È stata una Pasqua di prima conta dei danni per l'agricoltura di almeno quattro regioni italiane quella da poco trascorsa, perché colpita dalle violente e persistenti piogge abbattutesi in particolare su Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, con effetti dirompenti per la tenuta del reticolo idrografico dei territori e - di conseguenza - per il settore primario.
Già il 17 aprile scorso, secondo una prima ricostruzione di Coldiretti, il fiume Po in provincia di Pavia aveva raggiunto i due metri e mezzo sopra lo zero idrometrico in 24 ore al Ponte della Becca, alla confluenza del Ticino, esondato proprio nel territorio del capoluogo lombardo, mentre più a monte, in Piemonte, le esondazioni della Dora Baltea e degli alti corsi d'acqua avevano colpito migliaia di ettari seminati e costretto ad evacuare le stalle, con danni stimati per 2 milioni di euro.
Situazione difficile nel torinese dove le esondazioni hanno colpito soprattutto le coltivazioni del canavese, il ciriacese, la Bassa Valle di Susa, la Val Sangone e il pinerolese, con circa un migliaio di ettari di coltivazioni di mais, orzo e grano andate perse.
Lo straripamento con l'arrivo della piena di Dora Baltea e Chiusella - secondo Coldiretti - aveva costretto all'evacuazione delle stalle a Strambino, ingenti danni anche a Vestignè, Vische, Fiorano, Pavone e in generale tutta la piana del nodo idraulico di Ivrea. Esondato anche il Malone che ha strappato via i semi appena sotterrati. Esondazioni anche lungo l'asta dell'Orco e i suoi affluenti come la Malesina e lungo il basso corso della Dora Riparia dove risultano sommersi i campi della piana agricola tra Caselette e Alpignano.
Altri campi allagati si sono registrati a Caselette e Druento. Nel pinerolese - secondo Coldiretti - esondato il Lemina che ha invaso i campi seminati a mais. Secondo la Coldiretti Piemonte si stimano oltre 2 milioni di euro solo di coltivazioni andate perse, ma tenendo conto dei costi delle risemine, del ripristino dei terreni, delle nuove lavorazioni dei campi, delle nuove fertilizzazioni e anche del ripristino della viabilità interpoderale i danni potrebbero triplicare. Ma il maltempo ha colpito anche il pavese a Varzì.
Piemonte, danni ingentissimi
L'indomani, il 18 aprile, è finalmente "una giornata di tregua" dal maltempo, secondo una nota di Confagricoltura Piemonte ripresa da Agra Press. Di estrema intensità le precipitazioni, fino a "500 millimetri di pioggia caduti in poche ore su alcune zone circoscritte. Ponti crollati, strade chiuse e impraticabili fino a data da destinarsi, paesi isolati e senza corrente elettrica, campi e strade allagati, frane in montagna e in collina. La Regione ha diffuso un primo elenco delle aree maggiormente colpite: basso alessandrino, biellese, vercellese, canavese, Valsusa e nelle zone montane del Verbano-Cusio-Ossola" continua la nota di Confagricoltura.
Per Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, quanto avvenuto "dimostra in modo inequivocabile che, al di là del cambiamento climatico in atto, occorre investire in modo deciso sulla prevenzione, più che sull'emergenza". "In tutta la regione - rilevano i tecnici di Confagricoltura Piemonte, impegnati in alcune prime ricognizioni - si segnalano prati e campi allagati, smottamenti nelle aree dei frutteti e dei vigneti, detriti di ogni genere, accatastati, che dovranno essere rimossi e smaltiti. Nell'alessandrino le aree interessate sono quelle lungo il Bormida (Cassine), del casalese dove a Terranova il Sesia ha inondato i campi già seminati ed alcuni in vegetazione, e dell'acquese. Il fiume Tanaro - continua il comunicato - è esondato nella prima fascia nei comuni di Asti, Azzano d'Asti, Castello di Annone, Rocca d'Arazzo, Rocchetta Tanaro".
"La produzione dei campi di grano in questa fascia sarà inevitabilmente compromessa, mentre si auspica che mais e girasole possano essere riseminati. Preoccupa nell'astigiano, così come nel cuneese, l'impossibilità di entrare in sicurezza con i mezzi agricoli nei vigneti impedendo di fatto i trattamenti tempestivi contro la peronospora e nei noccioleti per prevenire marciumi e attacchi fungini" sottolineano ancora i tecnici di Confagricoltura.
Un vero bollettino di guerra il racconto dei tecnici di Confagricoltura Piemonte se è vero che "Nella zona delle Langhe e della valle Belbo, numerosi gli smottamenti. Le intense precipitazioni hanno determinato l'innalzamento del fiume Toce e del Sesia. Nel biellese e vercellese esondazioni di Elvo e Cervo nelle aree golenali e nelle aree limitrofe. A Domodossola e Larecchio, nel Verbano, si sono registrati rispettivamente 105 e 96 millimetri di pioggia: molte case sfollate e diversi comuni isolati. Il fiume Po è esondato a San Sebastiano, nel torinese. Livello superato anche dai torrenti Malone a Front Canavese e Brandizzo, Orco a Castellamonte e San Benigno Canavese, Soana a Pont Canavese, Cervo a Quinto Vercellese. Dalle valli di Lanzo e di Susa, canavese e pinerolese i riscontri meno confortanti".
"Il bilancio per l'agricoltura è pesante, l'annata agraria potrebbe essere pesantemente compromessa - dichiara Lella Bassignana, direttore di Confagricoltura Piemonte - il censimento dei danneggiamenti dalle produzioni agricole è appena iniziato: i dati relativi alla superficie colpita sono inevitabilmente destinati a salire".
