“Dal decreto attuativo abbiamo due aspettative importanti: tempi certi di pagamento e prezzi netti scritti nei rapporti di fornitura. Vogliamo inoltre sollecitare l’Unione europea a fare altrettanto: l’Italia non va lasciata sola, rischia l’effetto boomerang. Se non c’è l’adesione dell’Europa e degli Stati membri l'Italia sarà penalizzata. Le intenzioni devono diventare leggi, normativa, disciplina”.
Queste le parole dell’assessore all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna, Tiberio Rabboni, al convegno 'Rapporti di fornitura nella filiera ortofrutticola: confronto di esperienze europee' tenutosi ieri a Cesena in occasione di Macfrut (26-28 settembre 2012).

"Per favorire una più equa distribuzione del reddito all’interno della filiera e una maggiore trasparenza nei rapporti commerciali tra produzione agricola e grande distribuzione, dato che ora i rapporti sono troppo squilibrati a tutto vantaggio della Gdo - ha rimarcato Rabboni -, occorre giungere al più presto ad una normativa comune europea, anche per evitare il rischio di una penalizzazione dei produttori italiani da parte dei grandi gruppi distributivi internazionali, che hanno la possibilità di approvvigionarsi in tutta l’Ue”.
Dopo aver espresso soddisfazione per il risultato conseguito con il varo del decreto applicativo dell’articolo 62 del decreto liberalizzazioni del gennaio scorso, in cui sono fissati alcuni precisi “paletti” nella disciplina dei rapporti commerciali tra produzione agricola, industria di trasformazione e grandi catene distributive (obbligo di contratti scritti tra le parti, garanzie sui tempi di pagamento e divieto di pratiche sleali) e che entrerà in vigore dal 24 ottobre prossimo, Rabboni ha insistito sulla necessità di arrivare rapidamente ad un allineamento della regolamentazione in materia all’interno dei singoli Stati membri, attraverso il varo di una normativa comune a livello comunitario.
“C’è un evidente scarto - ha sottolineato l’assessore – tra la consapevolezza della necessità di un intervento legislativo per riequilibrare la situazione con regole chiare che tutelino l’anello più debole della filiera, cioè i produttori agricoli,  e l’effettiva realtà”. “Proprio per questo – ha concluso – a fronte del fatto che la decisione europea tarda ad arrivare, proporrò alla Conferenza Stato–Regioni e al ministro Catania di sollecitare la Commissione Ue a muoversi rapidamente in questa direzione”.
 

 
L'assessore all'Agricoltura dell'Emilia Romagna, Tiberio Rabboni

Nel corso dell’incontro Roberto della Casa dell’Università di Bologna ha poi posto all’attenzione del pubblico il caso inglese e americano per quanto riguarda il rapporto di fornitura ortofrutticola.  “Ho sottoposto ad amici inglesi e americani il testo dell’articolo 62 e si sono mostrati molto interessati ad approfondirlo".

L’esperienza francese è stata introdotta da Jacques Dasque, il segretario generale di Areflh.
In Francia esiste da 20 anni un organismo nel quale rientrano tutte le associazioni della filiera: l’Interfel - ha spiegato Dasque -. Coinvolge tutti gli attori, dal produttore a consumatore. Nel 2010 il ministero dell’Agricoltura francese ha fatto una nuova legge per inquadrare le relazioni tra produttori e distributori. Il Codice di buona condotta dovrebbe diventare legge. Ci sono obblighi di contratto solo tra produttori e il primo acquirente, che può essere un grossista, una cooperativa o un venditore al dettaglio. Noi di Areflh pensiamo che il Codice di buona condotta debba essere introdotto anche a livello europeo: è necessario  trovare nuove vie per riequilibrare i rapporti".
Dasque ha poi parlato di gestione delle crisi."La crisi deve essere prevenuta - ha detto -. La Commissione Agricoltura di Ciolos e le altre Commissioni come quella della Concorrenza dovrebbero fare leggi che rafforzino la posizione dei produttori”.

Carlo Sacchetto, capo segreteria tecnica del Mipaaf, ha sottolineato come “il testo della nostra legge preveda, per quanto riguarda le pratiche sleali, una novità: l’Antitrust, un organismo terzo che applica sanzioni già previste dalle norme. L’articolo 62 non è un caso isolato, ma un plinto su cui costruire nuove relazioni di filiera. Il pacchetto latte, quello della qualità e l’Ocm unica contengono elementi importanti: il ministero, partendo da questi elementi, studia per riscrivere una norma funzionante”.