Oggi l'agricoltura è tecnologica?

Indubbiamente lo è più di 10 o 20 anni fa e, immersa in un mondo dove la tecnologia si fonde con il quotidiano e le parole intelligenza artificiale o automazione sono d'uso comune, si muove gradualmente verso quella che viene definita agricoltura 4.0 o agtech.

 

Agtech o non agtech? Questo è il dilemma

Se da un lato la necessità di maggiore sostenibilità ambientale, economica e sociale richiede a gran voce nuovi approcci tecnologici per le coltivazioni, dall'altro gli agricoltori vivono nel grande dilemma che si può sintetizzare con una domanda: ne vale la pena?

 

Dallo studio "Agtech: Breaking down the farmer adoption dilemma" - pubblicato nel febbraio 2023 dalla McKinsey & Company, società internazionale di consulenza - che indaga sulla reale diffusione delle tecnologie in agricoltura a livello globale, emerge che le le preoccupazioni e gli ostacoli da superare perché si verifichi una vera rivoluzione tecnologica del settore su scala mondiale, non sono pochi.

L'analisi è analoga a quella condotta annualmente, ma al livello nazionale, dall'Osservatorio Smart AgriFood del Politecnico di Milano.

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Lo studio pubblicato dalla McKinsey & Company ha coinvolto agricoltori di tutto il mondo

Lo studio pubblicato dalla McKinsey & Company ha coinvolto agricoltori di tutto il mondo

(Fonte foto: McKinsey)

 

Agtech: un fenomeno globale

Per lo studio, nel 2022, sono stati intervistati oltre 5.500 agricoltori provenienti da Asia (Cina e India), Europa (Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna), Nord America e Sud America (Argentina e Brasile). Il livello di adozione della tecnologia nelle aziende agricole, per una comprensione più approfondita del fenomeno, è stato suddiviso in 6 ambiti tecnologici utilizzati dagli agricoltori singolarmente o congiuntamente:

  1. software di gestione agricola, progettati per migliorare l’operatività, ottimizzare l’utilizzo degli input e generare mappe per le applicazioni a rateo variabile;
  2. sistemi hardware (di agricoltura) di precisione, per misurare in tempo reale la fertilità del suolo, controllare autonomamente i trattori e le attrezzature e gestire in campo la distribuzione degli input;
  3. sistemi di telerilevamento, satellitari o aerei per monitorare lo stato delle colture;
  4. robotica agricola, automazione per ridurre le esigenze di manodopera, ottimizzare le operazioni, aumentare la produttività e ridurre i costi;
  5. tecnologie per la valutazione della sostenibilità, ad esempio, per misurare le emissioni di carbonio, monitorare l'uso delle risorse o stimare l'impatto delle operazioni agricole;
  6. soluzioni legate al mondo agroalimentare, dalla sicurezza alimentare, alla tracciabilità fino alla logistica.

 

Un po' di dati: una sintesi

Complessivamente il 39% degli agricoltori intervistati sta attualmente utilizzando o prevede di utilizzare almeno una soluzione tech nei prossimi 2 anni. I risultati mostrano però una grande variabilità tra le aree geografiche: in Europa e in Nord America la percentuale è pari al 61% degli agricoltori, valore che scende al 50% se si guarda al Sud America e fino al 9% in Asia.

 

Considerando i 6 ambiti precedenti, i software di gestione registrano il tasso di adozione più elevato tra gli agricoltori (21%), seguiti dai sistemi per il telerilevamento e l’agricoltura di precisione (15%). Le tecnologie legate alla sostenibilità e la robotica sono ancora agli inizi e si fermano a percentuali inferiori: circa il 5% per entrambi.

 

Tra gli agricoltori intervistati che attualmente non adottano nessuna soluzione tecnologica, il 4% intende adottarne almeno una tra quelle incluse nelle precedenti categorie ma solo il 2,5% prevede l'adozione di sistemi di automazione o robotici. 

 

Così come l'adozione delle tecnologie varia da paese a paese, anche le difficoltà seguono una variabile geografica. Se in America gli agricoltori annoverano tra i problemi connessi alla tecnologia i costi elevati (52%) e un ritorno dell'investimento poco chiaro (40%), in Europa sono i costi a destare le maggiori preoccupazioni (48%) seguiti dalla eccessiva complessità delle tecnologie (32%).

