Sabato 26 luglio 2008 si è tenuta presso il Cra, Centro ricerca per la frutticoltura di Roma la tradizionale mostra pomologica frutticola che oramai ha raggiunto la sua 44ma edizione. Nel 1964 l'allora direttore dell'Istituto Francesco Lalatta inaugurava la 1° mostra pomologica presso l'Istituto di frutticoltura e di elettrogenetica, poi diventato Istituto sperimentale per la frutticoltura ed ora Centro di ricerca per la frutticoltura. Mostrare nuove varietà di frutta ottenute dal miglioramento genetico italiano ed internazionale riscosse subito un grande interesse presso i frutticoltori ed i tecnici e da allora il suo regolare svolgimento annuale ha contribuito in modo significativo alla promozione della frutticoltura italiana ed all'espotazione.
Questa edizione oltre all'esposizione di un migliaio di campioni di frutta di diverse varietà e specie, è stata arricchita da due eventi contestuali come la presentazione e la distribuzione della 'Lista di orientamento varietale per la frutticoltura 2008 per pesche e nettarine' pubblicata nell'ambito del progetto finanziario dal ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali e la presentazione del volume 'il pesco' della collana 'Coltura&Cultura' di Bayer CropScience, alla stesura del quale hanno contribuito numerosi studiosi nazionali di grande prestigio.
Introduce la mostra Carmine Damiano, neo-direttore del Cra, Centro di ricerca per la frutticoltura. 'L'Istituto ha sempre messo grande impegno nell'evoluzione varietale come testimoniato dai numerosi risultati ottenuti e dalla volontà di mantenere in vita un evento come questo per dare modo a frutticoltori professionisti, amatori, studiosi, tecnici, agricoltori, associazioni di produttori, vivaisti, ambientalisti ed amministrazioni pubbliche e private coinvolte d'avere un momento per ritrovarsi, discutere, valutare e vedere novità.'
'Ringrazio tutti per la collaborazione e per l'affetto che mi è stato dato nei tanti anni della mia direzione dell'Istituto, - afferma Carlo Fideghelli (nella foto sotto) - sono convinto che la scelta di Carmine Damiano rappresenti la stada migliore per competenza, dedizione e per continuità nella direzione. Il progetto Liste di orientamento varietale, di cui continuerò ad essere coordinatore nazionale, si mantiene grazie al contributo delle regioni e delle strutture private e pubbliche; ogni anno aggiorna le varietà frutticole iscritte ed ogni 4 anni i portinnesti. L'obbiettivo rimane quello di dare informazioni utili per poter scegliere le varietà più adatte ad essere coltivate nei vari areali e quelle più adatte alle varie esigenze del mercato. Come già sperimentato nel 2007 la presentazione delle liste viene eseguita, suddividendola nelle varie specie o gruppi di essi, all'interno di vari eventi sparsi per tutto il territorio italiano permettendo in questo modo di dare maggiore visibilità alle varie struttutre coinvolte. Questo evento di Roma ha permesso di presentare le liste di orientamento varietale 2008 per pesco e nettarine.'
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'Il pesco rappresenta una cultivar di grande tradizione ed importanza nel nostro paese - evidenzia Luigi Conte del Cra, Centro di ricerca per la frutticoltura - e nel gruppo delle drupacee è la più ricca di tipologie e la più dinamica per numero di varietà da tempo disponibili ed in corso di diffusione. La ricerca ha permesso di avantaggiare molto il pesco grazie ad un lavoro importante da parte degli addetti a lavori. Essi hanno contribuito al miglioramento genetico e ad un'evoluzione varietale tale da cambiare completamente le carte in tavola, per essere sempre più vicini alle esigenze del mercato. Le varietà inserite sono numerose ed in queste condizioni a volte diventa difficile fornire delle indicazioni chiare sulle scelte. Molte sono le cultivar a maturazione contemporanea troppo simili e scarsamente innovative. pochissime ancora quelle realmente valide nei periodo extraprecoce, precoce ed intermedio. Inflazionato risulta il periodo medio-tardivo che accusa ancora un eccesso di prduzione che rimanendo invenduta influisce negativamente anche sul mercato delle tardive. All'interno del progetto alcune cultivar che oramai risultavano obsolete sono state tolte e sostituite da nuove con caratteristiche più innovative ed adatte alle esigenze del mercato. E' però altrettanto vero che quest'anno non si registrano variazioni numeriche o di giudizio risptto all'anno precedente. Molte sono le varietà provenienti da breeder pubblici e privati sia nazionali che internazionali sottoposte a sperimentazione ed a valutazione che nei prossimi anni potrebbero essere inserite nella lista. Tra le novità particolari si segnala la recente diffusione di cultivar a basso fabbisogno in freddo idonee per ambienti estremamente meridionali o in coltura protetta nonchè l'introduzione di varietà con caratteristiche nuove e differenti (ad es. Ghiaccio, Ufo, Kalos ed Elios).'
