Il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, ha firmato venerdì scorso il Decreto Ministeriale che definisce la cornice degli aiuti per la Misura "Parco Agrisolare", pari a circa 1.500 milioni di euro di aiuti pubblici finalizzati ad incentivare l'installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici delle aziende agricole, zootecniche e agroindustriali per una potenza di 375 megawatt. Gli edifici dovranno essere di uso produttivo, e sono compresi i fabbricati strumentali degli agriturismi. "In nessun caso è consentito il consumo di suolo agricolo" specifica una nota del Mipaaf.
Il Decreto tratteggia la tipologia degli investimenti ammessi e la platea dei beneficiari. L'avviso pubblico sarà invece pubblicato dopo che la Commissione Ue avrà espresso parere favorevole sul Decreto Mipaaf.
I beneficiari di questa iniziativa saranno innanzitutto gli imprenditori agricoli, in forma individuale o societaria; le cooperative agricole e loro consorzi e le imprese agroindustriali, che devono però ancora essere individuate con esattezza. Esclusi solo gli imprenditori agricoli esonerati dall'Iva e con un giro d'affari inferiore a 7mila euro.
L'incentivo previsto è il finanziamento in conto capitale con diverse intensità di aiuto, a seconda delle spese ammesse ad agevolazione. L'investimento massimo ammissibile per progetto non potrà superare i 750mila euro, mentre ogni singolo beneficiario potrà incassare finanziamenti massimi di un milione di euro.
L'aiuto prevede tra le spese ammissibili innanzitutto l'acquisto e l'installazione dei pannelli, inverter, software di gestione, sistemi di accumulo (per un spesa massima di 50mila euro); la messa in opera dei materiali per la realizzazione degli interventi e i costi di connessione alla rete.
Le agevolazioni potranno sostenere anche altri costi, come la rimozione e lo smaltimento dell'amianto talvolta ancora presente nelle tettoie di depositi, stalle e fienili. Sulle stalle delle aziende zootecniche sarà possibile finanziare anche la realizzazione dell'isolamento termico dei tetti e di un sistema di aerazione, a patto che un professionista abilitato giustifichi l'intervento con un conseguente miglioramento del benessere animale.
I fondi a disposizione sono pari a 1.500 milioni di euro e il 40% deve essere speso in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Una quota di 1.200 milioni è destinata a investimenti strettamente connessi alle attività di produzione agricola primaria. Finanzieranno le spese in costruzione e miglioramento di immobili e l'acquisto di: macchinari e attrezzature; programmi informatici, brevetti, diritti d'autore, marchi commerciali; onorari di architetti, ingegneri e consulenti. Il tutto con un'intensità d'agevolazione pari al 50% nel Mezzogiorno e al 40% in tutte le altre regioni.
Gli altri 300 milioni saranno usati per finanziare - con le stesse intensità d'aiuto sopra descritte - i medesimi investimenti, ma in attività legate alla trasformazione dei prodotti agricoli e anche gli investimenti supplementari per produrre energia da fonti rinnovabili in attività che trasformano prodotti agricoli in non agricoli: qui l'intensità di aiuto scende al 30%.
Il contributo sarà erogato entro un mese dal via libera alla domanda e sarà in un'unica soluzione, salvo possibilità di un anticipo del 30% dietro garanzia fideiussoria bancaria. L'incentivo sarà cumulabile con ogni altro aiuto in de minimis, nel rispetto del divieto di doppio finanziamento e purché il cumulo non porti al superamento dell'intensità di aiuto stabilita dal Decreto. Potrà essere cumulato anche con altre misure pubbliche di sostegno, purché il cumulo non riguardi gli stessi costi o li superi.