Il Consiglio dei ministri del 2 maggio 2022 nell'approvare il Decreto Energia e investimenti, contenente "Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina" prova a salvaguardare il progetto di bando per l'investimento 2.2 "Parco Agrisolare" del Piano nazionale di ripresa e resilienza, già delineato dal Decreto ministeriale del dicastero delle Politiche agricole del 25 marzo 2022, atto ancora in fase di notifica degli aiuti di Stato presso la Commissione europea. Il bando vero e proprio potrà essere emanato solo dopo il via libera di Bruxelles e verosimilmente tra qualche mese.
Secondo la nota di Palazzo Chigi del 2 maggio scorso "vengono introdotte misure per potenziare la produzione di energia rinnovabile per il settore agricolo e per semplificare i procedimenti di autorizzazione per ammodernare le linee elettriche esistenti".
Stando alle bozze che circolano nell'imminenza della pubblicazione, con l'articolo 8 del decreto legge, il Governo autorizza le "imprese del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale" a produrre elettricità mediante impianti fotovoltaici con potenza superiore a quella dell'autoconsumo medio e a vendere al gestore dei servizi elettrici l'eccedenza produttiva, ma non solo.
Al tempo stesso applica tale norma autorizzativa anche alle "misure di investimento attualmente in corso, incluse quelle finanziate a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza" salvo poi apporre la clausola di subordinazione di efficacia "all'autorizzazione della Commissione europea ai sensi dell'articolo 108, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea." In ballo ci sono i 1.500 milioni di euro del fondo Next Generation Eu a disposizione del Pnrr e già stanziati per il bando del Parco Agrisolare, allo stato in via di elaborazione, da parte dei competenti uffici del Mipaaf.
Il decreto legge per salvare il bando Agrisolare
Occorre però fare un passo indietro per spiegare da cosa nasce l'esigenza di questa nuova misura del Governo per "potenziare la produzione di energia rinnovabile per il settore agricolo" pur essendoci sul piatto già un miliardo e mezzo di euro di aiuti pubblici finalizzati ad incentivare l'installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici delle aziende agricole, zootecniche e agroindustriali per una potenza di almeno 375 mega-watt. Con 1.200 milioni destinati a cofinanziare investimenti strettamente connessi alle attività di produzione agricola primaria e i restanti 300 milioni riservati all'industria di trasformazione.
Il limite dell'energia producibile per autoconsumo
Il decreto del ministro alle Politiche Agricole Stefano Patuanelli porta la data del 25 marzo e tanto le prime bozze circolate quanto il comunicato stampa del ministero delle Politiche agricole non menzionavano una pesante limitazione posta alle aziende agricole in senso stretto: "Per le aziende agricole di produzione primaria, gli impianti fotovoltaici sono ammissibili agli aiuti unicamente se l'obiettivo è quello di soddisfare il fabbisogno energetico dell'azienda e se la loro capacità produttiva non supera il consumo medio annuo di energia elettrica dell'azienda agricola, compreso quello familiare. La vendita di energia elettrica è consentita nella rete purché sia rispettato il limite di autoconsumo annuale". Così la fiche esplicativa del decreto ministeriale, come notificato a Bruxelles.
Anche AgroNotizie non aveva riportato questa limitazione nell'articolo apparso il successivo 30 marzo 2022.
Considerando che le direttive per la redazione del bando rendono finanziabili l'acquisto e la posa in opera di pannelli fotovoltaici con potenza di picco non inferiore a 6 chilowatt e non superiore a 500 chilowatt, va da sé che la maggioranza delle piccole e medie aziende agricole ne sarebbero tagliate fuori, soprattutto al Centro Sud, dove l'intensità di aiuto minima è del 50% della spesa ammessa, che diventa 70% nel caso di iniziativa proposta da un giovane imprenditore.
Tanto accadrebbe perché in molte aziende l'autoconsumo medio è sotto il picco minimo di producibilità degli impianti da 6 kWp e poi per le aziende di medie dimensioni ci si dovrebbe fermare comunque tra i 14 ed i 16 chilowatt, a fronte di impianti consentiti dal bando fino a 500 kW, un'operazione che sul piano economico potrebbe essere sconveniente.
Le motivazioni del limite della potenza all'autoconsumo
Tale limitazione è stata inserita nel decreto ministeriale che detta le direttive per la compilazione del bando Parco Agrisolare per esentare dall'obbligo di notifica degli aiuti di Stato questo regime di aiuto rivolto alle imprese agricole, come previsto dall'articolo 14 del Regolamento Ue 702/2014 della Commissione del 25 giugno 2014 sulla compatibilità con il mercato interno di alcune categorie di aiuti nel settore agricolo. Ma questa stessa limitazione non è stata posta alle aziende della trasformazione agroalimentare, non soggette in realtà al regime dell'articolo 14, ma che ai sensi del Regolamento Ue 702/2014 rientrano comunque nella nozione più generale di "settore agricolo".
