L'Italia rinvia all'8 marzo 2024 l'applicazione del nuovo Regolamento Ue 2021/2117 per la parte che riguarda l'etichettatura dei vini, lo hanno comunicato il ministro dell'Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ed il Masaf, con due note diffuse alla stampa il 7 dicembre 2023. Di fatto per la campagna vitivinicola in corso potranno essere utilizzate sulle bottiglie le etichette riportanti il simbolo Iso 2760 "i" accanto al Qr code ancorché non aderente alle norme interpretative della Commissione Ue delle nuove disposizioni del Regolamento Ue 2021/2017.

 

Il rinvio è stato disposto con Decreto Ministeriale, anche a seguito del contenuto piuttosto dubbio delle Faq "Domande e risposte sull'attuazione delle nuove disposizioni dell'Ue in materia di etichettatura dei vini" pubblicate dalla Commissione Ue nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il 24 novembre scorso, delle rimostranze che ne sono seguite e delle pressioni politiche giunte sin sulla scrivania del ministro.

 

Una tempesta che le dichiarazioni del portavoce della Commissione Ue per il Commercio e l'Agricoltura Olof Gill del 29 novembre scorso non avevano contribuito a calmare: "Le etichette stampate e già utilizzate sui vini imbottigliati e sulle bottiglie immesse sul mercato non devono essere distrutte, né i vini imbottigliati devono essere rietichettati, poiché tutti i vini prodotti prima dell'8 dicembre sono esentati dalle nuove norme" - aveva detto.

 

Una dichiarazione, quella di Olof Gill che aveva tracciato una linea di demarcazione troppo netta proprio dentro la vendemmia 2023, visti i tempi di imbottigliamento diversificati dei vini e poi era giunta la mannaia sulle etichette in Qr code da apporsi dall'8 dicembre 2023 in poi: "identificare il Qr code con la lettera 'i', che può riferirsi a molti tipi di informazioni, può essere visto come un modo per nascondere informazioni obbligatorie e potenzialmente fuorviante per i consumatori".

 

Non solo, il portavoce non ci sta ad avallare un voltafaccia della Commissione e aveva affermato che ai portatori d'interesse il testo delle Faq era "ben noto dall'inizio di settembre" e quindi molto prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Da qui l'intervento del ministro italiano per tutelare le produzioni vitivinicole nazionali fino alla prossima vendemmia.

 

La vicenda etichettatura vini

Il nuovo Regolamento Ue - per quanto attiene l'etichettatura dei vini - sarebbe andato in vigore dall'8 dicembre: tutti i vini imbottigliati oltre tale data avrebbero dovuto contenere sulle etichette cartacee i valori nutrizionali e tutti gli ingredienti che li compongono, tutte informazioni che si aggiungono alle indicazioni già presenti nell'articolo 119 del Regolamento Ue 1308/2013, che viene modificato dal Regolamento Ue 2021/2117. Come vedremo, la stragrande maggioranza delle bottiglie di questa vendemmia conterranno ugualmente tali indicazioni, ma in maniera difforme dalle ultime indicazioni pervenute dell'Unione Europea.

 

Il Regolamento Ue 2021/2117 ha inoltre dato la facoltà alle aziende vitivinicole e alle cantine di utilizzare - solo per gli ingredienti - un elenco in formato elettronico: ovvero un Qr code dal quale il consumatore - mediante lo scanner di uno smartphone - può accedere alla pagina del sito web aziendale dove è contenuto l'elenco degli ingredienti di ogni singola bottiglia di vino.

 

Tra le regole non scritte ma intuitivamente poste dal Regolamento Ue 2021/2117, c'è una dicitura "Ingredienti" per l'elenco in cartaceo, se non altro perché la struttura dell'etichetta cartacea si desume dall'articolo 119 del previgente Regolamento Ue 1308/2013.

 

Da accordi tra gli uffici della Commissione e i portatori d'interesse europei era saltata fuori invece una linea interpretativa più semplice per il Qr code: basta una semplice 'i' per marcare il Qr code.