'Questa specie fruttifera continua la sua espansione - segnala Roberto Massai del Dipartimento di Coltivazione e Difesa delle Specie Legnose "G. Scaramuzzi" - anche se negli ultimi anni si sono verificate alcune problematiche produttive e di mercato. Nel 2007 si è verificato un inverno mite con conseguente mancanza di ore di freddo invernale, elemento indispensabile per un suo corretto sviluppo agronomico, e nel 2008 si sono verificate invece abbondanti piogge primaverili ed altre pericolose precipitazioni metereologiche. Esiste comunque un reale interesse verso questa specie a causa delle necessità che il mercato ha manifestato, con particolare riferimento per quello del Nord e dell'Est Europa che è risultato estremamente recettivo. Si è manifestato un ritardo nella valutazione delle nuove varietà in quanto il progetto è stato concentrato principalmente su altre specie che che apparivano più interessanti per il mercato in quella fase come pesche, melo e fragola. Negli ultimi 3 anni sono state valutate 34 nuove cultivar ed altre 20 lo saranno nel prossimo anno. L'albicocco è però cultivar molto legata ad una vocazionalità ed all'obbiettivo che abbiamo sul mercato.'
Il miglioramento genetico ha incontrato diverse difficoltà a causa della competizione tra breeder pubblici e privati che hanno differenti obbiettivi finali e diversi percorsi per raggiungerli. Nel caso pubblico si è principalmente studiato il miglioramento della caratteristica autosterile, migliori caratteri agronomici (ad esempio ridotte ore in freddo e migliore gestione dell'albero) e l'ampliamento del calendario di maturazione. Nel caso del privato si è cercato di migliorare l'aspetto e le qualità organolettiche, di allungare la shelf-life ed di aumentare la consistenza della polpa per avvicinarsi alle nuove richieste del mercato.
'In questa specie a differenza delle altre drupacee - sottolinea Valter Nencetti del Dipartimento di ortoflorofrutticoltura dell'Università di Firenze - esiste una fase di staticità soprattutto dal punto di vista del mercato. Altrettanto statica si dimostra l'innovazione varietale che ad eccezione di alcune nuove cultivar a maturazione precoce del gruppo cino-giapponese non ha registrato novità interessanti per la susinicoltura italiana. L'interesse maggiore è comunque rivolto alle susine cino-giapponesi che rappresentano il 75% della produzione nazionale di susine. Le cause di questa situazione sono dovute a problemi di ordine patologico ed agronomico che affliggono soprattutto il nord e che frenano la creazione di nuovi impianti. Una produttività incostante dovuta ai ritorni di freddo, al Nord, ed una impollinazione inefficiente al Sud hanno portato ad una scarsa produzione nelle cultivar cino-giapponese (peraltro già suscettibili a Xanthomaonas spp e Lecptonecrosi). Nelle susine europee invece questi problemi sembrano non esserci ma il mercato continua a non apprezzare particolarmente questa tipologia di frutto anche a causa di pezzature non esaltanti che lo rendono poco affascinante.'
Conclusioni
Le drupacee rappresentano un importante patrimonio per la frutticoltura italiana e mondiale che deve essere preservato e migliorato. Manifestazioni come queste permettono di dare visibilità e di contribuire in maniera importante al suo sviluppo. La ricerca ed il miglioramento genetico stanno affrontando uno sforzo enorme per cercare di individuare materiale sempre migliore con l'obbiettivo di ottenere qualità e innovazione con un occhio sempre attento alle esigenze del mercato e del consumatore oltre che dei frutticoltori e degli agricoltori. L'innovazione varietale è quindi elemento necessario per apportare rinnovamento e nuovo interesse per la frutticoltura e per permettere di risollevarla da uno stato di 'torpore' in cui qualche anno fa era caduta. L'impegno da parte degli operatori del settore è enorme ed i risultati degli ultimi anni ne rappresentano una concreta dimostrazione.