Si è tenuta nella mattinata del 18 aprile scorso una riunione straordinaria della Giunta Regionale del Piemonte, convocata dal presidente Alberto Cirio, per verificare l'entità dei danni provocati dal maltempo di questi giorni e assumere i necessari provvedimenti. Successivamente il presidente ha avuto una riunione in call con il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci e con il Governo per aggiornarlo sulla situazione e sugli ingenti danni. Durante la riunione della Giunta è stato deciso uno stanziamento di 5 milioni di euro prelevati dal Fondo di Riserva come primo intervento di somma urgenza per consentire il ripristino dei danni. Nella serata del 17 aprile, la Regione Piemonte aveva inoltrato la richiesta al Governo dello stato d'emergenza.
Emilia Romagna, problemi per il pomodoro
Sono diverse le segnalazioni giunte a Confagricoltura Piacenza nella mattinata di giovedì 17 aprile per le piogge e il forte vento che si sono abbattute sulla provincia. Incidenti per le strade allagate e canali straripanti, già di primo mattino, in Val Tidone dove Confagricoltura Piacenza denuncia coltivazioni sommerse. Le zone collinari, in generale, sembrano essere quelle più interessate dalle abbondanti piogge, che non hanno però risparmiato neppure la pianura, ovunque piove sui campi già inzuppati. Non fanno ben sperare neppure le previsioni dei prossimi giorni.
"Si vedrà nelle prossime settimane quali danni riporteranno le colture autunno vernine - rileva l'associazione -. Per quanto riguarda il pomodoro da industria, in un'annata dove si prevedono quantitativi importanti, il fatto che sia piovuto tanto ostacola la scalarità dei trapianti generando poi problemi sulla programmazione.
"Ricominciamo un'altra campagna col piede sbagliato - commenta Ercole Parizzi presidente della Sezione di Prodotto Colture Industriali di Confagricoltura Piacenza - e non ci voleva proprio. Quello che colpisce è la potenza di queste piogge. Si ha sempre più paura di questi fenomeni intensi dovuti a depressioni ormai di tipo tropicale. Incrociamo le dita - conclude - certo è che con queste condizioni incrementa il rischio delle fitopatie".
Lombardia, Sesia allaga risaie in Lomellina
In Lombardia "La situazione è estremamente allarmante: siamo molto preoccupati sia per le risaie in Lomellina sia per i vigneti in Oltrepò - aveva affermato Silvia Garavaglia, presidente di Coldiretti Pavia a proposito delle eccezionali precipitazioni che avevano investito il territorio pavese nei giorni precedenti. Le maggiori criticità si sono registrate in Lomellina, dove la piena del fiume Sesia ha provocato l'allagamento di numerose risaie già seminate nei comuni di Palestro e Candia. Disagi anche a Robbio, con campi appena lavorati e piantumati che ora sono completamente da rifare. Particolarmente allarmante anche la situazione in Oltrepò pavese, dove le violente precipitazioni hanno impedito a lungo agli agricoltori di accedere ai vigneti per effettuare i necessari trattamenti alle viti.
"L'impossibilità di eseguire i trattamenti preventivi, unita agli elevati tassi di umidità, crea le condizioni ideali per lo sviluppo della peronospora - sottolinea ancora la presidente di Coldiretti Pavia Garavaglia - si tratta di una patologia fungina che ha già devastato i nostri vigneti nel 2024: l'Oltrepò pavese non può assolutamente permettersi di rivivere un'altra annata come quella appena trascorsa".
"Raccoglieremo tutte le segnalazioni che arriveranno dalle aziende agricole del territorio - conclude Garavaglia - per presentare un quadro completo delle criticità alla Regione Lombardia, alla quale chiediamo fin da ora la massima attenzione per il territorio Oltrepò padano".
Toscana, criticità nel Mugello
"Continua a piovere sul bagnato - afferma Coldiretti Toscana in un comunicato - alla luce dei danni alle aziende agricole causati dall'evento calamitoso dello scorso marzo che hanno superato i 2 milioni di euro secondo le segnalazioni raccolte da Artea. Ora, la lunga ondata di maltempo che sta attraversando la Toscana sta lasciando dietro di sé una nuova scia di devastazioni, disagi e preoccupazioni". Danni si registrano nel pistoiese e sulla costa apuo-versiliese con campi appena seminati e vivai di piante sommersi da acqua e fango; numerosi gli smottamenti e le frane. Nelle zone già martoriate dalle calamità delle scorse settimane le aziende agricole stanno faticando a rialzarsi - aggiunge Coldiretti - e resta drammatica e complicata la situazione nell'alto Mugello, colpito lo scorso marzo dalla seconda alluvione in pochi anni. Ingenti danni sono inoltre segnalati nel circondario di Pescia.
"Per restare vicino alle imprese agricole è tornata a Marradi, in provincia di Firenze, invitata da Coldiretti Toscana - segnala l'organizzazione - la vicepresidente della regione Stefania Saccardi. La vicepresidente ha incontrato una cinquantina di imprenditori agricoli, a cui ha anticipato lo stanziamento con fondi ordinari di bilancio di 500mila euro come prima risposta per le aziende danneggiate già nelle prossime settimane".
"Abbiamo previsto un ristoro di 10mila euro per azienda - ha spiegato Saccardi -. A giugno apriremo due misure finalizzate ai ripristini di muretti e opere di regimazione idraulica con priorità a tutte aziende agricole alluvionate. L'altra misura è di carattere forestale: sarà rivolta sia al privato che al pubblico con un sostegno che potrà arrivare al 100%".