Mentre il settore delle erbe officinali, un po' come tutta l'agricoltura, sta vivendo un momento travagliato a causa dell'aumento dei costi di produzione (diretti e indiretti), è finalmente arrivato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Interministeriale che recepisce il "Testo Unico in Materia di Coltivazione, Raccolta e Prima Trasformazione delle Piante Officinali" (Decreto Legislativo n. 75/2018). Un provvedimento che era molto atteso e del quale si è parlato recentemente, durante una tavola rotonda, all'ultima edizione di Macfrut.

 

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La tavola rotonda intitolata "Il mercato delle droghe erboristiche: dinamiche, potenzialità, criticità" ha visto la partecipazione dei principali attori della filiera delle erbe officinali. Presente anche Alberto Manzo, funzionario Mipaaf che ha seguito il provvedimento nella sua genesi, come coordinatore del Tavolo Tecnico. "Questo Decreto è in due capi, da un lato la coltivazione e dall'altra la sistematizzare della raccolta spontanea. Una legge così in Europa non ce l'ha nessuno, diciamo che è il frutto del lavoro e dello sforzo di tanti esperti", ha detto Manzo durante l'incontro. "Per quanto riguarda - ha continuato - la raccolta delle erbe spontanee, una parte importante l'avranno le regioni, saranno i principali attori. Servirà un tesserino per la raccolta e bisognerà avere grande attenzione all'ambiente. Le regioni dovranno censire e stabilire le piante che possono creare problemi".

 

 

Un provvedimento che ha raccolto il plauso dei presenti, primo fra tutti Renato Iguera, presidente di Assoerbe: "Senza dubbio il Decreto così come la legge di qualche anno fa sarà un volano importante per l'Italia, un esempio anche per altri Paesi".

 

Entusiasmo a parte per il provvedimento, gli addetti ai lavori hanno raccontato il fermento del settore e sottolineato le criticità per farlo crescere, dal momento che spazio di mercato ce n'è. "La richiesta di mercato è estremamente presente e attiva, c'è molta innovazione in parallelo a piante storiche coltivate da tantissimi anni e che mantengono un'importanza di mercato elevata. Quest'anno - ha detto ancora Iguera - ci confrontiamo però con criticità molto importanti, costi di trasporto, energia, aspetti regolatori, alcune leggi che entrano in vigore. È un anno cruciale, un anno da nervi saldi".

 

Secondo i dati resi noti da Andrea Primavera, agronomo e presidente di Fippo, in Italia si coltivano erbe officinali (circa 130 specie) su 8mila-9mila ettari e le aziende strutturate sono 420. Proprio la mancanza di dati certi è una delle criticità messe in evidenza durante l'evento. "Vediamo un dinamismo molto importante ma non è facile capire il mercato senza i dati - ha detto proprio Primavera - gli ultimi dati di mercato Italia sono del 2013".

 

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"Avere i dati è un'esigenza, è fondamentale per programmare la propria produzione, noi di Assoerbe abbiamo i nostri ma non abbiamo dati globali, che riguardano tutta Italia", ha detto Renato Iguera.

 

"Va fatto il punto sui dati - ha confermato Alberto Manzo - i fascicoli aziendali sono problema, le regioni devono fare il proprio lavoro e conoscere cos'hanno in casa. Fra le priorità c'è poi aggiornare il Piano di settore. Le erbe officinali sono un settore che ha prospettive elevate ma va trattato con cura".