Dai Programmi di sviluppo rurale delle singole regioni della programmazione 2014-2020 – articolati in 19 misure contenitore, disegnati sulle esigenze delle singole realtà territoriali e previsti all’articolo 6 del vigente Regolamento 1305/2013 – al Piano strategico unico nazionale della Pac 2021-2027 con dentro anche le 7 misure contenitore nazionali per lo sviluppo rurale gestite da una autorità di gestione centrale che può delegare le funzioni alle regioni o ad enti locali e per missioni specifiche e previsto dalla proposta di nuovo regolamento all'articolo 110.

E’ questo il cambio di gestione della governance dello sviluppo rurale al quale le regioni – non solo italiane - oppongono un secco no e rispetto al quale - al tempo stesso - offrono una proposta di mediazione, unitamente alla richiesta di ridurre i consistenti tagli al budget della futura Pac, sulla scorta del pronunciamento della Conferenza delle regioni del 18 ottobre scorso e della proposta di parere sulla riforma - NAT-VI/034 formulata dal Comitato delle regioni europeo.

La proposta è stata rilanciata ieri a Napoli dalla Regione Campania, che ha consegnato un documento in tal senso direttamente nelle mani del commissario europeo all’agricoltura e sviluppo rurale, Phil Hogan, durante l’incontro sulle sfide poste dalla nuova Pacsostenibilità ambientaleinnovazione e giovani - promosso dal parlamentare europeo Nicola Caputo, coordinatore del gruppo S&D nella commissione Agricoltura dell’Europarlamento.
 

L'intervento finale di Hogan

Al termine dell’incontro, il commissario all’Agricoltura della Ue, rivolto alla sala ed al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, a proposito del destino dell'autorità di gestione dei Psr ha detto: “Presidente, lo dico chiaramente, le regioni contano, e continueranno ad avere la stessa autonomia, ma con il nuovo regolamento vi sarà solo più coordinamento”.

Il commissario Ue all’Agricoltura, sul secondo pilastro, per il quale mancano ancora le norme transitorie per il passaggio dalla vecchia alla nuova programmazione, ha rassicurato “La commissione ci sta lavorando e faremo in modo da renderle pubbliche al più presto”. Il rischio, in mancanza di tali norme, è l'interruzione delle erogazioni degli aiuti diretti sulla domanda unica.

Hogan, sui tagli al budget – da più parti lamentato – ha detto: "Bisogna considerare il peso che potrebbe avere la Brexit, perché l’uscita della Gran Bretagna fa mancare al bilancio agricolo della Ue ben 12 miliardi di euro, poi sulle scelte pesano le priorità di 27 ministri per l'agricoltura, 28 fino a ieri”.

Ma a ben vedere il taglio è molto più profondo: tra sforbiciata al Feasr per i Psr (-26,7 miliardi) e riduzione dei pagamenti diretti sulla domanda unica della Pac II pilastro (-30,1miliardi) l’Ue - passando da 28 a 27 paesi - sottrae al bilancio agricolo, stando all’attuale proposta finanziaria sottesa al pacchetto di regolamenti Pac, non meno di 56 ,8 miliardi di euro. Con una perdita complessiva stimata dal Crea per l’Italia di 3,6 miliardi: 2 sui pagamenti diretti e 1,6 sui Psr.

In compenso, la nuova Pac punta su innovazione e ricerca – ben 10 miliardi di euro stanziati secondo il commissario Hogan – e sui giovani, ai quali saranno concessi aiuti più robusti e che potranno approfittare del ritorno alla finanziabilità dell’acquisto della terra con i Psr. 

Su tanto si sono misurati gli interventi che hanno preceduto la relazione di Hogan, che ha sottolineato l’esigenza di rendere la Pac più giusta, con un’attenzione particolare alle zone rurali, dove andranno salvaguardati gli attuali livelli di finanziamento dello sviluppo rurale, e alle piccole e medie imprese agricole, alle quali andranno più aiuti diretti e che saranno le principali beneficiarie della sburocratizzazione, cui si perviene introducendo sì più impegni, ma diminuendo in maniera significativa quelli di tipo prescrittivo.
 

Gli interventi introduttivi

La giornata di lavori si è aperta con i saluti del Rettore dell’Università Parthenope Alberto Carotenuto, a seguire le relazioni introduttive del capo della segreteria tecnica del presidente della Regione Campania, Franco Alfieri, e del direttore del Dipartimento di Studi economici e giuridici dell’Università Parthenope professor Antonio Garofalo.

Alfieri, in particolare, ha espressopreoccupazione per le modifiche alla Pac, specie per quanto riguarda il Psr, visto il taglio del budget” e tenuto conto che la Campania “entro il 2040 è attesa perdere un milione di abitanti, tutti nelle aree interne della regione”.

L’eurodeputato Caputo, nell'introdurre il tavolo tecnico, ha sottolineato: “Abbiamo lavorato molto in queste settimane con il commissario Hogan per evitare la rinazionalizzazione delle politiche agricole. Occorre mantenere l’obiettivo di una politica agricola che lavori per la sostenibilità ambientale, una sfida che deve essere vinta – ha detto il parlamentare, che ha sottolineato – Si rispetta l’ambiente innovando profondamente l’agricoltura, e per agire in questa direzione c’è bisogno di incentivare di più i giovani, sui quali la nuova proposta di Pac sta facendo dei passi avanti, anche grazie agli emendamenti presentati”.
 

