Torna in positivo il saldo della bilancia commerciale dell'olio d'oliva made in Italy nei primi mesi del 2024, anche sulla scia della ripresa produttiva del 2023 e della debole ripresa della Spagna, principale Paese produttore.
Intanto per quest'anno il Consiglio Oleicolo Internazionale conferma una robusta ripresa produttiva per l'olio d'oliva a livello mondiale, ma con l'Italia destinata a confermare la peggior annata di tutti i tempi con sole 224mila tonnellate di olio da pressione.
Sono queste le principali notizie emerse ieri, 26 novembre 2024, in occasione della Giornata Mondiale dell'Olivo, ricorrenza che ha dato l'opportunità di fare il punto sulla situazione dell'olivicoltura e sulla produzione di olio d'oliva in Italia.
Bilancia commerciale dell'olio italiano: +5,2 milioni
Torna in positivo il saldo della bilancia commerciale dell'olio made in Italy. Stando agli ultimi dati Istat elaborati da Sol2Expo, tra gennaio e agosto 2024 gli oli di oliva italiani hanno registrato vendite fuori confine per oltre 2 miliardi di euro, mettendo a segno una crescita a valore del 59% sul pari periodo 2023.
Un balzo, spinto anche dall'aumento dei listini, che ha riportato dopo 4 anni in positivo il saldo tra esportazioni e importazioni a +5,2 milioni di euro e che rappresenta una buona notizia per un comparto tricolore alle prese con due campagne olearie consecutive non esaltanti.
Al netto della dinamica inflattiva, l'analisi di Sol2Expo rileva infatti una crescita del 5,4% anche sul fronte dei volumi, trainata dai mercati extra europei (+9,6% il risultato a volume dei primi 8 mesi 2024) - in particolare Usa (+9,6%), Giappone (+6,1%) e Canada (+12,9%) - ma anche dalla Germania, secondo partner commerciale tricolore (a +17,9%).
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A fare da ambasciatore, l'olio extravergine di oliva, prodotto simbolo della dieta mediterranea e della qualità della cucina made in Italy, che pesa per circa l'85% sulle vendite estere tra gennaio e agosto di quest'anno (supera gli 1,7 miliardi il consuntivo degli 8 mesi) con un surplus commerciale di quasi 107 milioni di euro.
Aumenta la produzione 2024, ma non in Italia
Aumenta la produzione di olio, ma non in Italia: il nostro Paese, stando alle ultime stime di campagna, perde un terzo dei quantitativi rispetto allo scorso anno e chiude il 2024 con circa 224mila tonnellate di olio di oliva (-31,7%).
Nel bacino del Mediterraneo la produzione globale - secondo il Coi - sarà maggiore del 30% e del 12% rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Per effetto dell'alternanza produttiva, ma anche dei cambiamenti climatici, il nostro Paese per la prossima campagna sarà il quinto produttore al mondo dopo Spagna, Turchia, Tunisia e Grecia.
Oltre a una minore produzione generalizzata di olive, quest'anno i produttori italiani, tranne in alcune zone, hanno dovuto scontare una resa in olio fra le più basse mai registrate.
Top five Paesi Produttori di olio di oliva da pressione pari al 73% della produzione mondiale (Valori in tonnellate) | ||||
Paesi | Produzione Media degli ultimi 5 anni | Produzione 2023-2024 | Produzione 2024-2025 (stima) | Variazione sull'anno precedente |
Spagna | 1.105.000 | 854.000 | 1.290.000 | +51,1% |
Italia | 308.000 | 328.000 | 224.000 | -31,7% |
Grecia | 260.000 | 175.000 | 250.000 | +42,9% |
Turchia | 265.000 | 215.000 | 450.000 | +109,3% |
Tunisia | 251.000 | 220.000 | 350.000 | +59,1% |
Mondo | 3.006.000 | 2.564.000 | 3.355.000 | +31,0% |
(Fonte: Elaborazioni Confagricoltura su dati Coi)
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Prezzi, gli appelli di Confagricoltura e Coldiretti
E su tanto si registrano gli appelli di Confagricoltura e Coldiretti che chiedono di salvaguardare il giusto valore della filiera, che vede ancora costi di produzione elevati in particolare di frangitura, ma anche di evitare speculazioni e mantenere a un livello adeguato il prezzo minimo.
Il mercato, infatti, secondo le organizzazioni agricole, non remunera adeguatamente il produttore: dai 9,90 euro al chilogrammo dello scorso anno si è passati la scorsa settimana ad alcuni scambi dell'olio extravergine italiano a 7,80 euro. Anche se ieri in Borsa Merci Bari, tutti gli oli extravergini di qualità hanno subìto un netto rialzo, con l'Evo a meno di 0,4% di acidità risalito a 8,50 euro al chilo di prezzo medio, contro gli 8,10 euro di appena una settimana fa.
"L'Italia è il Paese olivicolo con più biodiversità al mondo, con oli Evo di altissima qualità, unici per proprietà organolettiche e analitiche di cui si deve tenere conto: non si può ridurre tutto a un mero calcolo algebrico - dice Walter Placida, presidente della Federazione Olivicola Olearia di Confagricoltura -. Mai come in questa stagione il prodotto italiano assume un connotato di rarità e prestigio; mai come in questa stagione, falcidiata in termini produttivi da un'alternanza esasperata e da eventi climatici acuti, va riconosciuto il giusto pregio all'Evo italico. Dobbiamo prestare attenzione alle speculazioni e ai tentativi di quotazioni al ribasso, richiamando alla responsabilità tutti gli attori della filiera, con il supporto delle istituzioni".
In quest'ottica, ad avviso di Confagricoltura, sarà di aiuto anche implementare efficaci azioni di controllo sugli oli in commercio, soprattutto di provenienza estera, per accertarne l'origine e la qualità. Queste azioni, unitamente a una corretta informazione al consumatore, sono di vitale importanza per la tutela e sviluppo del prodotto olio extravergine di oliva italiano.
Sulle stesse posizioni anche Coldiretti: "In piena raccolta, l'olio extravergine d'oliva italiano è vittima di speculazioni sul prezzo all'origine, aggravate da un'impennata ingiustificata delle importazioni da Spagna, Portogallo, Tunisia e Turchia - denuncia David Granieri, vicepresidente Coldiretti e presidente Unaprol -. Le grandi multinazionali puntano a dimezzare il valore del nostro oro verde, ma Coldiretti non accetta questo gioco al ribasso che penalizza olivicoltori e frantoiani, custodi della qualità del nostro prodotto. Un olio venduto a prezzi stracciati non è italiano né di qualità. L'olio Evo italiano deve mantenere un prezzo minimo per tutelare olivicoltori e frantoiani, che garantiscono qualità eccellente nonostante le difficoltà. Contro frodi e speculazioni, chiediamo controlli severi per proteggere un prodotto unico, pilastro della Dieta Mediterranea e simbolo dell'Italia nel mondo. La filiera deve riconoscere un equo valore ai produttori: senza di loro, non esiste futuro per l'olio extravergine italiano".