La Regione Puglia, per il secondo anno consecutivo, chiederà alla Commissione Ue la deroga al principio del disimpegno automatico del Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale, ai sensi degli articoli 87 ed 88 del Regolamento Ue n. 1303/2013 su circa 86 milioni di euro del Feasr che si calcola a fine 2020 non saranno spesi sul Programma di sviluppo rurale Puglia 2014-2020: la stessa cifra di fine 2019. Perché i contenziosi al Tar sulle graduatorie delle misure a investimento andranno a chiudersi oltre il previsto. E per via della minor capacità dipesa del sistema imprenditoriale colpito dalla crisi da Covid-19.
È quanto emerso ieri mattina, quando si è riunito, in modalità video conferenza, il Comitato di Sorveglianza del Psr Puglia 2014-2020, presieduto dall’assessore regionale Agricoltura, Donato Pentassuglia.
 

Il ritardo di spesa ci sarà

“Il tema principale della riunione – ha commentato l’Autorità di gestione del Psr Puglia, Rosa Fiore, a margine dell’incontro - è stato l’attuazione del nostro programma di investimenti per il mondo rurale e, come tale, l’avanzamento della spesa per l’annualità 2020. Abbiamo, difatti, comunicato al partenariato ed ai tecnici della DG Agri dell’Unione europea che, pur procedendo secondo le previsioni, non è stato possibile compensare il ritardo accumulato nell’anno precedente, sia per la ritardata risoluzione dei contenziosi sia per la ridotta capacità di spesa del mondo imprenditoriale, anche per effetto del Covid-19”.
 

Le motivazioni della deroga bis al disimpegno del Feasr

L’avanzamento di spesa si è attestato – al 14 dicembre 2020 - a circa 38,8% su un budget di quasi 1617 milioni di euro, con un ritardo della spesa pubblica complessiva rispetto al target di circa 200 milioni. Fiore ha a questo punto evidenziato come “il ritardo rispetto al target di spesa N+3 è previsto di circa 86 milioni di euro, una cifra appunto analoga a quella dello scorso anno. In virtù di tali condizioni la Regione Puglia anche quest'anno eserciterà la facoltà offerta dal regolamento di ottenere una deroga sull'N+3 con la prospettiva che, avendo chiuso una volta e per tutte la stagione dei ricorsi, si possa recuperare celermente il tempo perduto”.

In effetti, al 31 dicembre 2019 il Psr Puglia registrò una mancata spesa pubblica complessiva rispetto al target pari ad oltre 142 milioni di euro, forti di una quota Feasr proprio di 86 milioni e passa. Ed è questa la medesima previsione di spesa mancante al target per il 2020 che - secondo Regione Puglia – finirà per concretizzarsi al 31 dicembre prossimo.

Il tutto mentre al 14 dicembre scorso risultavano complessivamente spesi circa 627 milioni di euro, quasi 50 milioni in più rispetto allo scorso 31 ottobre, data ultima di rilascio dei dati Agea coordinamento sui Psr italiani. E – a questo punto - dovrebbero andare spesi complessivamente altri 58 milioni da oggi a fine mese, secondo la previsione dell’autorità di gestione del Psr Puglia, per equalizzare i ritardi di spesa N+3 del Feasr tra 2020 e 2019.

Ovviamente, da gennaio, va avviata la procedura con Bruxelles per non andare materialmente a disimpegno automatico, decisione - quella di prorogare i termini per il raggiungimento del target di spesa 2020 - sulla quale la Commissione Ue dovrà compiere delle valutazioni nel merito, e godendo di un certo margine di discrezionalità. Anche se “è da notare che l’Ue è disposta a valutare la proroga di un anno” ha specificato alla fine dell’incontro il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro, “è da rilevare, inoltre, in quest’ultimo periodo il significativo lavoro della Regione Puglia per far avanzare la spesa”.
 

Gli elementi positivi del Psr Puglia

In seno al Comitato sono emersi alcuni elementi positivi. “È stata difatti riconosciuta l'ottima performance della Puglia per le misure agro-ambientali come pure il minimo tasso di errore delle istruttorie completate, a sottolineare la corretta applicazione da parte dell'amministrazione delle complesse regole imposte dalla normativa nazionale ed europea" ha sottolineato Fiore.

“Siamo certi – ha concluso – che l’intervento della Regione Puglia potrà essere ulteriormente potenziato grazie ai nuovi fondi messi a disposizione dall’Europa per la transizione al 2021 e 2022 e per il programma Next Generation Ue, pacchetto di interventi per sostenere la ripresa del sistema economico colpito dalla pandemia”.
 

Coldiretti Puglia collaborativa

A margine del Comitato si registra la posizione di Coldiretti Puglia: “Restituire anche un solo euro a Bruxelles sarebbe in questo momento un inequivocabile segnale di inadeguatezza e un danno per i nostri agricoltori, che legittimamente aspirano con queste risorse a costruire il proprio futuro”, ha detto ieri il presidente dell’organizzazione agricola, Savino Muraglia.

È mancata finora una strategia chiara per uscire dal pantano dei ricorsi e risolvere le criticità di attuazione – insiste Coldiretti Puglia - con la beffa subita dagli imprenditori agricoli che non hanno potuto investire ed il fallimento sul fronte dello storico ritorno alla terra che ha portato a finanziare solo il 20% delle domande presentate dai giovani under 40.

Coldiretti Puglia, pur non risparmiando critiche alla gestione delle sottomisure 6.1 – premio per il primo insediamento dei giovani – e 4.1A per gli investimenti nelle aziende agricole, ha assicurato per bocca del presidente Muraglia la massima collaborazione “per individuare le soluzioni più appropriate per uscire da una situazione preoccupante, ma che ancora noi crediamo recuperabile”.