Pac da riorientare perché c'è la guerra e premi accoppiati più elevati. Un Energy Recovery Fund da finanziare con il debito pubblico Ue così come già fatto in occasione della pandemia da covid-19, la ristrutturazione del debito bancario delle imprese agricole, ma anche la sottrazione del settore agricolo alle severe norme targate Ue sugli aiuti di stato alle imprese. Il tutto per ridare slancio alla produzione agricola nazionale - di grano, mais e semi oleosi in primis - anche con deroghe al greening.

Queste le proposte rese ieri mattina dal ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, nell'esposizione di una informativa sulle conseguenze della guerra in Ucraina sul settore agricolo, durante il Consiglio dei Ministri che ha preceduto di poche ore la partenza del presidente del Consiglio Mario Draghi alla volta di Versailles, dove si è tenuto il vertice Ue sulla difesa comune e l'autonomia energetica.

Qui l'Italia si è allineata alla proposta del capo di stato francese Emmanuel Macron, presidente di turno dell'Unione Europea, che nel proporre un nuovo Recovery Fund da 100 miliardi di euro ha sostanzialmente posto le premesse politiche per una rivisitazione di tutte le politiche economiche targate Ue, cogliendo anche la disponibilità dell'Italia a misure importanti solo se coordinate in ambito europeo, onde evitare fughe in avanti dannose per gli altri partner europei. Ma in breve è arrivata la doccia fredda: alcuni no di Paesi come l'Olanda e la Svezia, anche se il fronte dei Paesi "frugali" ha perso per strada l'Austria, che si è resa disponibile a dialogare su quanto proposto dal presidente Macron.

Ma il lavoro diplomatico per inverare le proposte dell'Italia sul tavolo delle Politiche Agricole Comunitarie è appena cominciato. Intanto, a Roma, si è tenuto il Tavolo del Grano, coordinato dal sottosegretario di Stato all'Agricoltura Gian Marco Centinaio, che ha proposto un milione di ettari in più da sottrarre alle rotazioni colturali "per salvare il salvabile": in modo da piantare più mais e più girasole, due materie prime difficilmente fungibili sul mercato internazionale in questa fase, stante il blocco dell'Ungheria su mais e dell'Ucraina sull'olio di girasole.

 

L'informativa di Patuanelli al Consiglio dei Ministri

Durante il Consiglio dei Ministri Patuanelli ha proposto di incentivare operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole, garantendo una moratoria alle scadenze dei termini relativi all'indebitamento con banche e finanziarie. Per il ministro sarebbero poi necessarie anche misure per sostenere la domanda interna, un sostegno alle produzioni nazionali da potenziare, finanziando specifiche misure di sostegno alle filiere più esposte anche con la sospensione degli oneri previdenziali a carico dei datori di lavoro.

Per quel che riguarda la Pac, andrebbe anche rimosso il vincolo del non incremento della superficie irrigabile, per aumentare la produttività del settore agroalimentare, tenuto conto dell'esigenza di riorientare gli strumenti a disposizione per sostenere le produzioni più strategiche, come mais e grano tenero che sono colture irrigue. Inoltre ha prefigurato una possibile deroga sulla disciplina degli aiuti di Stato per l'agroalimentare.

Le norme stringenti della nuova Pac, quelle volte a limitare la produzione andrebbero rinviate, mentre andrebbero aumentati i premi Pac accoppiati su tutte le produzioni per le quali l'Unione non è autosufficiente. Infine, come poi ripreso da Centinaio al Tavolo del Grano, il ministro ha sottolineato l'esigenza di poter coltivare le superfici lasciate a riposo. Per ammortizzare poi gli aumenti dei costi di produzione ha infine delineato un contributo definito flat ex novo da pagarsi a Sau coltivata.

 

Confagricoltura, ora tocca a Bruxelles stabilire priorità

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, esprime apprezzamento per l'informativa del ministro per le Politiche Agricole, restano da stabilire, a Bruxelles, gli interventi più urgenti per contrastare l'emergenza attuale determinata dalla guerra. Confagricoltura, a riguardo, ritiene che sia necessario un allentamento dei vincoli esistenti sull'estensione di alcune coltivazioni, in primis quelle cerealicole. "Un intervento europeo in questa direzione - afferma Giansanti - permetterebbe di incrementare in tempi brevi il potenziale produttivo nazionale già dei prossimi raccolti, per i quali le semine sono previste a breve".

In questo periodo è emersa con chiarezza la necessità di ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime destinate al settore primario. "Dare maggiore respiro a colture fondamentali, come quelle cerealicole e dei semi oleosi, indispensabili anche per la zootecnia, - aggiunge Giansanti - va proprio in questo senso: ridare all'Italia maggiore capacità produttiva e autosufficienza alimentare".


Coldiretti, pronti a coltivare di più

Siamo pronti a coltivare da quest'anno 75 milioni di quintali in più di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione, per rispondere alle difficoltà di approvvigionamento dall'estero determinate dalla guerra. Lo ha annunciato ieri il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini in occasione del Tavolo sull'emergenza grano convocato al Mipaaf dal sottosegretario all'Agricoltura Centinaio sulla carenza di materie prime che ha costretto ai primi razionamenti negli allevamenti.

"Proponiamo all'industria alimentare e mangimistica - ha affermato Prandini - di lavorare da subito a contratti di filiera con impegni pluriennali per la coltivazione di grano e mais e il riconoscimento di un prezzo di acquisto equo, basato sugli effettivi costi sostenuti nel rispetto della nuova normativa sulle pratiche sleali, per consentire di recuperare livelli produttivi già raggiunti nel passato".

"Un obiettivo che può essere più facilmente raggiunto grazie all'impegno del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli al quale va un sincero ringraziamento per aver accolto in Consiglio dei Ministri le nostre proposte per incentivare operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole, adottare misure per sostenere la domanda interna, finanziare specifiche misure a favore delle filiere più esposte e, appunto, sostenere il potenziamento delle produzioni nazionali" ha precisato il presidente della Coldiretti.