Secondo l’autore dello studio, Gilles-Eric Séralini, professore di Biologia molecolare e ricercatore presso l’Università di Caen, l’analisi dimostrerebbe che “l’assunzione di questo mais, anche a dosi ridotte, agisce come un veleno potente e spesso mortale”.
Una task force multi-disciplinare istituita dall'Autorità analizzerà le carte con l'obiettivo di pubblicare un esame scientifico, come primo passo di un processo che si compirà in due fasi. Se emergeranno discrepanze tra lo studio e le valutazioni, l'Autorità chiederà agli autori ulteriori informazioni sulla metodologia utilizzata nei due anni di studio.
Questo materiale potrebbe contribuire ad una valutazione più completa che l'Efsa pubblicherà nelle prossime settimane.
In tutto questo processo l'Autorità opererà in stretta collaborazione con le agenzie nazionali per la sicurezza alimentare. La questione sarà portata anche all'attenzione dei rappresentanti nazionali che partecipano alla riunione del Comitato consultivo dell'Autorità di questa settimana.
Intanto, non accennano a placarsi le polemiche.
“Questa volta non serve neanche attendere del tempo, perché sono gli stessi ricercatori ad affermare, dopo solo qualche giorno, in un articolo su Nature, che i topi usati per dimostrare la presunta pericolosità del mais NK603 non erano i soggetti più adatti per questa sperimentazione, dal momento che naturalmente, nell’82% dei casi, sviluppano tumori entro i primi due anni di vita, che sono proprio quelli durante i quali è stata portata avanti la sperimentazione”. Così Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec, l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie, che fa parte di Federchimica.
“Si tratta dell’ennesimo caso in cui le bugie hanno le gambe corte, e questo è certo motivo di soddisfazione per chi lavora nel nostro settore con serietà” aggiunge Sidoli ricordando che “Il mais Ogm è sul mercato da 15 anni ed è stato utilizzato in tutto il mondo per l'alimentazione animale e umana, ovunque e senza evidenza di problemi. Anche l'Unione Europea ha investito molto sulla ricerca per le colture OGM, giungendo alla conclusione, frutto degli studi di oltre 500 gruppi di ricerca, che le colture Ogm non presentano rischi per la salute e l'ambiente diversi da quelli delle colture convenzionali".
Di segno, opposto, naturalmente le posizioni di Coldiretti. "Occorre che l’Italia eserciti subito la clausola di salvaguardia fino all’adozione delle misure comunitarie dirette a consentire a ciascuno Stato interessato di agire di propria iniziativa per quanto riguarda il divieto di proliferazione di organismi geneticamente modificati (Ogm)". A chiederlo è Coldiretti, dopo che la Russia ha sospeso temporaneamente l'importazione di mais geneticamente modificato commercializzato dal colosso americano agroalimentare Monsanto a seguito della pubblicazione dello studio choc francese".
"Risulta ormai inderogabile - sottolinea l'associazione - alla luce delle informazioni scientifiche e delle determinazioni economiche adottate a livello internazionale, assumere misure di sospensione dell’immissione sul mercato e di utilizzazione di prodotti geneticamente modificati importati da Paesi terzi a fronte del rischio di contaminazione di alimenti e mangimi".
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Fonte: Agronotizie