Organizzato dall'Ente nazionale risi, l'incontro a Bruxelles è stato incentrato sulle problematiche legate alle importazioni a dazio zero e sull'applicazione della clausola di salvaguardia: la videointervista al presidente Paolo Carrà
Ad un anno dal primo forum sul riso dell'Ue, l'Ente nazionale risi ha organizzato un incontro a Bruxelles tra i risicoltori, i trasformatori ed i rappresentanti ministeriali degli otto paesi produttori per un confronto aperto sul settore.
Ente nazionale risi ha illustrato agli intervenuti le conseguenze della agevolazioni daziarie che hanno determinato nell'Unione europea una riduzione del 42% della superficie investita a riso Indica.
Ad AgroNotizie, il presidente Paolo Carrà ha evidenziato come il più grande problema del settore siano ad ora le importazioni a dazio zero, ed è per questo che viene richiesta l'applicazione della clausola di salvaguardia. Chi beneficia di questi accordi è soprattutto la Cambogia, che è diventata la maggiore esportatrice di riso nell'Ue.
Uno degli obiettivi dell'Ente è quello di riuscire a far riconoscere le specificità del proprio mercato anche dalla prossima Pac.
Paolo Carrà, chiederemo alla Commissione la clausola di salvaguardia
"Oggi il grave problema che riguarda la risicoltura europea è quello delle importazioni a dazio zero" ha dichiarato il presidente dell'Ente nazionale risi Paolo Carrà.
Carrà sottolinea come questi siano frutto di accordi unilaterali che non sono stati ben sottopesati e che stanno creando una riduzione della produzione del riso Indica (long grain). Questo ha determinato uno squilibrio a livello commerciale con la produzione di risi Japonica, creando un calo dei prezzi notevole. "Vogliamo chiedere alla Commissione che venga ripristinato un equilibrio. La clausola di salvaguardia è una delle possibilità. Abbiamo anche sollecitato gli europarlamentari presenti oggi a fare presente alla Commissione che è possibile modificare il regolamento (UE) n. 978/2012 - specialmente l'art 29 - che consentirebbe un automatismo nella clausola di salvaguardia senza dover incorrere nella investigazione da parte della Ce".
La Cambogia è il maggiore competitor, ma viola i diritti umani degli agricoltori
"Oggi il maggiore competitor dell'Ue nella produzione di riso è la Cambogia", ha spiegato Carrà. La Cambogia è un paese che rientra nel regime Eba, che può esportare a dazio zero, che è diventato il primo esportatore di riso in Ue (superando la Tailandia), "ma soprattutto è un paese nel quale è stato riconosciuto - da parte della società incaricata dalla Commissione di verificare - che per la coltivazione e per produzione di riso e zucchero sono avvenute importanti violazioni dei diritti umani, e questo è in contrasto con lo spirito degli accordi" ha dichiarato il presidente dell'Ente.
Carrà, dobbiamo farci riconoscere la specificità anche nella prossima Pac
"Abbiamo parlato anche delle criticità del settore riso dal punto di vista commerciale" ha continuato Carrà. "Nell'ambito degli accordi internazionali, il riso è considerato un prodotto sensibile. E' un prodotto per il quale la Pac ha riconosciuto una propria specificità, e dobbiamo combattere per farcela riconoscere anche nella prossima programmazione" ha concluso.
Considerare specificità riso in accordi internazionali
I rappresentanti dei produttori risicoli hanno espresso il bisogno di considerare in modo incisivo la specificità del riso nei negoziati internazionali e che tale specificità rientri nella futura programmazione della Pac, che esista una efficace reciprocità di regole nell'utilizzo dei prodotti fitosanitari, la necessità che venga considerata l'importanza dell'indicazione sull'origine del prodotto, che vengano predisposte misure eccezionali a sostegno del settore in crisi, che venga istituito un plafond specifico per il riso nell'ambito della promozione.
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