Si svolgerà martedì 9 marzo, a partire dalle ore 9:30, in Piazza Montecitorio, la manifestazione nazionale della tabacchicoltura italiana, per informare il governo e il presidente del Consiglio sulla difficile situazione della filiera e chiedere l’urgente chiusura del negoziato con la Commissione europea per ottenere l’autorizzazione ad utilizzare i fondi a disposizione del comparto.

Alla manifestazione, rende noto un volantino diffuso dall’Apti-Associazione professionale trasformatori tabacchi italiani, parteciperanno Unitab, Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil, Confagricoltura, Cia, Fedagri Confcooperative, Anca Legacoop, Interbright, Interburley, Interfire, Ait, Associazione “Città del tabacco”.

La manifestazione si sposterà poi davanti alla sede del Mipaaf, in Via XX settembre 20. il presidente dell’Apti Piero Contro e il presidente dell’ Unitab - Unione italiana tabacchi Roberto di Menno di Bucchianico hanno scritto una lettera ai parlamentari delle Commissioni agricoltura di Camera e Senato per sottolineare il momento molto delicato che sta vivendo la filiera del tabacco italiano.

“Col raccolto 2009 sono finiti – scrivono i presidenti di Apti e Unitab - gli aiuti Ue diretti alla produzione, a seguito di una nefasta riforma decisa nel 2004, ma che produce i suoi effetti solo oggi. E’ una situazione che per l’intransigenza della commissaria europea all’Agricoltura non è stato possibile discutere, malgrado – si legge nella lettera - la richiesta formale di tutti i governi dei Paesi produttori e ben tre votazioni in sessione plenaria del Parlamento europeo (purtroppo prima dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona e della co-decisione) e nonostante la crisi finanziaria ed economica mondiale esplosa nel frattempo”. 

“Tutta la filiera – evidenziano Apti e Unitab - ha presentato al ministro dell’Agricoltura una piattaforma articolata per la salvaguardia di questo importantissimo comparto, l’unico prodotto agricolo dove siamo ancora leader in Europa. Di tale piattaforma, che non richiede risorse finanziarie aggiuntive, malgrado i tempi strettissimi, ad oggi sono state adottate soltanto misure marginali, importanti ma non risolutive. Si tratta di un problema che coinvolge oltre 60 mila famiglie”.