L’Istat presenta i principali risultati su alcuni fenomeni di interesse agro-ambientale rilevati attraverso l’indagine sulla struttura e le produzioni delle aziende agricole (Annata agraria 1° novembre 2004 - 31 ottobre 2005). Il monitoraggio delle pratiche agronomiche adottate a livello aziendale consente di interpretare le complesse relazioni che si stabiliscono tra l’azienda agricola e l’ambiente.
Le informazioni fornite riguardano in particolare talune modalità di realizzazione dell’attività agricola quali la gestione del sistema coltura-suolo, la gestione dell'acqua utilizzata a fini irrigui, le modalità di stabulazione del bestiame e il ricorso al pascolo nei bovini, nonché il trattamento dei residui generati in azienda nella lavorazione delle uve per la vinificazione (cfr.Glossario e Note informative).
I fenomeni in questione assumono crescente interesse a livello nazionale ed internazionale. Di recente, è stata infatti promulgata una ulteriore comunicazione della Commissione europea sul tema degli indicatori agro-ambientali.

Principali risultati
Nel 2005 la rotazione delle colture sulle superfici a seminativi (42,3%) prevale sulle altre modalità di successione colturale, con una propensione a tale pratica che cresce con l’aumentare della dimensione aziendale.
Tra le lavorazioni principali del terreno, l’aratura è adottata dal 61,1% delle aziende con superficie agricola utilizzata (SAU). Il 14,4% fa ricorso alla minima o nessuna lavorazione e l’11,9% alla ripuntatura. Nel 60,8% dei casi le aziende con Sau praticano l’aratura con profondità tra 20 e 40 cm. Rispetto al 2003, anno della  precedente rilevazione, si riduce l’aratura realizzata a profondità maggiori di 40 cm a favore di lavorazioni meno profonde. Tra le diverse pratiche di copertura del terreno, l’inerbimento risulta essere relativamente più diffuso. In generale, tali pratiche sono realizzate soprattutto nelle aziende di piccola e media dimensione.
L’irrigazione interessa una superficie di 2.613.419 ettari, di cui il 37,5% irrigata per aspersione, il 30,2% per scorrimento superficiale e infiltrazione laterale e il 20,6% per microirrigazione.
La stabulazione delle vacche da latte avviene prevalentemente in stabulazione libera in cuccette (653.793 capi su 1.706.944), mentre quella degli altri bovini su lettiera permanente (3.133.702 capi su 4.181.626). Il 48,3% delle aziende con bovini in stabulazione ricorre al pascolo.
I residui della lavorazione delle uve ai fini della vinificazione (2,6 milioni di quintali) vengono quasi interamente trattati nella stessa azienda agricola. Le principali destinazioni sono la distribuzione tal quale sul suolo e il compostaggio.