Non sempre la cosiddetta "Rivoluzione verde" ha raccolto consensi unanimi. Nel Mondo occidentale, ormai benestante e che ha dimenticato fame e miseria, la spinta alle produzioni agricole ha infatti generato recenti critiche, talvolta aspre. Critiche che spesso affondano le radici in terreni per lo più ideologici piuttosto che agronomici e sociali, seguendo quella massima che ricorda come i bei discorsi vengano bene soprattutto a pancia piena.
Di diverso parere l'Africa, continente ove invece la ricerca di maggiori produzioni di cibo sta assumendo ritmi importanti. Lo sviluppo demografico di alcune aree del "Continente Nero" sta infatti imponendo l'acquisizione di ogni possibile tecnologia atta all'incremento produttivo agricolo. Perché quando la fame non è solo un lontano ricordo, bensì è ancora una devastante realtà, si tende a guardare ai problemi con maggiore buon senso.
Proprio per accelerare il processo di sviluppo agricolo dei Paesi africani e il conseguente aumento della loro indipendenza alimentare, ai primi di ottobre 2012 si è svolto ad Arusha, in Tanzania, l'"African Green Revolution Forum" (AGRF).
Il forum ha ripreso il dialogo iniziato al "World Economic Forum" (WEF) e proseguito al recente "G8" del maggio 2012. In tale occasione, rappresentanti del settore pubblico e privato si sono riuniti per promuovere sia gli investimenti sia i sostegni politici necessari per aumentare la produzione di cibo e il reddito degli agricoltori africani.
Al fianco dell'ex segretario generale dell'Onu Kofi Annan e al Presidente della Tanzania Jakaya Mrisho Kikwete, si sono quindi seduti non solo altri Capi di Stato, ma anche agricoltori, ricercatori e organizzazioni non governative per discutere la tabella di marcia necessaria alla trasformazione dell'agricoltura africana.
Tra i partecipanti spicca il nome di Syngenta, presente nella persona di Robert Berendes, responsabile Business Development del colosso elvetico.
In un ambiente ostile verso le colture, come si presenta quello africano, ricco di patogeni e parassiti di ogni genere e specie, una società come Syngenta ha infatti le prerogative per posizionarsi nel novero dei partner di cui questi progetti di sviluppo sicuramente necessitano.
 
Potenzialità inesplorate
 
Nel suo discorso di apertura, l'ex segretario generale dell'Onu Kofi Annan ha sottolineato l'enorme potenziale dell'agricoltura africana. A livello mondiale, l'Africa detiene infatti il 60% delle terre attualmente incolte ma che potrebbero essere rese coltivabili. Inoltre esiste un grande potenziale per aumentare le rese per ettaro. L'Africa, secondo Annan, può e quindi deve essere parte del sistema di sicurezza alimentare mondiale.
 
Investimenti di lungo periodo e di ampia scala
 
Robert Berendes è stato parte di un gruppo di esperti riunito per sviluppare partnership innovative in grado di accelerare gli investimenti in Africa, in sinergia con iniziative già esistenti quali "Grow Africa".
"Il nostro impegno in Africa - ha sottolineato Berendes - è aumentato drasticamente negli ultimi quattro-cinque anni e ancora di più negli ultimi 12 mesi. Sono stati creati collegamenti con centinaia di migliaia di piccoli produttori, al fine di realizzare un progetto di sviluppo su vasta scala".
Parole che hanno raccolto i favori del Presidente Kikwete, il quale ha sottolineato l'importanza del settore privato come catalizzatore per la Rivoluzione Verde Africana. Anche per Kikwete è necessario fornire alla miriade di piccoli proprietari i mezzi per svilupparsi, come sementi migliorate, fertilizzanti, erbicidi, fungicidi e insetticidi. Kikwete ha anche applaudito Syngenta per gli sforzi per sostenere i piccoli agricoltori in Tanzania attraverso un partenariato pubblico-privato che mira a incrementare la produttività agricola in Tanzania. Syngenta è attualmente già co-fondatrice del "Corridoio meridionale per la crescita agricola della Tanzania" (SAGCOT), per il quale sono stati previsti investimenti nei prossimi 20 anni pari a 2,1 miliardi di dollari. Questi investimenti di tipo privato saranno integrati da altri 1,3 miliardi provenienti dal settore pubblico.