Il tavolo tecnico

Fabrizio Marzano - presidente di Confagricoltura Campania, intervenendo a nome di Confagricoltura, a margine dell’incontro, si è detto favorevole al documento di regione Campania a sostegno delle modifiche alla proposta di nuovo regolamento comunitario sulla governance della Pac, che tende a mantenere in capo alle regioni la pianificazione del Psr e a ridurre il taglio di budget.

Il presidente Marzano ha inoltre ribadito la contrarietà di Confagricoltura alla proposta di degressività, che tende, con il capping obbligatorio, a limitare di molto i pagamenti diretti verso le aziende che li percepiscono per cifre superiori a 60mila euro, fino ad azzerare la quota eccedente i 100mila euro di aiuti percepiti.
Marzano rivolto a Hogan ha detto: “Nell’ambito delle proposte è evidente che la sostenibilità ambientale dell’agricoltura è centrale, la riforma della Pac deve accrescerla - ha sottolineato - Ma è necessario disporre di fondi sufficienti sia per integrare i redditi degli imprenditori agricoli, che per accompagnare le aziende che, col cambiamento climatico, vanno incontro a mancati redditi e danni. Per noi come Confagricoltura è l’ettaro la misura del finanziamento”.

“In questo quadro siamo convinti che tutta la discussione sulla riforma della Pac non deve essere abbandonata in vista dell’avvicinarsi della scadenza elettorale di marzo,
- ha concluso Marzano - ma siamo anche perplessi, poiché manca una norma transitoria sul primo pilastro, che potrebbe portare all’interruzione della continuità degli aiuti. Occorre sicuramente intervenire in tal senso”.

Il vicepresidente nazionale della Cia, Mauro Di Zio, ha sottolineato: "Proprio perché ci saranno meno risorse, è quanto mai necessario porre l’enfasi sulla necessità di mantenere l’invarianza del finanziamento della aree rurali, delle zone interne, anche con riguardo a settori, come la zootecnia da latte, che in montagna hanno bisogno di innovazione e giovani per restare a presidio di territori importanti sotto l’aspetto ambientale e per fermare l’abbandono di queste aree”.

Gennaro Masiello, vice presidente nazionale Coldiretti, ha consegnato al commissario Hogan il documento “Where is the Cap going?”, con le proposte legislative di Coldiretti per rafforzare la nuova politica agricola comune.
“Siamo un'agricoltura che è riuscita a rispondere ai bisogni nuovi dei consumatori, sempre più legati al territorio – ha evidenziato Masiello ad Hogan – trasformando la percezione negativa del passato. Se il budget europeo negli ultimi quarant'anni si è dimezzato, contemporaneamente sono aumentati i vincoli per gli agricoltori. Ma noi non siamo contro le regole, anzi il contrario, ma chiediamo di riqualificare la spesa della politica agricola guardando con maggiore attenzione e coerenza agli effetti che l’Ue stessa punta a realizzare. Per fare questo occorre essere rigorosi nei confronti dei prodotti che entrano in Europa attraverso l’introduzione dell’obbligo di origine degli alimenti nelle etichette. Non è protezionismo, ma trasparenza".

Franco Verrascina, presidente Copagri, ha sostenuto che il progetto di nuova Pac va bene, ma che il problema restano i tagli al budget: troppo profondi per tenere dentro protezione dell’ambiente, sviluppo dell’innovazione e ingresso dei giovani in agricoltura.
 

Le conclusioni di Caputo e De Luca

L’europarlamentare Caputo, nell’introdurre l’intervento di Hogan, ha posto l’enfasi sulla necessità di accelerare il ricambio generazionale in agricoltura: ”Oggi nell’Ue solo il 6% del totale di quanti dirigono aziende agricole ha meno di 35 anni, mentre oltre la metà ha superato i 55 anni. La riforma della Pac deve introdurre una vera e propria strategia per i giovani, più ampia del passato e che interessi i due pilastri della Pac”.

"L’obiettivo è quello dare un futuro di qualità all’agricoltura europea, favorendo il ricambio generazionale e sostenendo la nascita di nuove imprese nel settore. Nel mio report sui giovani agricoltori approvato in plenaria lo scorso maggio – ha aggiunto Caputo - ho proposto varie misure che incentivano il ricambio generazionale, misure che non sono presenti nell’attuale Pac e che intendo introdurre con i miei emendamenti nella nuova Pac. Altra sfida – ha concluso l’eurodeputato - è quella di dotare la nuova Pac di risorse consistenti e norme semplificate, orientandone gli investimenti verso le nuove sfide comuni a tutti gli Stati membri, legate al reddito degli agricoltori, alla sicurezza alimentare, ai cambiamenti climatici, all’occupazione nelle aree rurali”.

Ha concluso il presidente e assessore all'agricoltura della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che ha annunciato la prossima convocazione degli Stati generali dell’Agricoltura in Campania entro gennaio prossimo – ha detto – la regione Campania avrà già disegnato il suo Psr, per evitare i ritardi già conosciuti dall’attuale programmazione” .