Tradotto in termini economici, significano 60 miliardi di falso Made in Italy, grazie ad una galleria di trucchi, inganni e magheggi che vanno dal miele con il polline biotech senza indicazione in etichetta (con la Cina grande produttore a 18 milioni di chili. Dei quali 1,9 esportati in Italia) al vino alla polvere, al concentrato di pomodoro sempre Made in China, ma rigorosamente senza etichetta.
Il ruolo dell'Unione europea
Il ruolo dell'Unione europea, denuncia Coldiretti di fronte a una platea di oltre 10mila agricoltori, non è di certo passivo. "Oggi l'Ue consente che possa essere incorporata la polvere di caseina e i caseinati nei formaggi fusi, al posto del latte - dice l'organizzazione di Palazzo Rospigliosi - così come permette ai Paesi del Nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso l'aggiunta di zucchero, da sempre vietato in Italia".
Non solo. Una mozzarella su quattro venduta in Italia è stata ottenuta con semilavorati industriali provenienti dall'estero. E anche il cioccolato è una vittima di Bruxelles. L'Ue ha infatti imposto all'Italia di aprire i propri mercati anche al cioccolato ottenuto con l'aggiunta di grassi vegetali diversi dal burro di cacao.
"Dall'Ue - afferma il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo - è venuto negli anni un via libera ad allucinanti novità nel piatto, senza dimenticare le alchimie negli ingredienti che hanno snaturato anche gli alimenti più comuni. Si è verificato un appiattimento verso il basso delle normative per dare spazio a quei Paesi che non possono contare su una vera agricoltura e puntano su trucchi, espedienti e artifici della trasformazione industriale per poter essere presenti sul mercato del cibo".
Lotta alla contraffazione
La battaglia di Coldiretti trova il sostegno del ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, che dal palco milanese sottolinea come "la battaglia per l'etichettatura, la qualità e la lotta alla contraffazione non sia una questione solamente italiana”. “Per questo – prosegue Martina - dobbiamo avere il coraggio e la forza di organizzare dibattito in chiave europea e non dobbiamo sottrarci a livello interno. Servono nuove alleanze ed essere più forti in Europa”.
Più forti anche di un fenomeno che sembra non avere freni. Tanto che, precisa Gian Carlo Caselli, l’ex procuratore antimafia oggi presidente dell’Osservatorio scientifico per la lotta alla criminalità nell'agroalimentare, “le agromafie fatturano qualcosa come 14 miliardi di euro l'anno, con un balzo del 248% dal 2007 al 2013, e non sono che una voce di una mafia sempre più liquida, che sta penetrando un po’ dovunque e che minaccia la sopravvivenza delle imprese oneste”.
Come contrastare il fenomeno? Per Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori, “è necessario inasprire le pene per chi delinque, ricorrendo anche al carcere”. E per Moncalvo non basta: “Bisogna anche chiudere gli stabilimenti che frodano”, trovando il pieno appoggio del ministro Martina, che anticipa il contenuto del decreto in fase di elaborazione, che conterrà “norme rafforzate contro chi si macchia di contraffazione agroalimentare”.
Lotta alla burocrazia
Nel mirino del maxi raduno di Coldiretti c’è anche la lotta alla burocrazia. “Riteniamo sia indispensabile creare un registro comune dei controlli, per evitare che ci siano agricoltori che subiscono una miriade di controlli, mentre le realtà più scomode vengono lasciate libere di operare – dice il numero uno di Palazzo Rospigliosi -. Bisogna operare una distinzione anche sulla burocrazia, perché oggi chi sbaglia a compilare un documento di trasporto è soggetto alle stesse pene di chi froda. Motivo per cui, come Coldiretti, abbiamo proposta in #campolibero l'istituto della diffida”.
In ogni caso, anche sulla vicenda dei controlli serve buon senso. Lo dice chiaramente il governatore del Veneto, Luca Zaia, ex ministro delle Politiche agricole piuttosto in sintonia con il sindacato della Coldiretti. “Le mie Usl non entrano nelle aziende agricole a rompere le scatole – afferma - ma bisogna dare delle direttive ben precise, altrimenti si perde di vista la funzione dei controlli e si rischia di rincorrere gli studenti e i pensionati durante la vendemmia”.
Ogm
Altro tema caldo trattato alla Fiera di Milano, quello degli Ogm. Da sempre Coldiretti è contraria. “Non portano alcun beneficio in termini di produzione e di reddito – incalza Moncalvo – e, se qualcuno pensava potessero essere una via d’uscita per la lotta alla fame, ebbene, in dieci anni sono aumentate in alcune zone del pianeta le superfici, ma il problema della fame nel mondo non è minimamente migliorato”.
La globalizzazione, per Coldiretti, passa anche dal chilometro zero, una risorse per assicurare migliori margini di redditività agli agricoltori, che su un euro di spesa delle famiglie nella filiera agroalimentare del fresco, guadagnano appena 22 centesimi, percentuale destinata a ridursi quando si parla di prodotto trasformato.
I mercati
“Siamo partiti con l’iniziativa di Campagna Amica qualche anno fa e nell’ultimo anno sono passati 15 milioni di cittadini nei nostri mercati – svela Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia -. Abbiamo dato la possibilità agli agricoltori di partecipare per dialogare direttamente con i consumatori. Successivamente siamo arrivati a Fai, Firmato agricoltori italiani, che ha permesso ai produttori di metterci la faccia e di scommettere con la distribuzione italiana sulla provenienza dei prodotti”.
Direttiva Nitrati
Il palcoscenico di Milano ha richiamato l’attenzione sulla direttiva nitrati, tema sul quale il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, mostra idee chiare. Nessun timore di innescare un braccio di ferro con Bruxelles. “Le zone vulnerabili ai nitrati rappresentano il 65% della superficie agricola della Lombardia e la Commissione europea voleva addirittura arrivare al 100 per cento. Su questo fronte siamo la Regione è allineata alla Coldiretti e siamo pronti a dare battaglia. Siamo pronti anche a ricevere la procedura d’infrazione europea”.
Riforma della Pac e zootecnia, documento delle Regioni del Nord
A margine dell’incontro della Coldiretti, l’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ha rivelato l’esistenza di un documento unitario delle Regioni del Nord, affinché venga assicurata alla zootecnia la prevalenza degli aiuti accoppiati. “Al prossimo incontro della Conferenza delle Regioni presenteremo un documento unitario delle Regioni del Nord, per chiedere che la prevalenza degli aiuti accoppiati della Pac venga assegnata prevalentemente alla zootecnia".
Il documento, in particolare, sarà presentato oggi all'incontro tecnico delle Regioni ed è stato sottoscritto da Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e le province autonome di Trento e Bolzano.
“La richiesta è che non venga utilizzato l'intero plafond a disposizione degli aiuti accoppiati - ha annunciato l'assessore lombardo all'Agricoltura - e che la zootecnia da latte e da carne possano contare sulla prevalenza dei fondi, come peraltro ha confermato questa mattina il ministro delle Politiche agricole”.
L'accordo delle Regioni del Nord rappresenta una vera novità e, come ha sottolineato l'assessore all'Agricoltura del Trentino, “va al di la di ogni colore politico e costituisce la prima vera posizione unitaria del Nord, che chiede la giusta attenzione che il comparto merita”.