Il "cervello della viticoltura e dell'enologia italiana". Così il suo primo presidente, Giovanni Dalmasso, definisce nel primo discorso inaugurale l'Accademia della vite e del vino. Fu Luigi Einaudi a firmare l'atto con cui venne costituita l'ente morale, che sabato 10 aprile 2010, nel corso della 44° edizione del Vinitaly, ha aperto il proprio sessantaduesimo anno accademico.
Porte spalancate per i nuovi accademici che entrano a pieno titolo a far parte di un'organizzazione che si pone a tutela del patrimonio viticolo ed enoico italiano: sono eletti membri dell'Accademia coloro che "si sono distinti nel mondo scientifico, imprenditoriale, tecnico professionale e nelle altre attività collegate con la produzione dell'uva, del vino e delle bevande derivate".
555. Numero chiuso. Non uno di più.
A questo gruppo appartiene da sabato anche Carlo De Biasi - nella foto a destra -, responsabile agronomico della Casa Vinicola Zonin. Pochi giorni prima, l'azienda per la quale De Biasi svolge il ruolo di coordinamento dei tecnici di campo aveva ottenuto il premio speciale "Gran Vinitaly 2010", che riconosce così i 50 anni di impegno profusi dal gruppo nella ricerca della qualità totale e nella tutela del patrimonio viticolo nazionale.
Assieme a De Biasi è entrata a far parte degli accademici corrispondenti italiani Liana Bertoldi Lenoci. I nuovi ordinari sono invece i professori Giovanna Suzzi, Luigi Moio, Maria Gabriella Barbagallo, Ilaria Filippetti, Vasco Boatto ed il dottor Antonio Piracci. Proclamati anche tre corrispondenti esteri (Monsignor Marcelo Sàncez Sorondo, Jacobus Joannes Hunter, Lev Arsènovitich Organesyants) e undici aggregati (Lodovico Giustiniani, Ettore Ceschin, Vito Pavone, Fabrizio De Castro, Orazio Sappa, Antonino Pisciotta, Alessandro Torcoli, Stefano Cinelli Colombini, Michele Pontalti, Costantino Charrère e Gianluca Macchi).
Nella mattinata veronese, sono stati consegnati il premio Morsiani, assegnato ogni due anni dall'Associazione Giuseppe Morsiani e da Unione Italiana Vini, e la Targa d'Oro "Giuseppe Morsiani". Il primo è andato a Bruno Fedrizzi, dell'Università di Padova, con il lavoro "Identification, quantification and origin of sulfor compounds in grape products. An approach via hyphenated mass spectrometry techniques", finalizzato allo sviluppo di metodiche analitiche avanzate per la determinazione dei composti volatili solforati nei vini e all'identificazione dei loro precursori. Tali metodiche sono state impiegate per studiare l'influenza dei diversi metodi di fermentazione sui livelli dei composti solforati legati alle proprietà sensoriali e difetti dei vini. Sono ben dodici i lavori che hanno concorso all'assegnazione del premio, tutti valutati dalla Commissione esaminatrice molto interessanti e dall'indubbio valore scientifico. La Commissione ha giudicato comunque degno di menzione anche il lavoro presentato dalla professoressa Pamela Gatto, Università di Trento, per il lavoro "Ripening and genotipe control stilbene accumulation in healthy grapes".
La Targa d'Oro Giuseppe Morsiani, prestigioso riconoscimento alla carriera, è andata al professor Rocco Di Stefano per gli approfonditi studi di chimica enologica che hanno contribuito allo sviluppo dell'enologia a livello nazionale ed internazionale e per la capacità di divulgare tali ricerche ad una ampia platea di studenti e tecnici.
Al termine della mattinata l'onorevole Stefano Boco, presidente del Comitato scientifico dell'Atlante delle vigne e dei vini italiani, ha tenuto la prolusione su "La via italiana al vino e il suo Atlante".