 

Tasso di utilizzo e principali soluzioni agtech utilizzate a livello mondiale

Tasso di utilizzo e principali soluzioni agtech utilizzate a livello mondiale 

(Fonte foto: McKinsey)
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Lo studio individua come, in tutti i mercati, le grandi aziende agricole - più di 2mila ettari - siano le più disposte a adottare soluzioni agtech (81%). Seguono le aziende medie - da 800 a 2mila ettari - (76%) e le piccole aziende con superfici inferiori agli 800 ettari (36%).

 

Una breve nota di colore. La categoria che il documento individua come "piccole aziende", in Italia include la maggior parte delle aziende (oltre il 95%).  A livello nazionale, infatti,  la superficie media di un'azienda è pari a 8,4 ettari (Istat 2020).

 

Le 5 tendenze del mondo agtech

Approfondendo l’analisi, il documento individua cinque tendenze che ben descrivono il settore la sua propensione alla tecnologia

 

1. Gli agricoltori sono aperti all’innovazione ma ...

Si trovano attualmente ad affrontare importanti sfide come l'aumento dei costi di produzione che per il 67% degli intervistati rappresenta la principale preoccupazione per la redditività aziendale, eventi meteorologici estremi, l’evoluzione delle preferenze dei consumatori e un contesto normativo in evoluzione.

 

In particolare, il ritardo temporale che naturalmente intercorre tra la produzione, l’acquisto e l’applicazione degli input agricoli, fa sì che un calo dei prezzi non rispecchi un immediato calo dei costi per l'agricoltore. La volatilità dei mercati delle materie prime genera grande incertezza sul futuro.

 

Variazione percentuale in Europa dei prezzi di input e output agricoli tra il 2021 e il 2022

Variazione percentuale dei prezzi di input e output agricoli tra il 2021 e il 2022 in Europa

(Fonte foto: eurostat)
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Per compensare l'incertezza e difendere la produttività agricola, ecco che le nuove tecnologie assumono un ruolo chiave. Lo studio riporta che il 43% degli agricoltori intervistati adotta nuove soluzioni principalmente per aumentare le rese (e i profitti).

 

2. Agricoltura di precisione = sostenibilità

La presa di coscienza globale del cambiamento climatico in atto, sta determinando una ricerca di maggiore sostenibilità anche nei processi produttivi agricoli.

 

Tuttavia, l’adozione di tecnologie legate alla sostenibilità stenta a prendere piede. A livello globale, come mostrano i risultati del sondaggio, il tasso di adozione si ferma ad un modesto 6%. Sale al 9% solo in Europa e in Nord America per scendere, in Asia, al 4%. Curiosamente la percentuale più alta la registra il Brasile (10%) che però è anche leader nell’uso di prodotti biologici (55%) e nelle pratiche di minima lavorazione (83%).

 

Anche l’agricoltura di precisione può diventare un importante motore per la diffusione di pratiche agricole più sostenibili e a basse emissioni. In questo ambito, lo studio fotografa una situazione migliore. In cima alla classifica dell'utilizzo di queste tecnologie, il Nord America (28%) seguito da vicino dal Sud America (27%) e dall’Europa (21%). Le soluzioni più utilizzate sono i software di mappatura della rese (69%), i sistemi di fertilizzazione a rateo variabile (67%) e il controllo sezioni nell'irrorazione (67%). 

 

Diffusione dell'agricoltura di precisione nel mondo e principali soluzioni adottate

Diffusione dell'agricoltura di precisione nel mondo e principali soluzioni adottate

(Fonte foto: McKinsey)
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Ma il processo verso la sostenibilità non prevede solo l'adozione di pratiche sostenibili ma anche di verificarne la conformità. In questo caso, tecnologie di raccolta dati come il telerilevamento, risultano validi strumenti per raggiungere l'obiettivo.

 

3. Il ruolo primario di governi e istituzioni

Come è stato possibile osservare anche in Italia, dove i finanziamenti 4.0 hanno generato un boom di vendite di macchine e attrezzature agricole, le istituzioni ricoprono un ruolo chiave nell'accelerare (o rallentare) un processo di innovazione. Una situazione confermata anche a livello globale, dove il 40% degli agricoltori dichiara di accogliere di buon grado iniziative di incentivazione all'acquisto.

 

Non solo i finanziamenti ma anche i cambiamenti normativi verso posizioni più restrittive in merito a consumi ed emissioni, proposti in vari paesi nell'ultimo quinquennio, influenzeranno sicuro il processo di rivoluzione tech del settore agricolo. Ne è un esempio il Green Deal europeo (Farm to Fork) che prevede, entro il 2030, una netta riduzione nell'uso di fertilizzanti e agrofarmaci.

