In breve
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Il presidente statunitense Donald Trump minaccia di portare i dazi al 100% come risposta all'introduzione della digital tax.
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Intanto Bruxelles dà il via libera all'aumento dei contingenti di carne di provenienza Usa.
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In arrivo anche nocciole a dazio zero dalla Turchia per soddisfare le richieste della Germania. Ma c'è il no dell'Italia.
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Il made in Italy vale un quarto del Pil, ma nei commerci internazionali stiamo perdendo qualche posizione.
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Semine compromesse dalle piogge insistenti di novembre e danni a frutteti e orticole.
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A dispetto dell'ottima qualità dell'olio, il prezzo crolla. Dito puntato contro l'import e le spregiudicate politiche commerciali della grande distribuzione.
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Vespe samurai dalla prossima primavera per combattere la cimice asiatica e contributi per installare reti di protezione dagli insetti.
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Proposte in chiave ambientale per la prossima Pac, che sarà anche meno ricca. E in Germania gli agricoltori protestano.
Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
Attenti a quel dazio
E' curioso osservare come i mercati internazionali e le politiche commerciali si muovano senza una apparente logica.Così da una parte l'Unione europea apre alle importazioni di carni statunitensi, mentre allo stesso tempo al di là dell'oceano si minacciano dazi del 100% alle importazioni che provengono dal vecchio continente.
Illogicità alle quali è difficile dare una spiegazione. Ma da dove nasce questa bizzarria?
Sfogliando il “Corriere della Sera” del 4 dicembre si apprende che la minaccia del presidente Usa di portare al 100% i dazi sulle merci europee va in difesa dei colossi statunitensi del web.
Bruxelles vorrebbe imporre infatti una stretta fiscale ai giganti del web, proposta che la Francia ha già fatto sua. Ed ecco pronta la rappresaglia alla "digital tax", con un inasprimento dei dazi Usa al made in France.
Il problema, ameno per il momento, riguarda la Francia, ma domani potrebbe estendersi all'Italia e ci sarebbe da preoccuparsi.
Ma “Avvenire” getta acqua sul fuoco e ricorda che già in passato le iniziali minacce Usa hanno lasciato spazio ad accordi meno punitivi.
Del rischio di un inasprimento dei dazi americani ne è convinto anche “Il Sole 24 Ore”, che riflette sulle conseguenze che ciò avrebbe sull'agroalimentare italiano.
E' uno sguardo allargato in generale ai problemi che vengono dai mercati internazionali quello che propone il “Corriere della Sera”, commentando come la stessa organizzazione dei commerci internazionali (Wto) non sia in grado di svolgere le sue funzioni, perché "ingessata" dalle mancate nomine dei suoi vertici.
Mentre la diplomazia commerciale è a lavoro per scongiurare l'inasprimento dei dazi statunitensi, a Bruxelles si decide nel frattempo di aprire le porte a 35mila tonnellate di carni bovine provenienti dagli Usa a dazio zero.
La conferma arriva il 30 novembre dalle pagine di “Italia Oggi”.
Bruxelles propone anche di dare il via libera alle importazioni a dazio zero di nocciole dalla Turchia, per soddisfare la richiesta che proviene dalla Germania. Cosa che però potrebbe comportare molti problemi ai produttori italiani, come spiega “La Stampa” del primo dicembre.
Dalla Corte di giustizia europea arriva poi un duro colpo all'aceto balsamico di Modena.
I termini balsamico e aceto sono generici, come riferisce "Italia Oggi" del 5 novembre commentando la sentenza della Corte.
A dispetto del ricorso presentato dal Consorzio di tutela del balsamico, i produttori tedeschi potranno dunque utilizzare senza problemi l'etichetta "deutscher balsamico".
Il valore dell'agroalimentare
Tanta attenzione a cosa accade sui mercati internazionali è giustificata dall'importanza assunta dal comparto agroalimentare.“Il Giornale” del 4 dicembre offre a questo proposito alcuni dati interessanti, riferendo che il 25% del Pil (Prodotto interno lordo) italiano, pari a 538 miliardi, proviene proprio da questo settore.
Importante poi il suo ruolo sociale, che si esprime nella presenza di quasi 4 milioni di addetti.
Un motivo in più per prestare attenzione all'evoluzione dei mercati e “Repubblica” del 2 dicembre riferisce a questo proposito che i marchi tricolori stanno perdendo qualche posizione nel panorama mondiale.
Campi allagati
Dagli scenari internazionali al mercato interno, dove si fanno i conti con l'ondata di maltempo che ha costretto a ritardare le semine o a danneggiare i campi dove si è già seminato, come riferisce la “Provincia Pavese” del 2 dicembre.Non va meglio, scrive la “Nuova Venezia” del 30 novembre, per il radicchio, che devastato dalla pioggia va all'asta per appena 5 centesimi di euro.
