A dirlo è Assoenologi nella pubblicazione "previsioni dell'associazione enologi italiani" aggiornata al 7 settembre, in cui i volumi della vendemmia si fermano a 40,3 milioni di ettolitri perdendo 5,6 punti percentuali sul 2011 e 10 sulla media degli ultimi cinque anni.
Una previsione che seppur confermata dall'Osservatorio per l’andamento delle colture viticole e del mercato vinicolo di Confagricoltura, dipenderà molto dalle prossime settimane.
Se torneranno le alte temperature e non vi saranno le adeguiate precipitazioni, entrambi gli studi ipotizzano un ritocco al ribasso dei valori quantitativi che potrebbero scendere al di sotto dei 40 milioni di ettolitri.
Più pessimisti Ismea e l'Unione italiana vini che prevedono "un altro record negativo dopo un 2011 che ci aveva già trascinato ai minimi storici. Nonostante la qualità delle uve si prospetti dal buono all'ottimo con un grado zuccherino superiore alla media - spiegano -, la produzione vinicola nazionale porterebbe il dato di quest'anno sotto la soglia dei 40 milioni di ettolitri ".
Quadro nazionale eterogeneo
Ad un più consistente calo delle produzioni al centro nord, si affianca una migliore situazione del centro sud dove si prevede un pareggio o addirittura un aumento fino a dieci punti percentuali sui volumi del 2011.
"La Siccità - spiega Confagricoltura -, ha condizionato in particolare i volumi delle uve bianche e le regioni maggiormente penalizzate sono Toscana, Umbria, Lombardia e Emilia Romagna".
In Toscana, secondo l'ente Cra regionale l'andamento di questa annata anomala in cui al perfetto stato sanitario si è contrapposta una carenza idrica, potrebbe portare ad un calo produttivo medio del 20 per cento con punte fino al 30 per cento.
In controtendenza la Sicilia dove attualmente è stato vendemmiato il 35 per cento delle superfici e dove si registrano volumi in recupero rispetto allo scorso anno.
Per quanto riguarda la situazione extranazionale, dando uno sguardi ai dati relativi all'andamento francese e spagnolo, il caldo e la siccità ma anche le abbondanti precipitazioni primaverili in Francia, fanno stimare per quest'ultima un'annata difficile con discrete aspettative sulla qualità. Niente di buono anche per la Spagna per cui si profila una produzione 2012 di 30 milioni di ettolitri, in calo rispetto ai 37milioni del 2011.
Bene la qualità
Anche per la qualità settembre è decisivo soprattutto per i vini rossi; gli esperti di Assoenologi ritengono - andamento climatico delle prossime settimane permettendo -, che si possano raggiungere risultati soddisfacenti seppur molto eterogenei.
“Le pochissime fitopatie e l'andamento soddisfacente del ciclo vegetativo fanno confidare in un’annata molto buona”, commenta con ottimismo Confagricoltura il cui Osservatorio rileva una migliore resistenza alla siccità dei vitigni autoctoni rispetto a quelli internazionali.
La qualità? E' data dal timbro
Veneto Agricoltura, Regione Veneto ed ente Cra-Vit di Conegliano, nel convegno sulle previsioni vendemmiali dello scorso 5 settembre, hanno proposto un nuovo modo di leggere la qualità della vendemmia: utilizzare il timbro che ogni annata lascia sulle uve e dunque sul vino che si produrrà.
"Per la vendemmia 2012 - spiegano -, per cui complessivamente si registra una minore gradazione zuccherina e una diminuzione di acidità, le uve bianche già raccolte e che hanno subito lo stress idrico e termico estivo, lasceranno sui vini una timbratura carica di aromi di frutta tropicale matura.
Le uve nere, ancora da vendemmiare e avvantaggiate dalle piogge di questi ultimi giorni, godranno di un timbro orientato alla morbidezza con più tannici che alcolici".
"Comunque – ha sottolineato Diego Tommasi del CRA-vit di Conegliano –, più che il deficit idrico nella vendemmia in corso ha inciso il deficit termico e lo si vede dalle conseguenze evidenti anche sui vigneti irrigati, al punto - ha concluso -, da mettere in discussione le tecniche colturali per le prossime stagioni”.
Prezzi e prodotti
In reazione alle iniziali previsioni di rese scarse, l'Osservatorio Confagricoltura registra un aumento dei prezzi dell'uva cui però si contrappone l'aumento dei costi di produzione.
Secondo Ismea e Uiv, bisognerà attendere la reazione del mercato "visto che la vendemmia - spiegano -, non si presenta scarsa solo in italia. Dopo la flessione produttiva registrata durante la primavera nell'emisfero sud, infatti, anche le cantine del vecchio continente potrebbero essere tutt'altro che piene" concludono.
La produzione, secondo l'analisi di Coldiretti, sarà destinata per circa il 60 per cento ai vini a denominazione di origine controllata - Doc, controllata e garantita - Docg e a indicazione geografica tipica - Igt.