La collaborazione del Governo italiano con la Commissione europea sul caso Xylella fastidiosa: "E' molto stretta. Ci sono progressi, ma bisogna fare ancora di più. L'Italia deve fare di più per abbattere gli ulivi infetti altrimenti le conseguenze economiche saranno enormi".
Ha parlato così il commissario Ue alla salute Vytenis Andriukaitis al termine della riunione di alto livello sulla Xylella tenutasi a Parigi venerdì 1° dicembre 2017 e convocata dal ministro francese dell'agricoltura, Stéphane Travert.

A questa hanno partecipato ministri, segretari di Stato e rappresentanti dei dieci Paesi europei maggiormente esposti al rischio Xylella: Francia, Italia, Croazia, Cipro, Germania, Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna, Grecia, e un delegato dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa).

Al termine dell'incontro è stata resa nota la nuova strategia di difesa, indicata dal gruppo dei 10 Paesi più esposti e che sarà al vaglio del Consiglio agricolo di gennaio a Bruxelles, unitamente alla postilla necessaria: servono più soldi per combattere l'infezione.

Il responsabile Ue per la salute ha evocato il rischio che il batterio si propaghi dalla Puglia verso nord con conseguenze 'disastrose'.
E non si è fatta attendere la reazione della Regione Puglia: "Abbiamo abbattuto il 97% delle piante infette, come riconosciuto dallo stesso Commissario europeo – ha ribattuto l'assessore all'Agricoltura della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia.

Ma è anche emerso che nel brindisino vi sono oltre 100 nuove piante infette, mentre solo il 30 novembre il Tar Lazio ha dato il via libera per l'abbattimento di alcuni olivi infetti in agro di Oria (Lecce), individuati nell'ormai lontano 2015.

Come in parte anticipato da AgroNotizie ed Infoxylella, il batterio è stato recentemente individuato su molte piante di olivi in provincia di Brindisi. Secondo quanto emerso dalle ultime analisi ufficiali, le piante infette nel brindisino sono un centinaio, largamente concentrate in agro di Carovigno.

Di qui, l'appello del commissario Andriukaitis a procedere all'abbattimento degli ulivi infetti. Nelle conclusioni del vertice parigino i dieci Paesi firmatari, tra cui l'Italia, definiscono la Xylella una delle "più gravi minacce fitosanitarie mondiali". E hanno ribadito che sono 'cruciali' lo status di quarantena e l'approccio precauzionale per prevenire l’insorgenza di nuovi focolai e la propagazione in seno all'Unione.


La strategia di Parigi

A Parigi è stata adottata una vera e propria roadmap, che si snoda lungo tre punti fondamentali:
  • Devono migliorare le conoscenze su Xylella fastidiosa, con il sostegno a programmi di ricerca applicata;
  • Deve essere individuato un laboratorio di riferimento Ue e occorre avviare lo scambio di buone pratiche fra gli Stati membri, per il rafforzamento della sorveglianza e per garantire la diagnosi precoce e l'eradicazione di nuovi potenziali focolai;
  • Vanno rafforzate le operazioni di sensibilizzazione ed informazione su larga scala rivolte sia agli addetti ai lavori che ai cittadini.

Affinché la roadmap possa sortire gli effetti sperati, i firmatari si impegnano inoltre, a ogni livello, a mettere in campo le necessarie risorse umane e finanziarie. Raggiunto l'accordo tra i dieci Paesi più esposti, la strategia anti xylella passerà sul tavolo del Consiglio agricolo Ue nella riunione di gennaio a Bruxelles.
 

La reazione della Regione Puglia

"La Regione Puglia è attiva su più fronti nel fermare l'avanzata della Xylella fastidiosa senza se e senza ma, sapendo della necessità di dover abbattere le piante infette. Un impegno che contempla, altresì, anche tutte quelle azioni a sostegno dei produttori colpiti dal batterio, in termini di indennizzi e di investimenti in ricerca", commenta così l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, l'esito della riunione di alto livello di Parigi, dove il Commissario Ue alla Salute Andriukaitis ha invitato il Governo nazionale e la Puglia a un maggiore impegno.

"Il Commissario Ue ci ha riconosciuto gli sforzi intrapresi sino ad oggi - sottolinea Di Gioia - la Regione Puglia ha, difatti, abbattuto tutte quelle piante colpite dal batterio, con un risultato del 97% delle piante accertate infette. Le restanti piante sono in procinto di essere estirpate. Ma sussistono zone con vincoli paesaggistici per le quali è stato necessario lavorare a un disegno di legge per ovviare a violazioni, anche di natura penale, delle norme vigenti in materia. Lo schema di legge è già stato approvato in Giunta e dal 4 dicembre è sottoposto al vaglio della IV Commissione. E' importante ricordare che in questo momento dell'anno, è comunque molto improbabile la trasmissione del batterio in quanto il vettore è giunto alla fine del ciclo biologico. Ma – ribadisce Di Gioia – si sta facendo tutto il possibile, in uno spirito di assoluta collaborazione".
 

Il Tar Lazio sblocca gli abbattimenti di Oria (2015)

Intanto, il Tar Lazio, con sentenza n. 11850 pubblicata il 30 novembre 2017, si è pronunciato contro il ricorso presentato da alcuni proprietari in agro di Oria (Lecce) che avevano ricevuto nel 2015 atti di ingiunzione di abbattimento delle piante infette da Xylella fastidiosa e piante ospiti presenti nel raggio di 100 metri dalle piante infette.
 
"Quanto espresso dal Tar rafforza l'idea che abbiamo intrapreso l'unica via ad oggi possibile per fermare e contenere l'avanzata della batteriosi – hanno dichiarato l'assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Di Gioia ed il direttore regionale del Dipartimento Agricoltura, Gianluca Nardone - Difatti è stato ribadito, tra le altre cose, la necessità di essere celeri e completi nell'azione e nelle misure che, come Regione, stiamo attuando nella piena consapevolezza di dover salvaguardare il nostro territorio e la nostra economia. E la Regione Puglia è interessata e attenta ad abbattere le piante contagiate dal batterio della Xylella fastidiosa, così come invocato anche dall’Ue".
 
Il Tar Lazio ha riconosciuto legittimo l'operato della Regione Puglia - Osservatorio fitosanitario. Ovvero l'efficacia di tutte le misure messe in atto per contrastare la diffusione della Xylella fatidiosa, emesse non solo nel rispetto degli atti comunitari e nazionali adottati per la xylella, ma anche della ratio che ne era alla base.

"La sentenza arriva, ad ogni modo - concludono - dopo oltre due anni e mezzo dal ritrovamento delle piante infette in agro di Oria: ciò purtroppo ha consentito la permanenza in campo di piante che all'epoca erano già state indicate e segnate come piante sintomatiche, che andavano estirpate. E, invece, poi diventate, attraverso il vettore, una probabile ulteriore fonte di diffusione del batterio".