Gravi danni, si legge su “Il Resto del Carlino” del 3 dicembre, nei frutteti romagnoli, dove la pioggia insistente ha messo in ginocchio i produttori.
Olio in crisi
All'elenco dei settori in difficoltà si aggiunge quello dell'olivicoltura e della produzione di olio.In Puglia, scrive la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 3 dicembre, si assiste ad un crollo dei prezzi del 20%, che non trova giustificazione vista la buona qualità del prodotto.
Dalle pagine di “Italia Oggi” del 4 dicembre Assitol, l'associazione delle industrie olearie, lancia una proposta provocatoria, chiedendo che sia vietato alla Grande distribuzione organizzata di promuoversi utilizzando le vendite sottocosto.
Il crollo del prezzo dell'olio mobilita intanto i produttori calabresi che hanno deciso di scendere in piazza per chiedere alle istituzioni più attenzione per il loro settore.
In Calabria, ricorda la "Gazzetta del Sud" del 5 novembre riportando la cronaca della manifestazione, sono presenti 84mila aziende a indirizzo olivicolo, con una superficie investita a olivo di oltre 189mila ettari.
Come non bastassero i problemi di mercato, per gli olivicoltori baresi si aggiunge una recrudescenza degli atti malavitosi, tanto che il trasporto di olive e olio deve essere fatto sotto scorta, come si apprende il 4 dicembre da “Repubblica”.
Cimici e Xylella
In tema di olivicoltura c'è da aggiungere la notizia riportata il 3 dicembre dal “Quotidiano di Puglia” a proposito di una recente scoperta che lega la resistenza alla Xylella da parte della varietà Leccino con la presenza di ioni manganese.Buone notizie sul fronte della lotta alla cimice asiatica.
Da “Il Resto del Carlino” del primo dicembre si apprende che per fronteggiare questa emergenza e prevenire i danni, gravi in particolare sulle pere e non solo, nella prossima primavera saranno lanciate le vespe samurai, che della cimice sono un nemico naturale.
E se non basta la vespa samurai, si ricorrerà alle reti antinsetto.
A questo proposito “Nuova Ferrara” del 30 novembre informa che è stato predisposto un bando da un milione di euro per favorire l'acquisto di queste reti, cui si aggiungono altri 2,3 milioni di euro per "diluire" i mutui contratti dagli agricoltori che hanno subito danni a causa delle cimici.
Soldi in arrivo
Riguarda tutta l'agricoltura la riassegnazione di 37 milioni di euro destinati all'Italia e derivanti dal mancato impiego delle risorse in precedenza accantonate da Bruxelles come riserva per fronteggiare le crisi del settore.I dettagli si possono leggere il 4 dicembre su “Italia Oggi”.
E' rivolto invece ai soli avicoltori della Lombardia il milione di euro destinato, come spiega il giornale cremonese “La Provincia”, ad assicurare un più elevato livello di biosicurezza e che fa capo alle iniziative conseguenti agli episodi passati di influenza aviaria.
Il mondo dell'agrimeccanica saluta con soddisfazione la notizia riportata il 4 dicembre da “Cronaca di Verona”, a proposito della possibilità che sia loro estesa la possibilità di accedere alle risorse della Pac al pari degli agricoltori.
Le proteste
Si parla di Pac il 30 novembre su “Il Sole 24 Ore” per anticipare che fra le proposte sul tavolo c'è quella di ampliare al 40% la parte dei fondi vincolata alle iniziative di carattere ambientale, ferma oggi al 30%.Fra gli argomenti centrali il bando al glifosate, la riduzione degli agrofarmaci e nuove pratiche sostenibili di produzione.
Più che all'agricoltura l'attenzione dei vertici europei sembra però rivolta all'ambiente.
Va in questa direzione l'intervento della presidente Ursula von der Leyen alla conferenza di Madrid, del quale si parla il primo dicembre sul “Corriere della Sera”.
Della "transizione" ecologica che si appresta a fare la politica agricola comunitaria ne arriva conferma il 2 dicembre dalle pagine di “QN”.
Un'evoluzione che gli agricoltori, veri e primi tutori dell'ambiente, va ricordato, non sembrano apprezzare.
Così dopo Parigi i trattori hanno invaso Berlino.
Questa volta per contestare, come si apprende il 4 dicembre da “Italia Oggi”, la decisione di abbandonare il glifosate e le norme più stringenti che si vorrebbero imporre per l'impiego di fertilizzanti e concimi naturali.