 

Nel frattempo, molte aziende italiane avevano gradito la soluzione Qr code, stampando milioni di etichette in vista della campagna vitivinicola in corso, ma tra le Faq pubblicate dalla Commissione Ue solo il 24 novembre scorso, a pochi giorni dall'entrata in vigore del Regolamento, spunta fuori un'indicazione diversa: il Qr code va marcato con la scritta per esteso "Ingredienti" e non con la sola 'i', con l'effetto di rendere inservibili gran parte delle etichette sin qui stampate e contenenti il Qr code marcato solo con una semplice "i", come pure inizialmente previsto da accordi presi. Da qui la mossa del ministro dell'Agricoltura italiano.

 

La dichiarazione di Lollobrigida

"In merito alle sollecitazioni di alcuni colleghi, vorrei assicurare che, come annunciato nell'incontro con i componenti della Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni, presieduta da Federico Caner, e alle associazioni di settore, ho firmato il Decreto che posticipa l'introduzione e l'applicazione della normativa europea sul cambio di etichettatura del vino, permettendo così l'utilizzo e l'esaurimento delle etichette già in magazzino" ha affermato il ministro Lollobrigida il 7 dicembre scorso, affidando queste parole ad una nota ufficiale del Ministero dell'Agricoltura.

 

"Il Masaf - ha aggiunto il ministro Lollobrigida - si è attivato sin da subito per arrivare alla data dell'8 dicembre con la soluzione per sostenere e tutelare un comparto fondamentale per l'economia della nostra Nazione. In sede europea, nel prossimo Agrifish, tratterò il tema delle linee guida sulla etichettatura, per risolvere alcune indicazioni che presentano criticità e che ad oggi risulterebbero superabili con il buonsenso".

 

In una successiva nota della Masaf, sempre del 7 dicembre, è scritto: "La deroga, prevista dall'8 dicembre all'8 marzo 2024, permette l'etichettatura e la commercializzazione di prodotti vitivinicoli e aromatizzati con etichette riportanti il simbolo Iso 2760 'i' accanto al Qr code. Da questo codice, infatti, è possibile ricavare la lista degli ingredienti e dei valori nutrizionali, per dare una corretta informazione ai cittadini. Il Dm firmato dal ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste assicura anche il rispetto dei principi della sostenibilità economica e ambientale, permettendo infatti l'utilizzo e l'esaurimento delle etichette già in magazzino".

 

Ma nei giorni precedenti il pressing sul vertice del Dicastero era stato molto intenso.

 

Le rimostranze del mondo vitivinicolo

Le rimostranze del mondo vitivinicolo italiano dei giorni scorsi sono ben sintetizzate da queste parole: "Per le giravolte dei tecnoburocrati europei sono da buttare centinaia di milioni di etichette già stampate. Questo perché sui vini manca la scritta ingredienti sotto il codice Qr, che rimanda all'etichetta elettronica contenente la lista degli ingredienti utilizzati nella produzione del vino e i suoi valori nutrizionali. Cambiate nuovamente le regole all'insaputa di tutti". A pronunciarle, il 29 novembre scorso, è stato il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi, prendendosela con la burocrazia europea che, ad una settimana dall'8 dicembre e dall'entrata in vigore dei nuovi obblighi di etichettatura dei vini, aveva nuovamente cambiato le informazioni che devono essere contenute sulle etichette.

 

"Per il codice Qr, secondo Bruxelles, è necessario utilizzare un'intestazione come quella già usata per le etichette cartacee di altri alimenti, contenente la parola ingredienti. Annullando così quanto precedentemente disposto e imposto. Hanno fatto saltare gli accordi presi dopo lunghe trattative con le organizzazioni professionali" aveva ancora sottolineato Busi.

 

La prospettiva politica in sede Ue

La vicenda al momento è di fatto sospesa: se da un lato il Ministero autorizza cantine e vitivinicoltori ad etichettare i propri vini così come ci si era accordati nei mesi scorsi, la partita sull'applicazione delle norme diventa oggetto di delicata trattativa in sede di Consiglio Europeo, dove dovrà essere meglio definita, per altro con un nuovo possibile rinvio alla Commissione. Perché i regolamenti della Ue equivalgono a leggi nazionali e vanno applicati entro i termini stabiliti dalla Commissione Ue. Un aspetto giuridico vincolante, che sul piano squisitamente politico diventa quantomeno scivoloso.