Ismea ha pubblicato l'andamento dei prezzi del miele di settembre, confrontandoli con quelli del mese e dell'anno precedente.

Prezzi che mostrano una tendenza piuttosto altalenante, nonostante il 2021 si stia confermando una delle peggiori annate per la produzione di miele.

Ritorni di freddo, piogge persistenti e poi situazioni di siccità hanno segnato negativamente questa campagna produttiva, facendo registrare riduzioni fino 90% rispetto alle attese in alcune zone, o anche l'azzeramento della produzione di alcune tipologie di miele in certi territori.

In una situazione del genere ci si aspetterebbe un aumento dei prezzi alla vendita, che in effetti c'è, ma che non è generalizzato su tutte le tipologie di miele, né in tutte le zone, e soprattutto rischia di essere insufficiente per compensare la riduzione dei volumi prodotti.

Andando a vedere i dati Ismea, rispetto ad agosto 2021 l'aumento di prezzo è stato registrato solo per millefiori, acacia e tiglio, mentre per altre tipologie come il castagno, l'agrumi e la sulla i prezzi sono in calo.

Questo potrebbe anche essere dovuto al fatto che ormai il grosso delle contrattazioni e delle vendite per queste tipologie di miele sia stato già fatto e ora si assista a uno stagnamento del mercato, ma il segnale non è certo positivo, visto che le perdite di produzione si sono avute anche per questi mieli.

Rispetto all'anno scorso invece i dati mostrano il maggior rialzo segnato dall'acacia, con il 28,5% in più e un prezzo di 11€/kg, seguita dal millefiori e dal castagno, mentre resta invariato il prezzo degli agrumi e non rilevato quello della sulla.

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La tabella con gli andamenti dei prezzi delle tipologie di miele a settembre 2021
(Fonte foto: Ismea)

Andando a vedere il valore medio del miele - riportato per tre regioni: Calabria, Umbria e Veneto - rispetto all'anno precedente si può osservare un aumento del 25% in Umbria, del 10% in Calabria, ma addirittura un calo del 2,5% in Veneto.
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La tabella con gli andamenti dei mercati in Calabria, Umbria e Veneto
(Fonte foto: Ismea)

Gli aumenti quindi ci sono, ma sono decisamente altalenanti e variabili, e difficilmente potranno compensare le perdite di produzione.

Una situazione che, insieme al calo delle importazioni registrato quest'anno, indica che il mercato del miele non sia in ottima salute, confermando un quadro né positivo né rassicurante per il settore apistico italiano.