Nel 2021 l'Italia ha registrato un nuovo minimo storico nella produzione di pere ma resta comunque il quarto produttore al mondo dopo Cina, Argentina e Stati Uniti, con una superficie coltivata pari a oltre 27mila ettari situati perlopiù in Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Sicilia. Come altre coltivazioni, anche la pericoltura ha subìto un'evoluzione agronomico colturale e oggi si avvantaggia di innovazioni varietali, nuovi modelli d'impianto e moderne tecniche di gestione del suolo e delle piante.
Acqua e nutrienti nelle giuste quantità
Importantissima per la conduzione corretta del pereto è la somministrazione di acqua e fertilizzanti che nel tempo è stata progressivamente ottimizzata dal punto di vista tecnico e applicativo. Attualmente, nell'ottica di risparmiare la risorsa idrica, si usano sistemi di irrigazione a goccia o a microportata che erogano volumi irrigui ridotti per singolo gocciolatore assicurando adacquamenti localizzati e operano a basse pressioni consentendo di ridurre le spese per il sollevamento dell'acqua a monte dell'impianto.
Inoltre, gli impianti di microirrigazione permettono di iniettare il fertilizzante, precedentemente solubilizzato in apposite vasche di premiscelazione, in condotta e di distribuire una concentrazione di elementi nutritivi che risponde alle reali esigenze delle piante. Dunque gli agrotecnici che usano un sistema microirriguo possono gestire il pereto in modo meticoloso e flessibile, in funzione della fase fenologica, dell'andamento climatico e dell'obiettivo produttivo.
Pero, attenzione agli interventi irrigui
Il pero - con un fabbisogno idrico che oscilla tra 500 e 700 metri cubi per ettaro all'anno - è avvantaggiato nel raggiungimento degli standard quantitativi e qualitativi da apporti ad hoc di acqua e nutrienti. In particolare, un apporto idrico moderato o "restrittivo" (regime deficitario) frena la crescita vegetativa delle piante scongiurando uno squilibrio che influirebbe negativamente su quantità e pezzatura dei frutti prodotti. Il contenimento della vegetazione evita anche passaggi di potatura verde che rappresentano ulteriori voci di costo.
La gestione idrica moderata o deficitaria assicura notevoli risparmi di acqua, ma può generare una carenza idrica che determina problemi morfo-fisiologici (vegetazione stentata, foglie piccole e coriacee, frutti piccoli, polpa compatta, poco acida e povera di elementi minerali), con ripercussioni sulla produzione dell'anno e delle annate successive. Dunque occorre applicare uno stress idrico controllato sul pero - specie con ciclo di fruttificazione biennale - prestando attenzione a tempistiche e modalità.
Nell'impostazione di un piano fertirriguo bisogna considerare l'accavallamento temporale (generalmente a giugno e luglio) tra la formazione delle gemme dell'anno e l'induzione e la differenziazione a fiore delle gemme dell'anno successivo, fenomeni che si fermano con la caduta delle foglie per poi riprendere nella fase di prefioritura. Per non avere problemi, è necessario evitare stress idrico e nutrizionale delle piante durante l'estate, soprattutto in caso di siccità e varietà a maturazione precoce.
La conoscenza dell'epoca e della durata di ogni fase fenologica del ciclo del pero permette di modulare al meglio gli interventi irrigui, in primis i volumi e i tempi di ciascun adacquamento. Se gestita in modo corretto, l'irrigazione del pereto può garantire aumenti produttivi del 20-30% rispetto a una gestione "in asciutto", incrementi della pezzatura dei frutti e miglioramenti in termini di qualità e serbevolezza.
Irrigazione: dove serve di più?
La pratica irrigua si rivela preziosa specialmente negli areali meridionali, dove i peri maturano prima grazie ai fabbisogni in freddo bassi, e per le varietà estive. Queste ultime con maturazione precoce tra fine giugno e metà luglio hanno fabbisogni idrici e nutrizionali diversi rispetto alle varietà autunnali (Conference, Kaiser, Decana del Comizio e Abate Fétel) che maturano da fine agosto a fine settembre e quindi possono contare di più sulle precipitazioni per le fasi finali di sviluppo e maturazione.
Le cultivar caratterizzate da maturazione estiva e coltivate nelle zone meridionali (ad esempio la Coscia) rispondono meglio all'irrigazione, che riesce a "mitigare" la competizione tra germogli e frutto favorendo il corretto svolgimento del sottociclo riproduttivo in atto.
Gli interventi irrigui vanno tarati in base anche al portinnesto. Le piante con portinnesti derivati dal cotogno, avendo un apparato radicale superficiale che si adatta a terreni poco profondi, risultano più sensibili alla siccità e quindi richiedono frequenti adacquamenti a basso volume. Diversamente i portinnesti franchi (meno utilizzati), con radici più sviluppate che prediligono terreni più profondi, resistono meglio alla carenza idrica e sono gestibili con turni più ampi e volumi maggiori.
Infine l'irrigazione e la fertirrigazione giocano un ruolo cruciale nei pereti ad alta densità, dove l'importante investimento iniziale (dalle 6mila alle12mila piante per ettaro) spinge l'agricoltore ad accelerare l'accrescimento e l'entrata in produzione delle piante ricercando, al contempo, una certa uniformità di crescita.
Irritec al servizio della pericoltura
Per l'irrigazione a goccia dei sistemi ad alta o altissima densità Irritec propone ali gocciolanti stese a terra lungo il filare o agganciate sui fili della spalliera di sostegno. Vista la vicinanza tra le piante, il passo tra i gocciolatori è pari a soli 40-50 centimetri in modo tale da creare una striscia bagnata lungo la fila, utile soprattutto durante i primi anni in cui le piante sono piccole e presentano un apparato radicale poco sviluppato.
Lo spazio tra i gocciolatori è definito anche in base alla natura del terreno: occorre evitare distanze ravvicinate in terreni argillosi e il ristagno idrico che provoca problemi al pero e spesso causa il marciume del colletto (Phytophthora spp.) e il marciume radicale (Armillaria mellea, Rosellinia necatrix). In caso di filari lunghi o forti pendenze, ci sono le ali autocompensanti con gocciolatore coestruso cilindrico (Multibar C) o piatto (Multibar F) che erogano la portata prestabilita in un range di pressione tra 0,5 e 4 bar.
Inoltre la subirrigazione - diffusa in frutticoltura e anche nella coltivazione del pero - è gestibile nel migliore dei modi con la tecnologia Rootguard di Irritec che protegge i gocciolatori dall'intrusione delle radici e permette di somministrare acqua e fertilizzanti direttamente nella zona dell'apparato radicale, minimizzando le perdite per evaporazione e percolazione profonda.
Tra le soluzioni di fertirrigazione Irritec che massimizzano l'uniformità di erogazione dell'acqua e dei sali in essa disciolti nell'intero appezzamento, si possono scegliere i semplici iniettori Venturi, i più accurati Ferticlick bypass per la fertirrigazione proporzionale o volumetrica oppure i più evoluti Dosabox Junior Advanced. Questi ultimi iniettano un massimo di tre fertilizzanti e un acido attraverso un dosaggio automatico a proporzione.
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Fonte: Irritec