 

Principali obiettivi in campo agricolo definiti dalle nuove politiche europee per il 2030

Principali obiettivi in campo agricolo definiti dalle nuove politiche europee per il 2030

(Fonte foto: Commissione europea)

 

4. Verso soluzioni tecnologiche integrate

Per lungo tempo l'offerta di soluzioni tecnologiche è stata caratterizzata da un'elevata disgregazione ed eterogeneità: i software erano proprietari senza possibilità di comunicare tra loro, le tecnologie erano specifiche e poco versatili. Concetti come compatibilità, standardizzazione e interoperabilità - oggi imprescindibili per qualsiasi mezzo o tecnologia - erano considerati secondari.

 

La storica tendenza dei produttori di input e di macchine agricole a fornire piattaforme e servizi digitali, spesso gratuitamente, ha creato una bassa percezione del loro valore presso gli agricoltori che vivono - come emerge dallo studio - un alto tasso di scetticismo nei confronti delle soluzioni tecnologiche più immateriali (i software). Il 50% degli agricoltori non è disposto a pagare per queste tecnologie, anche a fronte di una più complessa stima degli effetti positivi sulle produzioni e sul reddito dell'agricoltore (citata dal 30% degli intervistati).

 

 

Principali ostacoli alla diffusione globale di soluzioni agtech

Principali ostacoli alla diffusione globale di soluzioni agtech (ROI: return on investment o ritorno sull'investimento)

(Fonte foto: McKinsey)
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Se i guadagni non sono sempre chiari, lo sono i costi che per il 48% degli agricoltori rappresentano il limite principale per l'adozione. Dimostrare i vantaggi economici delle soluzioni agtech agli agricoltori è una sfida: gli incrementi produttivi sono spesso vanificati o mascherati da fattori esterni (siccità, fitopatie, eventi meteorologici, ecc.) che incidono in modo variabile e imprevedibile.

 

5. Dati in agricoltura, una questione di fiducia

Conclude il trittico delle incertezze manifestate dagli agricoltori - citata dal 20% degli intervistati come principale ostacolo - la preoccupazione sulla proprietà dei dati raccolti in azienda e campo. In testa gli agricoltori del Nord America (25%) e in coda quelli asiatici (18%).

 

Lo stesso atteggiamento di diffidenza lo si osserva anche verso il mondo digitale in generale: meno del 12% degli agricoltori acquisisce conoscenze e prodotti online. Questo perché i servizi online spesso, offrono un'esperienza impersonale, priva di consigli e insoddisfacente per l'agricoltore che preferisce, di conseguenza, percorrere altre strade.

 

Principali ostacoli all'acquisto di prodotti online indicati dagli agricoltori per ogni regione

Principali ostacoli all'acquisto di prodotti online indicati dagli agricoltori per ogni regione

(Fonte foto: McKinsey)

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Suggerimenti per i produttori di tecnologie agricole

Se fin'ora abbiamo preso in analisi il complesso rapporto tra tecnologia e agricoltura dal punto di vista dell'utente finale (l'agricoltore), è interessante il piccolo excursus che lo studio propone, individuando alcuni punti cardine - riprende le tendenze precedenti - sui quali i fornitori di tecnologie agricole dovrebbero concentrarsi per aumentare i loro business.

 

Negli ultimi 10 anni, il numero di start up agtech è aumentato vertiginosamente, ma molte di queste non sono state in grado di costruire una base di partenza solida e duratura e per questo, sono poche quelle realmente giunte sul mercato.

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  • Personalizzare l'offerta di prodotti. Ogni azienda agricola ha le sue caratteristiche che ne determinano necessità specifiche. Le aziende devono offrire soluzioni più mirate, sviluppando proposte dal valore aggiunto facilmente osservabile dall'agricoltore.
  • Semplificare il percorso d'acquisto per l'agricoltore. Per migliorare l’esperienza del cliente è fondamentale affiancare a un'assistenza digitale più moderna e un supporto tecnico personale più tradizionale.
  • Valorizzare la raccolta dei dati. Vista la bassa propensione degli agricoltori alla condivisione dei propri dati, le start up devono semplificare la raccolta dei dati e fornire agli agricoltori strumenti che li valorizzino adeguatamente.
  • Creare soluzioni integrate e non stand alone. La possibilità di utilizzare dati provenienti da diverse fonti e, allo stesso tempo, di integrarsi con l’ampio insieme di tecnologie già utilizzate dall'agricoltore, è il segreto per il successo di una soluzione agtech.

Oggi, con i recenti aumenti della redditività aziendale e i forti investimenti dell’ultimo decennio, le start up hanno l'opportunità di innescare una nuova rivoluzione tecnologica nel settore agricolo.

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