Sono complessivamente 14,5 i milioni di euro che saranno erogati quest'anno a sostegno degli allevamenti di bovini da carne.

Un primo Decreto del Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf) ha messo a disposizione 10 milioni di euro da destinare al sostegno delle razze bovine autoctone italiane.

A queste disponibilità un altro Decreto del Masaf ha aggiunto altri 4,5 milioni di euro a favore, più genericamente, del comparto bovino da carne.

In questi giorni Agea, Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, ha diffuso le istruzioni per accedere a queste risorse, precisando che le domande dovranno essere trasmesse dopo il 15 maggio 2025 ed entro il 9 giugno 2025.


Razze italiane

Entrando nel dettaglio del primo provvedimento, quello dedicato alle razze bovine autoctone, le istruzioni di Agea ricordano che queste risorse hanno come finalità quella di contrastare la riduzione delle aziende che allevano razze di origine italiana, progressivamente sostituite da razze estere, considerate più produttive e meglio rispondenti alle richieste del consumo.

Un processo che coincide con la chiusura delle aziende zootecniche che si dedicano all'allevamento delle nostre razze.

Le conseguenze si riflettono anche sull'ambiente, con l'abbandono dei terreni e la perdita di pratiche tradizionali.


I requisiti

L'accesso a queste risorse economiche è limitato ad alcune razze bovine italiane: Piemontese, Marchigiana, Chianina, Podolica, Sardo Bruna e Sarda.

Animali, viene precisato, che alla data del 31 dicembre dello scorso anno devono risultare iscritti ai rispettivi Libri Genealogici.

Inoltre le aziende zootecniche dovranno figurare nel registro delle imprese e nell'anagrafe delle aziende agricole.

I singoli capi dovranno a loro volta essere presenti nella Banca Dati Nazionale dell'Anagrafe Zootecnica.

Per ogni bovino adulto di oltre due anni di età, (Unità di Bestiame Adulto, Uba) l'aiuto massimo previsto è di 100 euro. Per gli animali di età inferiore sono previsti valori di conversione.


I bovini da carne

Criteri analoghi a quelli descritti si applicano anche per i sostegni agli allevamenti di bovini da carne.

In questo caso non vi è indicazione delle razze interessate dalla misura.

L'obiettivo in questo caso è quello di andare in soccorso delle aziende che si sono trovate in difficoltà in conseguenza degli aumenti dei costi di produzione.

 

Come anticipato, le disponibilità economiche sono in questo caso inferiori (4,5 milioni di euro), ma si precisa che i due premi possono essere fra loro cumulati qualora siano soddisfatti i requisiti di base, che prevedono anche in questo caso che gli animali siano iscritti ai rispettivi Libri Genealogici con "orientamento carne".

Oltre a ciò gli animali dovranno essere stati presenti in allevamento per almeno 184 giorni nel corso del 2024.

Il limite di aiuto per singolo animale adulto sale in questo caso a 150 euro.

Istruzioni specifiche sono poi destinate a quegli allevamenti che operano in regime di soccida.


Limiti di spesa

Le due tipologie di sostegno fanno riferimento agli aiuti de minimis e come tali sono soggetti a variazioni sulla base di quanto già concesso con altri bandi che abbiano fatto riferimento a questa stessa categoria di aiuti.

Limature al ribasso sono possibili anche in conseguenza del numero di pratiche ammesse e dei limiti di spesa fissati.

 

Per accedere agli aiuti è indispensabile il ricorso ai Centri di Assistenza Agricola (Caa) per la predisposizione da parte di Agea di una domanda di aiuto automatica precompilata con tutte le informazioni acquisite dal fascicolo aziendale e dalla Banca Dati Nazionale.


Le verifiche

Le domande saranno sottoposte ai necessari controlli, dalla completezza delle informazioni al confronto con l'Anagrafe Tributaria.

Al termine di tutte le verifiche, Agea comunicherà al richiedente l'importo effettivamente spettante o al contrario le motivazioni che hanno impedito l'accoglimento della domanda.

In ultimo si ricorda che una condizione imprescindibile è la disponibilità da parte del richiedente di un codice bancario (Iban) corretto e collegato a un conto corrente attivo e che non sia dichiarato in più di un fascicolo aziendale.