Gli spumanti trentini sono un prodotto d'eccellenza e per questo è necessario valorizzarli al meglio per essere competitivi su un mercato globale che fa ben sperare per il futuro. Questo il messaggio emerso durante il convegno dal titolo 'La spumantistica trentina: storia, attualità e prospettive' che si è svolto sabato 7 luglio nell'aula magna della Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige.

L'evento è stato promosso dall'Accademia italiana della vite e del vino (in collaborazione con la Fondazione Mach).

Ad aprire i lavori è stato l'assessore provinciale all'Agricoltura, foreste, turismo e promozione, Tiziano Mellarini, che ha riconosciuto l'impegno della Fondazione Mach nella valorizzazione della tradizione spumantistica trentina e ha ribadito l'importanza del marchio Trento Doc. "Questo marchio – ha affermato Mellarini – rappresenta la dedizione con la quale gli imprenditori trentini realizzano questo prodotto. C'è anche la necessità di un'accelerazione per affrontare i mutamenti del mercato e da questo punto di vista è con il marketing che si vince la partita. Serve quindi un'azione concertata".

Un concetto ripreso anche da Enrico Zanoni, presidente del Trento Doc. "Le prospettive future sono buone – ha spiegato Zanoni – Il mercato italiano dello spumante è stabile, ma all'estero qualcosa si muove ed il Trento Doc può ritagliarsi qualche fetta". L'interesse è rivolto a mercati come quello statunitense, giapponese e russo, senza dimenticare Germania e Regno Unito. "L'importante – ha ribadito il presidente del Trento Doc – è che ci sia notorietà, visibilità e riconoscibilità del nostro marchio. Non ci sono segreti o ricette magiche: bisogna fare un lavoro coerente puntando sulla qualità".

 

I numeri del Trento Doc

Per dare alcuni numeri, nel 2007 sono state prodotte 8 milioni di bottiglie di Trento Doc con un export pari al 20%. A far parte di questo Consorzio sono 33 aziende trentine che producono spumante col metodo classico. Durante il convegno, anche grazie agli interventi di Giorgio Nicolini, Maurizio Bottura e Luciano Groff della Fondazione Edmund Mach, s'è discusso anche sulla qualità degli spumanti. E' stato ricordato come il mercato chieda prodotti meno pensati e più bevibili e da più parti è emersa la necessità di 'educare' il consumatore a bere in modo consapevole, valorizzando gli spumanti non solo a fine pasto, ma a tutto pasto.

A concludere la tornata sono stati gli interventi di Barbara Iasiello dell'Organisation internationale de la vigne et du vin e quello del noto accademico Attilio Scienza.