Migliaia di forme precipitate a terra e schiacciate dalle scalere che il terremoto ha fatto rovinosamente crollare. Parmigiano Reggiano e Grana Padano si trovano così a fare i conti con gli effetti del terremoto che ha sconvolto l'Emilia. Le prime stime parlavano di 300mila forme, che con la successiva e forte scossa del 29 maggio sono più che triplicate. Fedagri-Confcooperative, insieme ai consorzi di tutela, hanno fatto un'analisi precisa dei danni, che ora ammontano a quasi 982mila forme (631.800 di Parmigiano Reggiano e 350.000 di Grana Padano). I danni sono enormi, oltre 150 milioni di euro, ma si sta alacremente cercando ogni soluzione per limitare, per quanto possibile, le perdite. Una prima importante risposta è venuta dal ministero delle Politiche agricole, che ha deciso per una modifica temporanea al disciplinare di produzione del Parmigiano Reggiano, consentendo di collocare le forme non danneggiate in magazzini di stagionatura che si trovano al di fuori della zona di origine. I produttori hanno potuto così iniziare già nei giorni scorsi a rimuovere le forme ancora sane.

 

In cerca di soluzioni

Un primo passo importante per consentire ai produttori di tornare rapidamente in attività, al quale ha fatto seguito un'altra iniziativa che ha visto protagonisti il Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano e Coop Italia. L'accordo prevede che gli acquisti della catena distributiva avvengano senza alcun ribasso sulle quotazioni correnti. A questo impegno Coop Italia affianca la decisione di destinare a sostegno dei produttori colpiti dal sisma un contributo straordinario sulle vendite di Parmigiano-Reggiano che si realizzeranno in tutti i super e ipermercati della catena Coop.

I singoli produttori non si sono peraltro persi d'animo e in più di un caso si sono attrezzati per vendere direttamente in azienda il prodotto che pur danneggiato può essere tuttavia commercializzabile. Un'idea che ha raccolto subito il consenso dei consumatori che hanno approfittato a man bassa dell'opportunità di portarsi a casa formaggio d'eccellenza a prezzi di “saldo”.

 

Invito agli acquisti

E' di queste ore, dopo che un altra forte scossa di terremoto ha fatto altre vittime e nuovi danni, la notizia che Coldiretti ha lanciato un'iniziativa per favorire la commercializzazione delle forme non danneggiate. Chi è interessato agli acquisti e ad esprimere in questo modo la propria solidarietà alle aziende colpite dal sisma può farne richiesta ad un indirizzo e-mail (terremoto@coldiretti.it) messo a disposizione dalla stessa Coldiretti. Scende in campo anche il Consorzio di tutela del Grana Padano, che per voce del suo direttore, Stefano Berni, annuncia l'attivazione di un'unità di crisi per gestire le forme “salvabili”. A terra risultano 250mila forme che vanno a sommarsi alle 100mila già cadute il 20 maggio, con la prima scossa di terremoto. Il Consorzio ha poi annunciato la sospensione dei pagamenti delle rate consortili da parte delle aziende colpite (9 caseifici e 4 magazzini) e al contempo ha invitato tutti, consumatori e ristoratori in particolare, all'acquisto di Grana Padano e Parmigiano Reggiano per sostenere il settore.

 

Strategie future

Per quanto ci si ingegni nel contenere i danni, si ipotizza che solo un terzo delle forme rovinate a terra potranno essere recuperate. Una minore produzione che inciderà sulle politiche di crescita dei consorzi di tutela e in particolare sulle iniziative per lo sviluppo dell'export. Per la promozione dell'export ogni anno il Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano destina un numero importante di forme da avviare sui nuovi mercati. Una strategia dal duplice effetto, riduce l'offerta di prodotto sul mercato nazionale aprendo al contempo nuovi sbocchi di commercializzazione. Una strategia che forse dovrà subire una battuta d'arresto dopo che il terremoto ha mandato in fumo una fetta importante della produzione.