“Un risultato particolarmente apprezzabile e per nulla scontato fino a poco fa – sottolinea il presidente del Consorzio Stefano Zanette – nei mesi scorsi abbiamo convocato riunioni, tavoli e conferenze con le istituzioni e tutti gli attori della filiera per condividere i ragionamenti sui temi all’esame sui quali urgeva trovare le migliori soluzioni possibili”.
Tra i punti fondamentali dell’azione, l’estensione delle superfici vitate destinate a Prosecco Doc: il blocco degli impianti viene mantenuto, ma il tetto viene innalzato da 20.250 a 23250 ettari complessivi. Si tratta di 3mila ettari in più di vigneto, che entro il 2017 verranno ripartiti proporzionalmente tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, per un incremento della produzione, considerando anche il recupero dei famosi 2000 ettari mancanti che non hanno ancora raggiunto il potenziale massimo, di circa 500mila ettolitri.
“Di questi 3mila ettari metà verranno riservati ai produttori storici utilizzando un algoritmo applicato a partire dal basso – continua Zanette – gli altri 1500 ettari verranno distribuiti con criteri di assegnazione che favoriranno i giovani e privilegeranno le produzioni biologiche. Ciò a conferma della direzione intrapresa dal Consorzio a favore della sostenibilità ambientale”.
Secondo il Cirve e Nomisma, a cui il Consorzio ha commissionato alcune indagini di mercato, il mondo degli spumanti fino al 2021 dovrebbe confermare un trend positivo di crescita tra il 5 e il 7%. “Ciò dovrebbe comportare nel prossimo triennio un aumento della produzione pari al 15% - conclude Zanette – auspichiamo che tale provvedimento, garantendo ai buyer la necessaria stabilità di mercato, favorisca gli scambi, in particolare quelli internazionali”.
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Fonte: Consorzio di Tutela del Prosecco Doc
Autore: Lorenzo Pelliconi