Non solo: il limite massimo della spesa ammissibile a finanziamento – 750mila euro per singolo progetto – è molto elevato. Pertanto, il Decreto ministeriale è stato comunque inviato a Bruxelles per la notifica degli aiuti di Stato. È pertanto plausibile che – se fossero rimaste così le cose – Bruxelles in prospettiva avrebbe potuto avallare il decreto ministeriale così come è attualmente, con tutte le conseguenze negative del caso appena citate: limitazione della finanziabilità a impianti per autoconsumo, esclusione di molte aziende agricole dal bando per dimensioni o per mancata convenienza economica.
Utilità del Decreto legge Energia investimenti
La norma di legge varata dal Governo con il decreto del 2 maggio in punto di fatto impegna il Governo ad una richiesta espressa di autorizzazione alla Commissione Ue di finanziabilità con aiuti di Stato degli impianti di generazione di energie rinnovabili di potenza eccedente l'autoconsumo medio in aziende agricole dedite alle produzione primaria, motivata dall'esigenza nazionale di raggiungere gli obiettivi che la stessa Unione europea ha assegnato all'Italia su Pnrr: almeno 375 megawatt di capacità di generazione di energia solare installata nelle aziende agricole e agroalimentari.
Va detto che l'articolo 14 del Regolamento Ue 702/2014 non vieta la finanziabilità di tali impianti oltre la soglia dell'autoconsumo, ma pone questo limite solo per evitare la notifica a Bruxelles per gli aiuti di Stato quando trattasi di attività "strettamente connessa alla produzione agricola". Ovvero tacitamente la Ue ammette che si possano finanziare impianti eccedenti tale limite, ma lo Stato membro deve notificarli a Bruxelles e la Commissione può a sua volta autorizzarli.
Trattandosi di potere discrezionale della Commissione, una difficoltà potrebbe essere rappresentata, al momento, dal fatto che per la notifica degli aiuti di Stato vale il limite di 290mila euro per ogni azienda agricola, previsto dall'ultima edizione del Temporary framework, comunicato dalla Commissione Ue il 20 marzo 2022 e recepito dall'Italia con l'articolo 27, comma 1, del decreto legge numero 4 del 2022 "Sostegni Ter".
Il Decreto ministeriale per il Parco Agrisolare prevede invece massimali di spesa ammessa a contributo pari a 750mila euro per progetto e non oltre un milione di euro per singolo beneficiario, parametri che comunque generano - da una certa quota di valore di progetto in su - aiuti ben superiori a 290mila euro per azienda. Non solo: aziende già beneficiarie di altri aiuti di Stato, vedrebbero tale limite ridotto per un valore pari all'aliquota già utilizzata.
Il limite dei 290mila euro agli aiuti di Stato in aziende agricole, già frutto di una modifica al rialzo da parte dell'Unione europea, potrebbe essere derogato almeno in parte, in considerazione del mutato quadro economico, dato dall'emergenza energetica imposta dal conflitto in Ucraina.
Pertanto, la richiesta di autorizzazione che seguirà alla norma di legge dovrebbe innanzitutto accelerare i tempi della decisione sul Decreto ministeriale: in pratica il Decreto ministeriale del 25 marzo dovrà essere letto dalla Commissione insieme alla norma di legge nazionale che autorizza in realtà impianti eccedenti l'autoconsumo e ne dispone la finanziabilità mediante aiuto di Stato. Una norma di legge di tale contenuto avrebbe dovuto in realtà precedere e non seguire il Decreto ministeriale che delinea il bando per il Parco Agrisolare, il quale, è bene ricordarlo, è un mero atto amministrativo e deve attenersi al quadro normativo esistente, non potendolo in nessun caso modificare.
Psr, novità in vista per la misura 4
Ma tale norma oggi ha anche un altro importante vantaggio: potrebbe essere utilizzata per sdoganare anche le sottomisure agroenergetiche dei Programmi di sviluppo rurale.
Essa infatti – stando del secondo comma dell'articolo 8 del decreto legge – recita: "La disposizione di cui al comma 1 si applica anche alle misure di investimento attualmente in corso, incluse quelle finanziate a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza".
Il primo riferimento è quindi alle "misure di investimento attualmente in corso" che nel settore agricolo oggi sono appunto quelle cofinanziate dai Psr con la misura 4 per gli investimenti nelle aziende agricole: attualmente tutte soggette al limite dell'autoconsumo. Ora, a Decreto legge promulgato e pubblicato, bisognerà vedere cosa ne pensa Bruxelles: la partita è quindi appena cominciata.