Non è un caso se i maggiori danni del terremoto si registrano nel settore agroalimentare. In Emilia Romagna si concentra il 20% dell'intero fatturato del settore, 26 miliardi di euro sui 127 dell'intero comparto. Ed è qui, ricorda il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua Magliani, che si trova il “meglio” delle aziende produttrici, con un fatturato unitario che è doppio rispetto alla media nazionale, 400mila euro contro 200mila. Il timore è che le perdite subite possano compromettere questi risultati, con un danno che finirebbe per ripercuotersi sull'intera economia nazionale. Di qui l'appello per interventi che scongiurino il pericolo di un vuoto produttivo che potrebbe allargarsi dalle industrie ai campi, visto che la regione produce il 17% della frutta italiana e secondo stime della Cia il terremoto potrebbe far perdere il 10% del prodotto. L'efficienza delle operazioni di raccolta, che sono in fase di avvio, potrebbe essere compromessa e il timore si allarga alle operazioni di trasformazione e distribuzione. Un'attenzione particolare è rivolta al comparto delle pere, la cui produzione è per l'80% concentrata nell'area compresa fra le provincie di Modena e Ferrara.

 

Occupazione in pericolo

Alle conseguenze del terremoto bisognerà aggiungere poi il calo dell'occupazione. L'allarme viene da Coldiretti che ricorda che nelle aree colpite dal sisma sono occupate almeno 12mila persone alle quali si aggiunge il lavoro di 25 mila titolari di aziende agricole. E il crollo delle stalle e delle strutture di produzione farà venir meno il lavoro per molti di essi.

 

 

 

Crolli e devastazioni (Fonte: Coldiretti Emilia-Romagna)

 

Caseifici in difficoltà

Il “grande colpito” dal sisma resta tuttavia il settore caseario, Grana Padano e Parmigiano Reggiano in testa. E si moltiplicano le iniziative per tentare di arginare i danni, anche quelli, purtroppo, delle speculazioni che in qualche caso coinvolgono le produzioni danneggiate. Commercianti dai pochi scrupoli, fanno sapere dal Consorzio del Grana Padano, offrono ai produttori cifre risibili per acquistare forme danneggiate. Per questo motivo lo stesso Consorzio ha deciso di gestire autonomamente tutto il formaggio danneggiato dal sisma. “Stiamo attivandoci - ha confermato il presidente del Consorzio, Cesare Baldrighi - affinché i produttori colpiti possano riprendere il prima possibile le loro attività.” Non meno pesante la situazione del Parmigiano Reggiano per il quale si sono attivate azioni di solidarietà (ne ha parlato anche Agronotizie della scorsa settimana). E poi si spera che i consumatori raccolgano l'invito ad accordare le loro preferenze a questo formaggio. Dal Consorzio è inoltre partita all'indirizzo del ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, la richiesta fra l'altro di una moratoria di 12 mesi sui prestiti a breve e l'anticipazione dei contributi della Pac.

 

La solidarietà

Un segnale di solidarietà arriva dalla protezione civile di Trento, che si è detta disponibile a mettere a disposizione i propri volontari (che possono arrivare alla bella cifra di seimila uomini) per liberare le strutture danneggiate e trasferire il prodotto in magazzini ancora agibili. Solidarietà arriva poi dalla Confcooperative di Cuneo con l'acquisto di Parmigiano Reggiano, mentre Fedagri Piemonte ha attivato un coordinamento per facilitare gli acquisti locali. A queste iniziative si aggiunge quella di Coldiretti Bologna, che promuove la vendita di Parmigiano Reggiano nel mercato settimanale di Campagna Amica. Iniziativa quest'ultima che ha trovato una sponda nel Consorzio agrario di Siena e Arezzo.

 

Ma c'è chi specula

Sono questi solo alcuni degli esempi dei tanti modi attraverso i quali si esprime la solidarietà in agricoltura. E per questo appaiono ancora più odiosi i tentativi di speculare sul prezzo delle forme o su quello del latte, magari adducendo come motivazione i maggiori costi per il trasporto. Riduzioni di prezzo, denunciano in coro Coldiretti, Confagricoltura e Cia, inaccettabili dagli allevatori che oltre ai danni diretti si vedono penalizzati dal calo della produzione di latte, che può scendere anche del 15% a causa dello stress subito dagli animali. Il conto finale delle conseguenze del terremoto lo si saprà con precisione solo fra qualche tempo, ma Cia ha già tentato una prima stima, che indica in oltre un miliardo di euro il danno all'intero sistema agroalimentare dell'Emilia Romagna.