terreni fertili da coltivare, a meno di non disboscare le foreste vergini. E poi perché le alghe sono molto efficienti. Un ettaro di terreno destinato alla coltivazione di alghe produce trecento volte le proteine della stessa estensione dedicata a piselli".

Quanto sono grandi le vostre fattorie?
"Abbiamo due strutture in Texas per un totale di trecento ettari, di cui cento già in produzione. Ma stiamo crescendo velocemente e siamo alla ricerca di nuovi luoghi dove impiantare le nostre strutture, anche in Europa e Asia".
 
Una delle fattorie di Qualitas health in Texas
Una delle fattorie di Qualitas health in Texas
(Fonte foto: Qualitas health)

In futuro come assumeremo le proteine e gli Omega-3 di cui abbiamo bisogno?
"In diversi modi. Noi già oggi produciamo degli integratori alimentari, ma anche farine per prodotti da forno, frullati, snack, bibite. I nostri estratti possono essere usati in ogni tipologia di preparazione".

Qual è il mercato dell'Omega-3?
"Solo il mercato degli Omega-3 vale 30 miliardi di dollari a livello globale, quello degli integratori alimentari è dieci volte più grande. Mentre il mercato delle proteine è di diversi ordini di grandezza superiore. C'è richiesta di questi prodotti e noi li forniamo in maniera sostenibile".

In Europa non sembra esserci un grande mercato...
"Negli Usa e in Australia il mercato degli integratori è maturo. In Europa è in espansione. Le persone, soprattutto i millennials, sanno che per vivere bene devono mangiare bene e assumere certi nutrienti, come gli Omega-3. Per questo ci aspettiamo che la richiesta del mercato si espanderà nei prossimi anni".

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