Scende il valore dell'import, cresce il valore dell'export. La conseguenza diretta è un rafforzamento nel miglioramento della bilancia commerciale cerealicola italiana, in merito al periodo gennaio-novembre 2023 rispetto allo stesso periodo 2022. Il saldo valutario netto si è attestato infatti su un deficit di 3.455,9 milioni di euro, rispetto ai 3.700,9 milioni di euro dello stesso periodo 2022.

 

Analizzando i dati sulle importazioni, le quantità sono cresciute di 895mila tonnellate (+4,4%), con un calo in valore di 49,2 milioni di euro (-0,6%). Crescono gli arrivi di grano duro (+1,2 milioni di tonnellate, +395 milioni di euro, +49%) e di grano tenero (+543mila tonnellate), mentre crollano gli arrivi di granturco (-828mila tonnellate), oltre che cali, in misura minore, per orzo (-35mila tonnellate), avena (-13mila tonnellate) e altri cereali minori (-93mila tonnellate). Negativo anche il trend dell'import di riso (-106mila tonnellate), mentre cresce quello di semi e frutti oleosi (+234mila tonnellate).

 

Sul fronte dell'export, la diminuzione delle quantità (-273mila tonnellate, pari al -6,1%) si contrappone all'aumento dell'export in valore (+195,7 milioni di euro, pari a 3,8%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Calo dell'export di cereali in granella (-170mila tonnellate, pari a -130 milioni di tonnellate); scendono poi i prodotti trasformati (-98mila tonnellate) e le paste alimentari (-46mila tonnellate). Tra gli altri prodotti in esame si registra l'aumento delle vendite all'estero per le farine di grano tenero (+4,1%) e per le semole di grano duro (+16,4%).