L’assemblea analizzerà la distribuzione e la consistenza dei budget dei vari Paesi per le distillazioni di alcol a usi industriali, sperando che il Governo rumeno, dopo aver introdotto la possibilità di allocare risorse a questo tipo di distillazioni, dia sostanza alla linea budgettaria consentendo alle distillerie di quel Paese di operare in condizioni simili a quelle degli altri operatori comunitari.
Si parlerà anche del mercato delle acquaviti di vino, degli importanti flussi di importazione da alcuni Paesi dell’Est, delle definizioni comunitarie di “acquavite”, della necessità di effettuare controlli documentali e sostanziali nelle fasi di produzione e commercializzazione.
Tracciabilità dell’alcol industriale e usi fuel dello stesso sono altri argomenti all’ordine del giorno dell’Assemblea parigina che sarà ospitata dalla Federazione nazionale delle Distillerie cooperative francesi, Fndcv.
A Roma, il prossimo 6 marzo, è previsto l'appuntamento con l’Assemblea generale di Must, il network europeo dei produttori di mosti e succhi d’uva concentrati. La Federazione riunisce l’80% dei produttori europei, tra cui quelli italiani – aderenti a FederMosti – e quelli spagnoli – soci di Azumancha. Per la Francia, oltre a Grap’ Sud, saranno presenti i vertici di Pays d’Oc, la maggiore associazione di produttori di vino d’oltralpe, fortemente contraria alla pratica dello zuccheraggio. E proprio questo sarà il tema caldo dell’Assemblea: è necessario che i Governi dei tre maggiori Paesi vinicoli - Italia, Francia e Spagna – facciano pressione su Bruxelles affinché si riapra il capitolo chiuso maldestramente nel 2008 dell’arricchimento dei vini.
Non è pensabile continuare a favorire pratiche come l’aggiunta di saccarosio nei vini - sottolinea una nota di Federmosti -, senza peraltro che questo ingrediente esogeno alla filiera dell’uva venga evidenziato in etichetta. Nonostante le complicate condizioni concorrenziali, il settore dei mosti sembra comunque reagire alle sfide del mercato attraverso una intensa innovazione di prodotto. Sarebbe logico, infine, che all’interno dei confini comunitari, che alcuni parametri economici (l’Iva) piuttosto che alcune pratiche enologiche (fermentazione differita dei mosti) fossero simili nei vari Paesi dell’Unione.
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Fonte: Bertagni Consulting srl