Il giardino della Minerva
La parte in piano comprende oltre la prateria ed i boschetti circostanti, una peschiera grande, ampia vasca ellittica realizzata nel 1769. Dopo la morte di Luigi Vanvitelli avvenuta il 1° marzo 1773 la direzione dei lavori passò al figlio Carlo nel 1777. Il progetto di Carlo Vanvitelli era ridimensionato rispetto a quello paterno per sopraggiunte difficoltà economiche ed il numero delle fontane, ricche di gruppi scultorei, passò da 19 a sei. Fu conservato il lungo canale, previsto nel progetto originale, che si snoda ancora oggi per 3,3 chilometri chiamato "Via d'acqua".
![La Via d'acqua nel Parco della Reggia di Caserta](https://agronotizie.imagelinenetwork.com/materiali/Varie/Image/Pubblici_Giardini/Viburno_tino_20210616/via-d-acqua-parco-reggia-caserta-fonte-pubblici-giardini-addolorata-ines-peduto-20210616.png)
La "Via d'acqua" nel Parco della Reggia di Caserta
(Fonte foto: Addolorata Ines Peduto - Pubblici Giardini)
Il viburno tino (Viburnum tinus) o lentaggine, come viene chiamato comunemente, è una specie mediterranea, il cui areale è limitato alle coste del Mediterraneo, nell'area dell'olivo.
Quando il mio sguardo si posa sulle infiorescenze, composte da piccoli fiorellini dalle corolle bianche o rosa, se devono ancora aprirsi, pregusto il momento in cui quelle infiorescenze diventeranno tanti minuscoli frutti di un colore insolito e cangiante, un blu metallico. Il viburno, affiancato al lauro e ad altri arbusti come lauroceraso, mirto, lentisco, fillirea, alaterno, corbezzolo, adorna molti giardini storici, posizionato vicino a statue o manufatti artistici.
Il nome viburno deriva dal latino viere, che significa legare o intrecciare perché un tempo erano realizzate ceste o fruste con i suoi rami flessibili. Nei giardini romani il viburno era messo a dimora perché pianta sacra e di buon augurio, come racconta una collega scomparsa alcuni anni fa, la biologa Annamaria Ciarallo, in Flora pompeiana antica - Guida all'Orto botanico della Casa Editrice Electa. Infatti lo ritroviamo raffigurato a Pompei nel bellissimo affresco della "Casa del bracciale d'oro", identificato proprio dalla Ciarallo nel 2006, grazie alle infiorescenze dalle corolle bianche, rosa ed ai frutti blu.
![Il viburno nell’affresco della “Casa del bracciale d'oro” di Pompei](https://agronotizie.imagelinenetwork.com/materiali/Varie/Image/Pubblici_Giardini/Viburno_tino_20210616/viburno-affesco-casa-del-bracciale-d-oro-di-pompei-fonte-pubblici-giardini-addolorata-ines-peduto-20210616.png)
Il viburno nell'affresco della "Casa del bracciale d’oro" di Pompei
(Fonte foto: Flora pompeiana antica - Guida all'Orto botanico, di Annamaria Ciarallo, Casa Editrice Electa)
Anche il poeta romano Virgilio, nel suo poema le Georgiche incentrato sulle attività agricole, parla del viburno e consiglia di piantare timo e viburno, piante che producono abbondante nettare, vicino agli alveari per attirare le api. Il viburno in natura è diffuso ai margini dei boschi di latifoglie, come quelli di leccio (Quercus ilex), molto comuni nella foresta mediterranea.
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