Per questo Governo la lotta all'illegalità è essenziale. Quest'anno abbiamo intensificato l'impegno e le attività di contrasto agli illeciti, una battaglia da combattere per affermare non solo valori etici ma anche per dare un sostegno all'economia nazionale e ai nostri produttori che ne vengono fortemente danneggiati”.

Così il ministro Catania a margine dell'incontro che si è tenuto al Mipaaf nel quale sono stati presentati i risultati dell’attività operativa 2011 in ambito agroalimentare da parte dei quattro organismi di controllo: l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, il Comando Carabinieri Politiche agricole e alimentari, il Corpo forestale dello Stato e la Guardia Costiera-Capitanerie di Porto.

 

I numeri della contraffazione

Da combattere sia in ambito nazionale che europeo e mondiale, la lotta alla contraffazione dell'agroalimentare made in Italy acquista un valore, nel solo 2011, di quasi 37milioni di euro di prodotti sequestrati, con un totale di 8.700 sanzioni amministrative e 1.300 persone segnalate all’Autorità giudiziaria, frutto di oltre 79mila controlli.

"Non parliamo solo di danni alla salute - rassicura Catania – che rappresentano un altro tipo di frode, quanto di danni economici nei confronti delle aziende, dei produttori ma anche dei consumatori.
L'unica forma di tutela – ha proseguito il ministro a margine dell'incontro – è quella di proseguire nella lotta alla contraffazione sia in ambito nazionale che estero cercando accordi con i Paesi terzi e vigilando affinché almeno in Europa questi prodotti usurpanti non abbiano mercato”.
Un impegno, secondo Catania, da perseguire su più fronti senza dimenticare Bruxelles, Ginevra e il Wto per arrivare a definire regole sempre più stringenti a tutela dell'origine dei prodotti.
In questa direzione – ha chiarito nel suo intervento il ministro -, stiamo portando avanti la battaglia per ottenere l’obbligo che ogni Stato membro persegua sul proprio territorio gli illeciti senza aspettare la denuncia del Paese danneggiato.
Nei mercati dei Paesi terzi come l’Australia – ha proseguito -, prodotti come il Prosecco non vengono tutelati. In questo caso dobbiamo attivarci in sede di Organizzazione mondiale del commercio e pensare di tutelarci ricorrendo anche alla registrazione dei marchi. Un’attività – ha concluso – su cui il Mipaaf interviene proattivamente, assistendo i nostri operatori nella registrazione dei prodotti sui più importanti mercati del mondo”.

 

Buono da...imitare!

Quello delle contraffazioni è un fenomeno che interessa in particolare l'agroalimentare italiano ricco di produzioni di eccellenza, elevati standard qualitativi e certificazioni (il 22% del totale europeo).
Secondo la Confederazione italiana agricoltori nel solo 2011 ammontano a 500 le tonnellate di prodotti sequestrati: “un fenomeno dilagante – commenta l'associazione - in grado di generare nel mondo un business illegale di ben 60 miliardi di euro l’anno. Soldi – prosegue - scippati al nostro agroalimentare, di cui tre direttamente sottratti al comparto agricolo”.
Sempre secondo la Confederazione, il crescente numero di controlli, indice senza dubbio di una maggiore attenzione da parte delle autorità competenti, è anche la testimonianza del grande danno economico a carico del comparto nonostante le numerose certificazioni e i marchi di tutela.
Come soluzione, la Cia propone l’istituzione di una task-force in ambito europeo, sanzioni più severe, un’azione più decisa nel negoziato Wto e interventi finanziari in ambito sia nazionale che comunitario per l'assistenza legale a chi promuove cause contro la falsificazione dei prodotti alimentari.
 

La lotta alla contraffazione – aggiunge il presidente Coldiretti Sergio Marini -, rappresenta un' area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al paese e generare occupazione. È necessario stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall'obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale approvata all'unanimità dal Parlamento italiano ma non ancora applicata per le resistenze comunitarie”.